Trump smentisce l'intenzione di licenziare il presidente della Fed Powell
Nonostante le critiche sulla politica della Fed sui tassi d'interesse, il presidente afferma di non avere alcuna intenzione di rimuovere Powell dal suo incarico, contrariamente a quanto suggerito in precedenti dichiarazioni.

Il presidente Donald Trump ha escluso la possibilità di rimuovere Jerome Powell dalla presidenza della Federal Reserve, smentendo esplicitamente le voci su un suo imminente licenziamento. In una dichiarazione resa ieri, il presidente ha affermato:
“La stampa corre troppo. No, non ho alcuna intenzione di licenziarlo. Vorrei vederlo un po’ più attivo riguardo all’idea di abbassare i tassi d’interesse. Questo è il momento perfetto per abbassare i tassi d’interesse”.
"I have no intention of firing him" -- Trump on Jerome Powell pic.twitter.com/9zX3ue2GwO
— Aaron Rupar (@atrupar) April 22, 2025
Trump ha ribadito di “non aver mai avuto” l’intenzione di destituire Powell, pur ritenendo che l’attuale contesto economico rappresenti un’occasione favorevole per una politica monetaria più accomodante. “Se non lo fa, è la fine? No, non lo è. Ma sarebbe un buon momento”, ha aggiunto il presidente.
Divergenze pubbliche e messaggi contrastanti
Le parole di Trump segnano un’evidente inversione rispetto alle sue affermazioni del giorno precedente. Solo lunedì, il presidente aveva definito Powell un “grande perdente” e insinuato che i precedenti tagli dei tassi della Fed fossero mirati a favorire l’allora presidente Biden, allarmando i mercati e generando incertezza tra gli investitori.
Questo cambiamento di tono riflette le difficoltà nei rapporti tra l’Amministrazione e la banca centrale americana. La Federal Reserve, come noto, è un ente indipendente, responsabile della definizione della politica monetaria nazionale, inclusa la fissazione dei tassi d’interesse. L’indipendenza della Fed è considerata un pilastro del sistema economico statunitense, proprio per garantire decisioni tecniche sganciate da pressioni politiche.
Limiti legali alla rimozione del presidente della Fed
Secondo un precedente della Corte Suprema risalente a circa 90 anni fa, il presidente degli Stati Uniti non può rimuovere il presidente della Fed se non per motivi gravi come cattiva condotta o negligenza grave. Questa protezione legale offre una certa garanzia di autonomia a Powell, che ha più volte dichiarato di non poter essere legalmente licenziato e di voler restare in carica fino alla scadenza del mandato nel 2026.
Eppure, la scorsa settimana Trump aveva affermato di non vedere l’ora della “cessazione” del mandato di Powell e si era detto certo che il presidente della Fed se ne sarebbe andato qualora avesse cercato di rimuoverlo. Tali affermazioni sembrano smentite dalle dichiarazioni più recenti, ma riflettono un andamento altalenante nelle posizioni dell’Amministrazione.
Critiche alla politica monetaria e tensioni economiche
Alla base dello scontro vi è l’insoddisfazione del presidente per l’approccio della Fed ai tassi d’interesse. Trump continua a chiedere un abbassamento del costo del denaro, ritenuto necessario per stimolare l’economia. Tuttavia, Powell ha espresso preoccupazioni riguardo agli effetti delle politiche commerciali dell’Amministrazione, in particolare per quanto riguarda l’imposizione dei dazi, che potrebbero secondo lui frenare la crescita economica e al contempo alimentare l’inflazione — un contesto che limiterebbe la possibilità di tagliare i tassi.
La posizione di Powell ha provocato l’ira del presidente, che vede nei tassi attuali un ostacolo agli obiettivi economici e politici del proprio mandato. La Casa Bianca ha difeso le critiche del presidente, sottolineando come Trump abbia il “diritto di esprimere il suo malcontento verso la Fed”.
Interferenze politiche e ruolo degli advisor presidenziali
Le dichiarazioni del presidente sono state accompagnate anche da posizioni divergenti all’interno della stessa Amministrazione. Kevin Hassett, presidente del Consiglio Economico Nazionale della Casa Bianca, ha ammesso venerdì che si stanno esplorando le opzioni legali per rimuovere Powell, contraddicendo le più recenti smentite presidenziali.
Queste affermazioni dimostrano che, al di là della posizione ufficiale di Trump, il dibattito interno sulla possibilità di destituire il presidente della Fed è tutt’altro che sopito. La questione non è solamente giuridica, ma investe direttamente l’equilibrio istituzionale tra potere esecutivo e autorità monetaria.
La vicenda mette in evidenza la complessità dei rapporti tra il presidente degli Stati Uniti e la Federal Reserve, e solleva interrogativi sull’indipendenza effettiva della politica monetaria in un clima di forte polarizzazione politica.