Trump revoca a Biden l'accesso ai documenti classificati
Trump ha annunciato la decisione su Truth Social, ricambiando l'analoga misura presa dal suo predecessore nel 2021. La revoca dell'autorizzazione di sicurezza all'ex presidente rompe una lunga tradizione che garantiva agli ex capi di Stato l'accesso alle informazioni sensibili.

Donald Trump ha annunciato venerdì 7 febbraio la revoca dell'accesso ai documenti classificati per il suo predecessore Joe Biden.
La mossa, comunicata attraverso il social network Truth Social, interrompe una consolidata pratica istituzionale che permetteva agli ex presidenti di continuare ad avere accesso alle informazioni riservate dopo la fine del loro mandato.
"Non è necessario che Joe Biden continui ad accedere a informazioni confidenziali", ha dichiarato Trump sulla sua piattaforma social, aggiungendo con il suo caratteristico stile: "JOE, SEI LICENZIATO".

Il presidente ha specificato che la sua Amministrazione provvederà all'immediata revoca del nulla osta di sicurezza e alla cessazione del rapporto quotidiano delle agenzie di intelligence per Biden.
La decisione di Trump sembra essere una risposta diretta a quanto accaduto nel 2021, quando Biden, allora presidente in carica, aveva rimosso l'accesso di Trump alle informazioni classificate.
Tale provvedimento era stato giustificato dal "comportamento incoerente" mostrato dall'ex presidente durante l'assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021, negli ultimi giorni della sua presidenza.
Per motivare la sua decisione, Trump ha fatto riferimento a un rapporto pubblicato nel febbraio 2024 dal procuratore speciale Robert Hur, che aveva descritto Biden come un "uomo anziano dalla memoria precaria".
Il documento, emerso durante un'indagine sulla gestione di documenti riservati da parte di Biden, aveva suscitato polemiche per i commenti sulla capacità cognitiva dell'ex presidente, definiti "inappropriati" dalla Casa Bianca.
La vicenda si inserisce in un contesto più ampio di controversie legate alla gestione di documenti classificati da parte dei presidenti americani.
Lo stesso Trump era stato incriminato per aver conservato nella sua residenza privata documenti sensibili, tra cui piani militari e informazioni sulle armi nucleari, dopo la fine del suo mandato. Tuttavia, il caso è stato archiviato in seguito alla sua vittoria alle elezioni presidenziali del novembre 2024.