Trump spinge per nuovi tagli fiscali alle imprese, cresce la preoccupazione al Congresso per i costi

Il presidente vuole incentivi fiscali per rilanciare la manifattura americana, ma tra i senatori regna l'incertezza su priorità e coperture. L’aliquota per le imprese potrebbe scendere al 15%.

Trump spinge per nuovi tagli fiscali alle imprese, cresce la preoccupazione al Congresso per i costi

L’amministrazione Trump sta esercitando pressioni sul Congresso affinché vengano inclusi nuovi tagli fiscali favorevoli alle imprese in un disegno di legge di bilancio in discussione in queste settimane. La strategia della Casa Bianca, incentrata sul rilancio dell’industria manifatturiera americana attraverso incentivi fiscali, sta però sollevando perplessità tra i parlamentari, preoccupati per l’impatto economico e per la mancanza di chiarezza sulle reali priorità del presidente.

Secondo quanto riportato da Axios, i senatori e i loro collaboratori stanno cercando di capire quali misure fiscali il presidente Trump consideri imprescindibili e quale sarà il costo complessivo dell’iniziativa. Il senatore repubblicano della Carolina del Nord, Tom Tillis, ha sintetizzato così il dilemma che il Congresso si trova ad affrontare: "Qui tutto si riduce a: come pagare per queste misure e come si inseriscono nelle nostre altre priorità?". Tillis ha sottolineato le difficoltà nel reperire fondi per le altre politiche previste dal disegno di legge, evidenziando la necessità di discutere attentamente tempistiche e priorità.

Un funzionario del Senato ha confermato ad Axios che "i membri sono preoccupati per il costo di nuovi elementi", segnalando come il timore per l’aumento della spesa pubblica sia condiviso da più parti. La preoccupazione è emersa con forza dopo che il Segretario al Tesoro Scott Bessent e il direttore del National Economic Council Kevin Hassett hanno illustrato ai leader del Congresso i punti principali del pacchetto fiscale voluto dal presidente.

Tra le misure richieste da Trump ci sono la deducibilità per i prestiti automobilistici su auto prodotte negli Stati Uniti, l’ammortamento immediato al 100% per le attrezzature industriali e l’estensione di tale deducibilità agli edifici degli impianti manifatturieri. "Riportate la vostra fabbrica, potrete dedurre completamente le attrezzature e l’edificio", ha ribadito Bessent durante un incontro alla Casa Bianca, il giorno successivo alla presentazione iniziale.

Alcune di queste proposte, tra cui quella sui prestiti auto, erano già state menzionate in passato da Trump, ma molti senatori non le ritenevano parte del nucleo centrale della sua agenda fiscale. La convinzione diffusa era che il presidente volesse in primo luogo prorogare i tagli introdotti con la legge fiscale del 2017 e onorare alcune promesse elettorali, come l’eliminazione delle imposte su mance, straordinari e previdenza sociale.

Il senatore John Cornyn (Repubblicano-Texas) ha dichiarato di non essere stato informato della proposta sugli stabilimenti industriali, ma ha riconosciuto la necessità di adeguarsi alle indicazioni del presidente: "Tutto questo ha un impatto economico... Alla fine, dobbiamo ottenere la firma del presidente. Quindi dovremo adattarci a ciò che vuole". Un parere più entusiasta è arrivato dal senatore Ron Johnson (Repubblicano-Wisconsin), che ha definito la proposta sugli ammortamenti "una delle migliori proposte fiscali dell’amministrazione".

Un ulteriore elemento di novità riguarda la possibile riduzione dell’aliquota fiscale per le imprese manifatturiere statunitensi dal 21% al 15%. Sebbene Trump avesse accennato a questa ipotesi durante la campagna elettorale, non era mai stata al centro della sua comunicazione pubblica. La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, aveva recentemente dichiarato che il presidente non aveva ancora preso una decisione definitiva sull’aliquota, inducendo molti senatori a presumere che sarebbe rimasta invariata.

Nel frattempo, alla Camera dei Rappresentanti, i deputati stanno cercando dei modi per ridurre la spesa pubblica di 1.500 miliardi di dollari, in modo da compensare il costo dei nuovi incentivi fiscali. Tuttavia, alcuni deputati moderati stanno mettendo limiti rigidi ai possibili tagli, in particolare opponendosi a una riduzione dei fondi destinati a Medicaid.

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