Foreign Policy: Trump sta danneggiando l'industria della difesa americana

L'abbandono dei Paesi alleati e il ridimensionamento delle garanzie di sicurezza degli Stati Uniti si stanno rivelando un pessimo affare per il settore dell'industria militare americana.

Foreign Policy: Trump sta danneggiando l'industria della difesa americana

Da quando Donald Trump è entrato in carica, le azioni delle sei maggiori aziende americane della difesa hanno subito un calo medio del 4%, mentre quelle dei principali gruppi europei del settore sono aumentate di quasi il 40%.

L'andamento è diventato ancora più marcato dopo l'incontro a dir poco burrascoso tra Trump e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky alla Casa Bianca, fa notare Foreign Policy.

Il boom in Borsa dei titoli delle aziende europee della difesa

Il 3 marzo, primo giorno di contrattazioni dopo l'acceso scontro verbale tra Trump e Zelensky ed il successivo vertice europeo sulla difesa a Londra durante il fine settimana, i titoli delle aziende europee della difesa hanno registrato un balzo straordinario: Leonardo (Italia) è salita di oltre il 17%, Thales (Francia) di quasi altrettanto, Rheinmetall (Germania) del 15% e Saab (Svezia) di quasi il 12%.

Questi dati riflettono una conclusione chiara che molti leader stanno traendo dallo scontro tra Trump, il vicepresidente J.D. Vance e Zelensky: le garanzie di sicurezza americane - motivo chiave per cui i Paesi tendono ad acquistare armi statunitensi - non rappresentano più un argomento convincente.

Insomma, fino ad ora, gli sforzi di Trump per "rendere l'America di nuovo grande" si sono rivelati disastrosi per uno dei pilastri fondamentali del potere americano: l'industria della difesa.

La differenza di visione tra Stati Uniti ed Europa

Nelle ultime settimane, i mercati hanno osservato gli annunci provenienti da Washington e hanno comprensibilmente concluso che l'Amministrazione Trump intende tagliare il budget della difesa.

Sebbene il Segretario alla Difesa Pete Hegseth abbia dichiarato di voler incrementare le capacità belliche americane riducendo i costi amministrativi, il nuovo Dipartimento per l'Efficienza Governativa guidato da Elon Musk sembra intenzionato a tagliare i finanziamenti in tutto il governo.

Nel frattempo, i Paesi europei si stanno impegnando seriamente a rafforzare le loro Forze Armate. Per placare Trump, la Gran Bretagna ha rapidamente annunciato che aumenterà il proprio budget militare fino al 2,5% del PIL entro il 2027. La Polonia è invece sulla buona strada per raggiungere il 5% già quest'anno.

Al vertice di Londra organizzato dal primo ministro britannico Keir Starmer a sostegno di Zelensky, i leader europei hanno concordato di fornire maggiore supporto militare all'Ucraina e di creare una "coalizione dei volenterosi" per aiutare a difendere il Paese nella sua guerra contro la Russia.

I dubbi europei sulle garanzie di sicurezza americane

Tutto questo è molto più complicato del semplice acquisto di nuovi armamenti, sebbene l'acquisto di armi sia una componente essenziale, afferma Foreign Policy. E poiché i governi europei non possono più presumere che gli Stati Uniti li sostengano a prescindere, cercheranno certamente di acquistare prodotti europei al posto di quelli americani.

Quando i governi stranieri acquistano armi dagli Stati Uniti o da altri Paesi occidentali, i governi di questi Paesi venditori hanno infatti voce in capitolo su come tali armi vengono utilizzate.

Questo significa che oggi gli acquirenti europei devono tenere necessariamente in considerazione il rischio che Washington blocchi l'uso di armi di fabbricazione americana contro la Russia.

Il brusco cambiamento di rotta di Trump, che si allontana dagli alleati occidentali e dall'Ucraina, ha una conseguenza indesiderata ancora più fondamentale: le garanzie di sicurezza di Washington, che sono alla base delle sue esportazioni di armi, sono diventate improvvisamente prive di valore.

"Non darò garanzie di sicurezza oltre un certo punto", ha detto Trump la scorsa settimana, cercando di costringere l'Ucraina a firmare un accordo che, secondo quanto riportato dal Kyiv Independent, darebbe agli Stati Uniti il 50% dei ricavi dalle risorse naturali statali ucraine.

"Faremo in modo che sia l'Europa a farlo", ha aggiunto Trump, perché "l'Europa è il vicino di casa".

Le garanzie di sicurezza sono però state storicamente l'elemento vincente che Washington ha utilizzato per concludere la maggior parte degli accordi.

Molti Paesi, compresi numerosi Stati europei, hanno acquistato armi americane proprio perché venivano fornite con garanzie di sicurezza degli Stati Uniti. Le garanzie non erano solo un incentivo: erano al centro dell'accordo.

In altre parole, l'acquisto di armi americane era un modo per assicurarsi l'amicizia e la protezione degli Stati Uniti.

Con Trump che ora appare apertamente sempre più con la Russia e il presidente Vladimir Putin, anche gli acquirenti più generosi di armi americane non possono più essere sicuri che il loro denaro si tradurrà in benevolenza e protezione da parte di Washington.

Tale incertezza è particolarmente problematica perché le armi moderne necessitano di costanti aggiornamenti software, il che significa che gli acquirenti di questi prodotti estremamente costosi hanno bisogno della certezza assoluta che il Paese venditore rimanga cooperativo e che gli aggiornamenti software siano quindi disponibili.

I mercati - cioè gli analisti che seguono meticolosamente politica e affari per discernerne l'impatto sulle aziende - hanno alla fine deciso che, al momento, è più intelligente puntare sui titoli europei della difesa.

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