Trump smantella l'eredità di Lyndon Johnson: la 'Grande Società' sotto attacco

Secondo Axios, l'amministrazione Trump punta a eliminare le politiche sociali di Lyndon B. Johnson, mettendo in discussione il tessuto legislativo sui diritti civili degli Stati Uniti.

Il presidente Donald Trump ha avviato un'operazione sistematica volta a smantellare le riforme sui diritti civili introdotte da Lyndon B. Johnson nel 1965, attaccando direttamente l'eredità della Grande Società.

Secondo Axios, il piano dell'Amministrazione Trump non intende limitarsi a cancellare le politiche recenti di Clinton, Obama o Biden, ma intende riportare il Paese alla situazione precedente ai grandi cambiamenti sociali degli anni Sessanta.

Un’offensiva rapida e su più fronti

Appena due mesi dopo il suo insediamento, Trump ha già revocato, indebolito o preso di mira numerose iniziative dell'era Johnson, intervenendo su diritti civili, istruzione, ambiente, immigrazione e sanità.

Già poche ore dopo aver prestato giuramento, Trump ha annullato l’ordine esecutivo del 1965 che imponeva pari opportunità per donne e persone di colore nelle assunzioni degli appaltatori federali.

Il nuovo ordine esecutivo ha modificato le regole contro la discriminazione, ed è stato seguito da un memorandum che ora non vieta più in maniera inequivocabile l'utilizzo di strutture segregate da parte degli appaltatori federali.

L'eredità del 1965 sotto assedio

Il 1965 è considerato l'apice della 'Grande Società', l'ambiziosa agenda sociale di Johnson mirata a eliminare la povertà e l'ingiustizia razziale.

In quell’anno Johnson firmò il Voting Rights Act, che oggi viene ostacolato dai Repubblicani al Congresso e minacciato da nuove restrizioni sul voto sostenute dall’Amministrazione Trump.

Johnson firmò anche l’Higher Education Act, introducendo borse di studio per fòli studenti provenienti dai gruppi demografici più svantaggiati.

Trump, invece, sta cercando di eliminare il Dipartimento dell'Istruzione e ha avviato indagini su 45 Università per le loro pratiche di diversità, equità e inclusione (DEI), mettendo in pericolo programmi creati proprio durante l'era Johnson.

In campo sanitario, i programmi Medicare e Medicaid—creati durante la presidenza Johnson—sono ora nel mirino dei Repubblicani, che intendono tagliare Medicaid per finanziare tagli fiscali di circa 4,5 trilioni di dollari.

Johnson abolì inoltre il sistema discriminatorio delle quote nazionali per l'immigrazione.

Al contrario, Trump sta considerando l’introduzione di un divieto di viaggio per 43 Paesi, intensificando sia la repressione dell'immigrazione illegale che limitando fortemente quella legale.

Una nuova interpretazione dei diritti civili

Axios evidenzia che il Dipartimento di Giustizia sotto Trump sta ridefinendo il significato delle leggi sui diritti civili, concentrandosi sulla lotta al cosiddetto "razzismo anti-bianco" invece che sulla discriminazione contro le minoranze etniche.

L’Amministrazione ha inoltre vietato l’uso di centinaia di termini legati a etnia e discriminazione nelle agenzie federali, inclusi parole come "razzismo", "segregazione", "discriminazione", "nero", "nativo americano" e "donne".

La 'Grande Società' è da tempo oggetto di critiche da parte dei conservatori, i quali sostengono che i suoi programmi abbiano eccessivamente ampliato la burocrazia federale.

Kush Desai, portavoce della Casa Bianca, ha dichiarato ad Axios che Trump sta semplicemente mantenendo le promesse elettorali per "ridurre la burocrazia, implementare politiche di buon senso, applicare rigorosamente le leggi sull'immigrazione e ristabilire il primato del merito rispetto alle politiche DEI, che considera discriminatorie".

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