Trump recupera consensi nella base MAGA dopo le polemiche sul dossier Epstein

I collaboratori della Casa Bianca tirano un sospiro di sollievo mentre i sostenitori del presidente si compattano contro i media dopo il nuovo articolo del Wall Street Journal sulla presunta lettera osè di compleanno di Trump ad Epstein.

Trump recupera consensi nella base MAGA dopo le polemiche sul dossier Epstein

La base MAGA, che si era pesantemente divisa sulla gestione della vicenda legata al dossier di Jeffrey Epstein da parte di Epstein, ha ritrovato unità nel difendere il presidente Donald Trump, rivolgendo il proprio malcontento contro i media, a seguito della pubblicazione da parte del Wall Street Journal di un articolo che accusava Trump di aver inviato una lettera osè di compleanno ad Epstein.

Lo scoop ha dato modo all'Amministrazione Trump e ai suoi alleati di spostare il dibattito verso una narrativa molto più vantaggiosa per il presidente, dipingendolo come vittima degli attacchi delle cosiddette élite mediatiche. Secondo i collaboratori della Casa Bianca, ciò confermerebbe la tesi espressa dallo stesso presidente all'inizio della settimana, quando aveva definito la vicenda Epstein come una "caccia alle streghe" orchestrata dai democratici.

Una persona vicina all'Amministrazione Trump, che ha richiesto l'anonimato, ha espresso sollievo affermando, intervistato da Politico:

"Grazie a Dio per gli eccessi dei democratici e media su questo. Ci salvano ogni volta".

Due funzionari della Casa Bianca, anch'essi sotto anonimato, concordano sul fatto che l'articolo del Wall Street Journal rappresenti un'opportunità strategica, che consente a Trump di tornare all'attacco contro i suoi avversari storici. Uno dei funzionari ha sottolineato che Trump è particolarmente abile nell'attaccare, aggiungendo che l'episodio ha contribuito a "mobilitare le truppe" e a rinsaldare il sostegno dei suoi seguaci.

Nelle settimane precedenti alla pubblicazione dello scoop, il movimento MAGA aveva vissuto una fase di pesanti tensioni interne. Figure influenti, come Laura Loomer, avevano espresso preoccupazione per la gestione definita "maldestra" della vicenda Epstein, paventando possibili ripercussioni negative sulla presidenza di Trump. Il presidente stesso aveva reagito duramente, dichiarando di non volere il sostegno di chi credeva alla "bufala" Epstein.

Tuttavia, lo scoop del Wall Street Journal ha ora improvvisamente ricompattato anche i più critici verso l'Amministrazione. Loomer ha definito la storia del Journal "totalmente falsa". Elon Musk, che in passato aveva insinuato presunti collegamenti tra Trump ed Epstein, ha affermato che la lettera "sembra fasulla". Charlie Kirk, che aveva sollecitato una maggiore trasparenza da parte del presidente sulla questione Epstein, ha definito l'articolo come "poco credibile".

Steve Bannon, ex stratega di Trump e conduttore del podcast War Room, ha commentato a Politico che il nuovo bersaglio comune per MAGA è tornato a essere il "Deep State e i suoi partner mediatici", sostenendo che Trump e i suoi sostenitori sono più forti quando passano all'attacco.

Un altro alleato della Casa Bianca, anch'egli sotto anonimato, ha spiegato che questa vicenda ha permesso ai sostenitori di Trump di "dare un senso alle cose" e trovare "una via d'uscita". Ha aggiunto che, anche se la questione non è del tutto chiusa, il movimento MAGA è ora più compattato rispetto ai giorni precedenti. Inoltre, ha sottolineato che criticare i media è ancora più motivante dato il coinvolgimento di Rupert Murdoch, proprietario del Wall Street Journal.

Tutto questo segna l'ultimo capitolo della complicata saga Epstein, esplosa politicamente questo mese quando il Dipartimento di Giustizia e il Federal Bureau of Investigation hanno escluso che Epstein fosse stato assassinato o che esistesse una "lista di clienti". Ciò aveva scatenato dure critiche interne verso l'Amministrazione Trump, accusata di favorire un insabbiamento dello scandalo tramite la figura della Procuratrice Generale Pam Bondi.

Con la reazione compatta dei sostenitori contro i media, Trump sembra ora avere l'opportunità di riappropriarsi della narrazione pubblica, trasformando la controversia in un momento di unità per il movimento MAGA.

Focus America non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001.