Trump sta provando a licenziare la governatrice della Federal Reserve Lisa Cook

Il presidente accusa Cook di aver falsificato documenti di mutuo e annuncia la sua revoca immediata. La governatrice contesta la decisione e prepara una battaglia legale, mentre cresce il timore per l’indipendenza della Fed.

Trump sta provando a licenziare la governatrice della Federal Reserve Lisa Cook
Federal Reserve

Donald Trump ha annunciato la rimozione immediata di Lisa Cook dal consiglio dei governatori della Federal Reserve, la banca centrale americana. In una lettera diffusa il 25 agosto sul suo social Truth Social, il presidente ha motivato la decisione con presunte irregolarità commesse da Cook in due richieste di mutuo del 2021, nelle quali avrebbe dichiarato come residenza principale due immobili diversi a quindici giorni di distanza.

Le accuse sono state avanzate da Bill Pulte, direttore dell’Agenzia federale di finanziamento del settore immobiliare, che sostiene che la governatrice abbia ottenuto condizioni di credito più favorevoli attraverso dichiarazioni false. «In considerazione della sua condotta deludente e potenzialmente criminale in una vicenda finanziaria, i cittadini non possono avere fiducia nella sua integrità, e io non ne ho», ha scritto Trump nella lettera di licenziamento, aggiungendo che la revoca avviene a sua “discrezione”.

Il Federal Reserve Act prevede che i membri del board restino in carica fino alla fine del loro mandato, salvo revoca da parte del presidente «per giusta causa». Secondo numerosi giuristi, il punto cruciale sarà stabilire se le accuse — non ancora oggetto di incriminazione — possano costituire quel presupposto. Lisa Cook, nominata nel 2022 e con un mandato valido fino al 2038, ha replicato tramite il suo avvocato Abbe Lowell che «non esiste alcuna causa legale per la sua rimozione» e che intende continuare a svolgere le proprie funzioni. «Non mi dimetterò. Continuerò a servire l’economia americana come faccio dal 2022», ha dichiarato in una nota.

L’iniziativa di Trump si inserisce in una strategia più ampia volta a rafforzare la sua influenza sulla Federal Reserve. Fin dall’inizio del mandato, il presidente ha attaccato duramente Jerome Powell, a capo dell’istituzione, accusandolo di non voler abbassare i tassi d’interesse per stimolare un’economia rallentata. Dopo aver rinunciato a licenziare direttamente Powell, scelta che aveva suscitato forte preoccupazione nei mercati, Trump ha concentrato le sue mosse sul consiglio dei governatori.

A inizio agosto ha già colmato una precedente vacanza nominando Stephen Miran, suo consigliere economico, mentre la rimozione di Cook gli consentirebbe di ottenere un quarto seggio vicino alle sue posizioni su sette complessivi. In questo modo potrebbe avvicinarsi a una maggioranza in grado di orientare le decisioni di politica monetaria, inclusa la riunione di settembre in cui si discuterà di un possibile taglio dei tassi.

La notizia ha avuto immediate ripercussioni sui mercati. L’annuncio ha provocato un calo dell’indice del dollaro e dei rendimenti dei titoli del Tesoro a due anni, mentre i future sull’S&P 500 hanno registrato una flessione. Analisti e osservatori hanno sottolineato come il gesto possa minare la percezione di indipendenza della banca centrale, tradizionalmente considerata uno dei pilastri della stabilità economica statunitense.

Le reazioni politiche non si sono fatte attendere. La senatrice democratica Elizabeth Warren ha definito il provvedimento «un colpo di mano autoritario che viola palesemente il Federal Reserve Act e deve essere annullato dai tribunali». Per Aaron Klein, economista della Brookings Institution, si tratta di «un colpo mortale all’indipendenza della Fed».

Il contenzioso si annuncia complesso. Una sentenza della Corte Suprema, emessa all’inizio del 2025, ha confermato la possibilità per il presidente di rimuovere membri di altre agenzie federali indipendenti, ma aveva esplicitamente distinto il caso della Federal Reserve come “struttura unica” dotata di maggiori garanzie. Peter Conti-Brown, docente alla Wharton School, ha sottolineato che questa vicenda potrebbe diventare un test cruciale per chiarire fino a che punto la protezione “per giusta causa” si applichi ai governatori della Fed.

Il Dipartimento di Giustizia ha aperto un’indagine preliminare su Cook, dopo la segnalazione di Pulte, ma al momento non sono stati formalizzati capi d’accusa. La governatrice aveva già dichiarato nei giorni scorsi di non voler «cedere al bullismo» e di voler fornire tutta la documentazione necessaria per chiarire la propria posizione.

Con questa mossa, Trump punta a consolidare la sua influenza sulla politica monetaria in un momento delicato. Powell, intervenuto il 22 agosto al tradizionale simposio di Jackson Hole, ha lasciato intendere che la Fed si orienti verso una riduzione dei tassi a settembre, pur mantenendo cautela in attesa dei dati su inflazione e occupazione. La Casa Bianca, invece, spinge per un taglio deciso e immediato.

L’eventuale sostituzione di Lisa Cook con un esponente vicino al presidente potrebbe accelerare questo processo, ma al prezzo di incrinare ulteriormente la credibilità della banca centrale. Come ha osservato Lev Menand, professore alla Columbia Law School, «l’indipendenza della Fed era già appesa a un filo, ora il rischio cresce ancora».

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