Trump rinuncia a organizzare l'incontro tra Putin e Zelensky

Il presidente americano ha deciso di lasciare a Mosca e Kyiv il compito di organizzare un vertice diretto, mentre la Russia continua a porre condizioni e respinge l'ipotesi di truppe occidentali in Ucraina come garanzia di sicurezza.

Trump rinuncia a organizzare l'incontro tra Putin e Zelensky

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha deciso di abbandonare i tentativi di organizzare direttamente un incontro bilaterale tra Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky, secondo quanto riportato dal quotidiano britannico The Guardian che cita fonti all'interno della Casa Bianca. La decisione segna l'ennesimo cambio di strategia del presidente statunitense, che ora ritiene che Mosca e Kyiv debbano occuparsi autonomamente dell'organizzazione di negoziati diretti tra i due leader.

Secondo le fonti del quotidiano britannico, Trump non avrà più alcun ruolo diretto nell'organizzazione dell'incontro. Negli ultimi giorni, il presidente americano aveva invece comunicato ai suoi consiglieri l'intenzione di convocare un vertice trilaterale con la sua partecipazione solo dopo che Putin e Zelensky si saranno incontrati bilateralmente. Tale incontro rappresenterebbe, nella visione di Trump, il passaggio successivo necessario per porre fine al conflitto in Ucraina.

Il Guardian sottolinea tuttavia che rimane del tutto incerto se questo incontro avrà effettivamente luogo. L'annuncio iniziale di Trump era arrivato lunedì scorso, poco dopo aver ricevuto alla Casa Bianca Zelensky, i leader dell'Unione Europea e il Segretario Generale della NATO Mark Rutte. Alcune fonti dei media occidentali avevano affermato che Putin avrebbe dato il suo consenso alla proposta di Trump durante una conversazione telefonica tra i due presidenti, ma il Cremlino non ha mai fornito una conferma ufficiale di questa disponibilità.

Le condizioni poste dalla Russia

Il Ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha chiarito che per un vertice tra Putin e Zelensky sarà necessaria una preparazione adeguata. Durante la conversazione telefonica di lunedì con Trump, Putin si sarebbe limitato a confermare "la disponibilità a continuare i negoziati diretti russo-ucraini che si erano svolti a Istanbul", suggerendo di elevare il livello delle delegazioni coinvolte.

Oggi Lavrov ha però confermato che non ci sarà alcun incontro nel prossimo futuro. "Il nostro presidente ha ripetutamente dichiarato di essere pronto a incontrarsi, anche con il signor Zelensky", ha affermato il capo della diplomazia russa, aggiungendo però che ciò avverrà solo "con la comprensione che tutte le questioni che richiedono un esame al massimo livello saranno ben elaborate, e che esperti e ministri prepareranno le raccomandazioni appropriate".

Lavrov ha inoltre sollevato ancora una volta la questione della legittimità della controparte ucraina che eventualmente firmerebbe gli accordi, un riferimento implicito alla scadenza del mandato presidenziale di Zelensky e alla mancata convocazione di elezioni in Ucraina a causa della legge marziale.

Una fonte vicina ai circoli di politica estera del governo russo, citata dal Washington Post, ha indicato che Putin difficilmente parteciperà a un incontro con Zelensky nei tempi auspicati da Trump, ovvero entro la fine di questa settimana. Secondo questa fonte, un tale incontro significherebbe "una certa legittimazione del regime politico ucraino da parte di Mosca, il che porterebbe problemi". La posizione russa è che un vertice possa avvenire solo dopo che le condizioni di un accordo tra Mosca e Kyiv siano state concordate, il che per la Russia equivale sostanzialmente a una capitolazione dell'Ucraina.

Il nodo delle garanzie di sicurezza

Un punto centrale del dibattito diplomatico riguarda le garanzie di sicurezza per l'Ucraina dopo la fine del conflitto. Lavrov ha categoricamente respinto l'ipotesi di un dispiegamento di truppe occidentali sul territorio ucraino come forma di garanzia. "Spero davvero che coloro che nutrono tali piani comprendano che questo sarà assolutamente inaccettabile per la Federazione Russa e per tutte le forze politiche di buon senso in Europa", ha dichiarato il Ministro degli Esteri russo dopo i colloqui con il suo omologo indiano.

Secondo Lavrov, le discussioni tra i Paesi occidentali e Kyiv mostrano che "tutti i piani" sono legati alla fornitura di garanzie attraverso "un'intervento militare straniero" su parte del territorio ucraino. Il Ministro russo ha quindi accusato la leadership ucraina di agire contro gli sforzi del presidente Trump con cui la Russia sta cercando di trovare una soluzione alle cause profonde del conflitto. "L'altra parte vuole aggravare queste cause, creare certe alleanze nella sfera della sicurezza dell'Ucraina su base antirussa", ha affermato.

La Russia sostiene invece le garanzie di sicurezza che erano state concordate tra Mosca e Kyiv nell'aprile 2022 durante i negoziati di Istanbul. Queste prevedevano che la sicurezza dell'Ucraina fosse garantita dai membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'ONU (Russia, Cina, Francia, Stati Uniti e Regno Unito), oltre a Germania e Turchia. "Tutto il resto, tutto ciò che è unilaterale, sono naturalmente iniziative senza prospettive", ha concluso Lavrov.

Le opzioni europee e la posizione di Kyiv

Dal lato ucraino e occidentale, si stanno invece esplorando diverse opzioni per garantire la sicurezza del Paese nel quadro di un potenziale accordo di pace. Secondo Bloomberg, circa dieci Paesi europei, tra cui Francia e Regno Unito, sarebbero pronti a inviare le proprie truppe in Ucraina dopo un cessate il fuoco. Trump ha escluso la partecipazione di militari americani a tale missione, ma ha promesso di considerare un supporto aereo ("backstop") alle forze alleate.

I leader europei stanno anche discutendo una variante denominata "NATO-light" per l'Ucraina. Questo scenario non corrisponderebbe pienamente agli obblighi di difesa collettiva contenuti nell'articolo 5 del Trattato NATO, ma impegnerebbe i Paesi firmatari di un accordo di difesa con Kyiv a concordare rapidamente misure di risposta in caso di attacco.

La posizione ucraina rimane ferma nel ritenere che, in assenza di un'adesione piena alla NATO, solo un accordo che obblighi gli alleati a difendere il Paese potrà dissuadere la Russia da futuri attacchi. Kyiv sottolinea inoltre che, oltre all'assistenza finanziaria e alla fornitura di armi, i Paesi occidentali dovrebbero dispiegare contingenti militari in Ucraina per garantirne la sicurezza.

La situazione diplomatica appare quindi in una fase di stallo, con posizioni ancora molto distanti tra le parti. Il ritiro di Trump dal ruolo di mediatore diretto potrebbe riflettere la consapevolezza della complessità di organizzare un vertice che al momento non trova le condizioni minime di fattibilità, con Mosca che pone condizioni preliminari stringenti e l'Ucraina che cerca garanzie di sicurezza che la Russia considera inaccettabili.

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