Trump ridimensiona le critiche a Zelensky e mantiene le sanzioni contro la Russia

Il presidente statunitense prolunga per un anno le misure restrittive contro Mosca mentre i colloqui diplomatici tra le due potenze proseguono a Istanbul.

Trump ridimensiona le critiche a Zelensky e mantiene le sanzioni contro la Russia

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha smentito di aver definito il presidente ucraino Volodymyr Zelensky "un dittatore senza elezioni", nonostante le dichiarazioni rilasciate appena una settimana fa sulla sua piattaforma social Truth Social.

La rettifica è avvenuta durante un incontro con il primo ministro britannico Keir Starmer.

"Io ho detto questo? Non posso credere di averlo detto", ha affermato Trump quando gli è stato chiesto se continuasse a mantenere la sua precedente posizione nei confronti di Zelensky.

Si tratta di un cambiamento di tono significativo rispetto al 19 febbraio, quando il presidente americano aveva pubblicamente criticato il leader ucraino con parole decisamente dure.

Curiosamente, quando in un'occasione successiva gli era stato domandato se potesse definire "dittatore" il presidente russo Vladimir Putin, Trump aveva risposto: "Non uso questa parola con leggerezza", evidenziando una certa cautela nell'utilizzo di tale termine nei confronti del leader del Cremlino.

Imminente visita di Zelensky negli Stati Uniti

Questo cambiamento di posizione arriva dopo l'annuncio dell'accordo raggiunto tra Ucraina e Stati Uniti per i diritti minerari ucraini.

Trump e Zelensky firmeranno l'intesa a Washington nella giornata di oggi, segnando un'importante tappa nelle relazioni bilaterali tra i due Paesi dopo la vittoria del candidato repubblicano alle scorse elezioni di novembre.

Questo accordo sulle risorse minerarie rappresenta, infatti, un tassello importante nella cooperazione economica tra Washington e Kyiv, in un momento in cui l'Ucraina cerca di diversificare le proprie partnership internazionali e rafforzare i legami con gli alleati occidentali.

Sanzioni contro la Russia prorogate

Parallelamente, Trump ha firmato un documento che proroga per un altro anno le sanzioni contro la Russia, inizialmente imposte in seguito all'annessione della Crimea e al riconoscimento dell'indipendenza delle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Luhansk.

La decisione è stata ufficializzata il 27 febbraio attraverso il Registro Federale degli Stati Uniti.

Il provvedimento estende le misure restrittive introdotte nel 2014, 2018 e 2022 da diverse Amministrazioni americane.

Nel documento si specifica che tutte le limitazioni "devono rimanere in vigore dopo il 6 marzo 2025" poiché "le azioni e le politiche in questione continuano a rappresentare una minaccia straordinaria ed eccezionale per gli interessi della sicurezza nazionale e della politica estera degli Stati Uniti".

La proroga delle sanzioni è particolarmente significativa alla luce delle dichiarazioni rilasciate da Trump il 25 febbraio, quando aveva affermato di non considerare "al momento" la possibilità di rimuovere le sanzioni contro la Russia come parte del processo negoziale, pur ammettendo che "un giorno potremmo prenderlo in considerazione".

Il giorno successivo, il 26 febbraio, il presidente americano ha precisato che gli Stati Uniti sarebbero pronti a revocare le sanzioni contro Mosca, ma solo dopo la conclusione del conflitto russo-ucraino.

Negoziati tra Russia e Stati Uniti

In questo contesto di tensioni e aperture diplomatiche, ieri si sono svolti a Istanbul nuovi colloqui tra delegazioni russe e americane, come riportato dall'agenzia di stampa russa TASS.

I negoziati, incentrati principalmente sulle problematiche relative al funzionamento delle ambasciate dei due paesi, sono durati sei ore e mezza, concludendosi intorno alle 16:20 ora di Mosca.

Secondo quanto riferito, le delegazioni hanno lasciato il luogo dell'incontro senza rilasciare dichiarazioni alla stampa.

Non è stato reso noto chi abbia partecipato ai colloqui, sebbene il Ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov avesse precedentemente indicato che vi avrebbero preso parte "diplomatici di alto livello" ed "esperti".

Questo incontro rappresenta il secondo round di colloqui tra Russia e Stati Uniti dall'inizio della guerra in Ucraina.

Il primo si era svolto il 18 febbraio a Riad, in Arabia Saudita, dove le parti avevano discusso delle relazioni bilaterali, della preparazione di un possibile incontro tra i presidenti Putin e Trump, nonché della conclusione del conflitto ucraino.

Durante quei negoziati, Mosca e Washington avevano concordato di ripristinare il personale delle rispettive ambasciate e di normalizzare il funzionamento delle loro rappresentanze diplomatiche.

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