Trump revoca i visti agli studenti cinesi

Washington intensifica i controlli su Pechino e colpisce uno dei principali canali di finanziamento delle università: gli studenti stranieri. Harvard di nuovo nel mirino, mentre l'accesso agli USA per studenti internazionali diventa sempre più difficile

Trump revoca i visti agli studenti cinesi

L’amministrazione del presidente Donald Trump ha annunciato la revoca “aggressiva” dei visti per gli studenti cinesi, una decisione destinata ad avere conseguenze rilevanti tanto per le relazioni tra Stati Uniti e Cina quanto per il sistema universitario americano. L'annuncio è arrivato dal segretario di stato Marco Rubio, che ha giustificato la misura come parte di una più ampia strategia di revisione delle politiche sui visti, con particolare attenzione alla sicurezza nazionale.

La revoca colpirà in particolare gli studenti “con collegamenti al Partito Comunista Cinese” o iscritti a “settori critici” di studio. Ma l’iniziativa non si limita a questo: Rubio ha dichiarato che gli Stati Uniti “revisioneranno anche i criteri per i visti per intensificare il controllo di tutte le future domande di visto dalla Repubblica Popolare Cinese e da Hong Kong”.

La stretta arriva in risposta alle critiche del governo cinese verso la recente sospensione degli appuntamenti per i visti studenteschi da parte del Dipartimento di Stato americano. Pechino, tramite la portavoce del ministero degli esteri Mao Ning, ha esortato Washington a “salvaguardare i diritti e gli interessi legittimi degli studenti internazionali, inclusi quelli dalla Cina”.

I cittadini cinesi rappresentano da anni una delle principali fonti di iscrizioni – e di entrate – per le università statunitensi. Nel solo anno accademico 2023-24, 277.398 studenti cinesi hanno frequentato istituti americani, una cifra superata solo di recente dall’India. La loro presenza è cruciale soprattutto per le università che fanno affidamento sulle rette internazionali a costo pieno.

La misura tuttavia non è del tutto inedita. Già durante il suo primo mandato, Trump aveva adottato provvedimenti contro gli studenti cinesi, ma concentrandosi soprattutto su coloro coinvolti in discipline considerate sensibili o in collaborazione con apparati militari. La nuova offensiva si distingue però per la sua ampiezza e per la volontà dichiarata di esercitare un controllo rafforzato anche sui social media dei richiedenti.

Un cablogramma firmato da Rubio ha infatti ordinato a tutte le ambasciate e ai consolati statunitensi di non ampliare la capacità di appuntamenti per visti studenteschi o di scambio “fino a ulteriori indicazioni”, in attesa di una nuova politica di verifica dei profili digitali degli studenti. La misura rischia di rallentare in modo significativo l’accesso agli Stati Uniti anche per studenti provenienti da paesi tradizionalmente alleati, introducendo un clima di incertezza generalizzata.

Rubio ha inoltre celebrato la precedente revoca di migliaia di visti, molti dei quali riguardavano studenti stranieri coinvolti in attività critiche verso Israele. Questo dato si inserisce in una più ampia offensiva dell’amministrazione Trump contro l’istruzione superiore americana, accusata di essere un centro di diffusione di ideologie “woke” e di antisemitismo.

Un caso emblematico è quello dell’Università di Harvard. La Casa Bianca ha cercato di vietare la presenza di studenti internazionali nel prestigioso ateneo, che però ha respinto le pressioni. Harvard si è opposta anche alla richiesta presidenziale di sottoporre a supervisione i propri criteri di ammissione e assunzione, un rifiuto che ha ulteriormente esacerbato i rapporti con l’amministrazione. Il presidente ha più volte accusato la scuola di essere un focolaio ideologico e ha privato l’ateneo, insieme ad altre università d’élite, dei finanziamenti federali destinati alla ricerca.

La disputa è ora oggetto di battaglia legale. Un giudice ha sospeso temporaneamente l’ordine di espulsione degli studenti stranieri da Harvard, in attesa di un’udienza prevista per giovedì, lo stesso giorno della cerimonia di laurea. Migliaia di studenti e famiglie si erano già radunati a Cambridge, nel Massachusetts, per l’evento.

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