Trump schiera l'esercito a Washington DC

Il presidente ha definito la capitale «in preda ad anarchia totale» e «invasa da gang violente», malgrado i dati ufficiali indichino un calo della criminalità. Dispiegati 800 membri della guardia nazionale e centinaia di agenti federali.

Trump schiera l'esercito a Washington DC
White House

Donald Trump ha annunciato l’11 agosto di aver assunto il controllo federale delle forze dell’ordine di Washington e di aver disposto il dispiegamento della guardia nazionale nella capitale. La decisione, illustrata in conferenza stampa, è motivata dal presidente con la volontà di «ripulire» una città che a suo dire sarebbe «invasa da gang violente».

Secondo le statistiche ufficiali, la criminalità violenta a Washington è in calo e nel 2024 ha toccato il livello più basso da oltre trent’anni. Allo stesso tempo, ha tasso di crimini sensibilmente maggiore rispetto alla popolazione maggiore degli altri Stati. Trump ha quindi invocato una norma che gli consente di assumere il comando della polizia della capitale, città dal particolare status giuridico che ne limita l’autonomia rispetto ai 50 Stati americani. «È una situazione di anarchia completa e totale, e ci libereremo delle baraccopoli», ha dichiarato, ribadendo su Truth Social che i senzatetto devono lasciare immediatamente Washington e che i «criminali» saranno incarcerati.

La sindaca Muriel Bowser ha definito le misure «preoccupanti e senza precedenti», pur dicendosi non sorpresa dalle intenzioni del presidente. Il leader democratico alla Camera, Hakeem Jeffries, ha accusato Trump di voler agire «come un re», sostenendo che l’iniziativa non ha base legale.

Trump ha decretato lo stato di emergenza per la capitale e disposto l’invio iniziale di 800 militari della guardia nazionale «per ristabilire legge, ordine e sicurezza pubblica», con la possibilità di impiegare ulteriori forze armate e rinforzi federali, come FBI e altre agenzie. L’intervento segue quello in California dello scorso giugno, quando il presidente aveva inviato guardia nazionale e marines a Los Angeles contro il parere del governatore Gavin Newsom, dopo proteste contro arresti di immigrati da parte dell’ICE.

Il presidente ha già minacciato in passato di ripristinare il pieno controllo federale su Washington, città non appartenente a nessuno Stato e posta sotto la giurisdizione del Congresso. A febbraio aveva sostenuto una proposta di legge per limitare l’autonomia della capitale e a marzo aveva firmato un decreto per aumentare la supervisione federale, anche in materia di immigrazione clandestina.

Durante la conferenza stampa, manifestanti si sono radunati davanti alla Casa Bianca contro l’ingerenza federale. Bowser ha ribadito che i dati mostrano «tendenze positive in tutte le categorie» e ha respinto paragoni con città in guerra, come quello avanzato dal consigliere di Trump Stephen Miller, che aveva definito Washington «più violenta di Baghdad». Nelle ultime elezioni, la capitale ha votato in larga maggioranza per la sfidante democratica Kamala Harris, che vi ha ottenuto oltre il 90% dei consensi.

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