Trump rilancia sulle espulsioni, ma i dati mostrano un calo rispetto all'era Biden

Nonostante le promesse di una massiccia campagna di espulsioni, i dati federali indicano che i rimpatri sono inferiori ai livelli dell'amministrazione precedente

Trump rilancia sulle espulsioni, ma i dati mostrano un calo rispetto all'era Biden

Donald Trump è tornato alla Casa Bianca anche grazie alla promessa di avviare una vasta operazione di rimpatrio di milioni di immigrati privi di documenti. Tuttavia, i dati federali dimostrano che, dall'inizio del suo mandato, non si è verificato un significativo aumento delle espulsioni. Anzi, i numeri sono inferiori a quelli registrati durante l'amministrazione Biden.

Durante un comizio il 12 agosto 2024, Trump aveva dichiarato che la sua politica sull'immigrazione sarebbe stata definita "l'espulsione di massa di Trump" e che avrebbe dato il via alla "più grande operazione di espulsione nella storia americana". Per coordinare questi sforzi, il presidente ha nominato Tom Homan come "zar del confine". Subito dopo la vittoria elettorale, Homan aveva confermato l'intenzione di organizzare la "più grande operazione di espulsione che il paese abbia mai visto".

L'approccio dell'amministrazione Trump in materia di immigrazione è stato descritto come una strategia di "shock and awe", ovvero "shock e timore", con l'obiettivo di ottenere la massima visibilità pubblica. Il segretario per la sicurezza interna ha partecipato personalmente ad arresti effettuati all'alba dall'Immigration and Customs Enforcement (ICE), diffondendo video degli interventi. Sono state dispiegate ulteriori forze armate al confine e sono stati utilizzati aerei militari per il trasferimento degli immigrati. In alcuni casi, presunti membri di gang venezuelane sono stati inviati direttamente in un carcere per terroristi a El Salvador, senza passare per un procedimento giudiziario negli Stati Uniti.

Nonostante questa intensificazione delle operazioni e della comunicazione istituzionale, i dati federali rivelano un quadro diverso. Sue Long, co-fondatrice del Transactional Records Access Clearinghouse presso la Syracuse University, usando i dati dell'ICE ha rilevato che la media giornaliera delle espulsioni è circa il 10% inferiore rispetto al periodo dell'amministrazione Biden.

All'inizio del mandato, l'amministrazione Trump aveva esaltato il numero di arresti giornalieri collegati all'immigrazione, ma non aveva reso pubblici dati dettagliati sui rimpatri. Secondo quanto dichiarato dalla Casa Bianca a Scripps News, la diminuzione degli attraversamenti del confine spiegherebbe la conseguente riduzione delle espulsioni. Un argomento ripreso anche da Homan, che ha affermato: "Abbiamo ridotto gli attraversamenti del confine del 96%, quindi non abbiamo milioni di persone che attraversano il confine". Per questo motivo, secondo il presidente e il suo staff, risulterebbe fuorviante confrontare i dati attuali con quelli della precedente amministrazione.

In una dichiarazione rilasciata al New York Times, Homan ha comunque ammesso che "dobbiamo aumentare gli arresti... Non sono abbastanza alti", sottolineando che nel paese si stima siano presenti ancora circa 11 milioni di immigrati privi di documenti. A suo avviso, un incremento dei finanziamenti da parte del Congresso sarebbe fondamentale per rafforzare gli sforzi di applicazione delle leggi sull'immigrazione.

Tra le difficoltà che rallentano le operazioni di rimpatrio, Homan ha evidenziato i costi elevati associati all'organizzazione e al trasporto degli immigrati verso i paesi d'origine, nonché la necessità di ottenere il consenso di questi ultimi ad accogliere i cittadini rimpatriati. Tali ostacoli logistici, insieme alla riduzione degli attraversamenti irregolari, sembrano contribuire al divario tra le promesse elettorali di Trump e i risultati effettivamente conseguiti.

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