Trump pronto a tagliare le restrizioni sulla marijuana negli Stati Uniti

Il presidente starebbe per ridurre drasticamente le restrizioni federali sulla cannabis, equiparandola ad alcuni antidolorifici da prescrizione. La mossa non legalizzerebbe la sostanza ma cambierebbe la politica antidroga americana più di qualsiasi altra riforma dagli anni Settanta.

Trump pronto a tagliare le restrizioni sulla marijuana negli Stati Uniti
Official White House Photo by Molly Riley

Il presidente Donald Trump si prepara a riclassificare la marijuana a livello federale, riducendo le restrizioni sulla sostanza e sui suoi derivati allo stesso livello di alcuni comuni farmaci antidolorifici. Lo riportano Washington Post e Axios, citando fonti vicine alla Casa Bianca.

Trump avrebbe discusso il piano mercoledì in una telefonata dallo Studio Ovale con lo speaker della Camera Mike Johnson, repubblicano della Louisiana. Secondo sei persone a conoscenza dei colloqui, il presidente dovrebbe firmare un ordine esecutivo che ordina alle agenzie federali di procedere con la riclassificazione.

Attualmente la marijuana è classificata come sostanza di Schedule I, la stessa categoria di eroina e LSD. Questa classificazione indica droghe considerate ad alto potenziale di abuso e senza alcun uso medico riconosciuto. Trump la sposterebbe alla Schedule III, categoria che include sostanze con minore potenziale di abuso e usi medici riconosciuti, come il Tylenol con codeina e alcuni trattamenti steroidei e ormonali.

La riclassificazione non legalizzerebbe né depenalizzerebbe la marijuana, ma rimuoverebbe barriere significative alla ricerca scientifica e migliorerebbe i profitti delle aziende che operano legalmente a livello statale. Secondo Shane Pennington, avvocato di Washington che rappresenta due aziende favorevoli alla riclassificazione, si tratterebbe della più grande riforma della politica federale sulla cannabis dagli anni Settanta, quando la marijuana venne inserita nello Schedule I.

Durante la telefonata di mercoledì, Trump era affiancato da dirigenti dell'industria della marijuana, dal segretario alla Salute Robert F. Kennedy Jr. e dal direttore dei Centers for Medicare and Medicaid Services Mehmet Oz. Johnson si è mostrato scettico e ha elencato diversi studi e dati a sostegno della sua contrarietà alla riclassificazione. Trump ha quindi passato il telefono ai dirigenti seduti intorno alla sua scrivania, che hanno confutato gli argomenti dello speaker. Al termine della chiamata, il presidente sembrava intenzionato a procedere, anche se le fonti precisano che i piani non sono definitivi.

Un portavoce della Casa Bianca ha dichiarato giovedì che "non sono state prese decisioni finali sulla riclassificazione della marijuana". Il Dipartimento della Salute ha rinviato le domande alla Casa Bianca, mentre l'ufficio di Johnson ha rifiutato di commentare.

Trump aveva già espresso apertura sulla questione. Ad agosto aveva dichiarato: "Ci stiamo guardando. Ad alcuni piace, altri la odiano. Alcuni odiano l'intero concetto di marijuana perché fa male ai bambini e alle persone più grandi dei bambini". A settembre aveva pubblicato un video su Truth Social in cui sosteneva la copertura Medicare per il cannabidiolo derivato dalla canapa.

Il presidente non può riclassificare unilateralmente la marijuana, spiega Pennington. Può però ordinare al Dipartimento di Giustizia di rinunciare a un'udienza amministrativa pendente e emanare la norma finale. L'intero processo era iniziato sotto l'amministrazione Biden. Nell'ottobre 2022, Biden aveva incaricato il Dipartimento della Salute e l'allora procuratore generale Merrick Garland di rivedere rapidamente la classificazione federale della marijuana. Ad agosto 2023, il dipartimento aveva concluso la revisione, stabilendo che la marijuana ha alcuni benefici medici legittimi, e aveva inviato la raccomandazione di riclassificarla come Schedule III alla Drug Enforcement Administration. Da allora il processo si è arenato.

La DEA avrebbe dovuto tenere un'udienza amministrativa sulla proposta, con un giudice che ascolta esperti sui benefici e i rischi per la salute della marijuana. Ma l'udienza è in un limbo legale da quando Trump è entrato in carica, tra accuse da parte delle aziende di cannabis che la DEA stesse cercando di affossare la misura.

L'industria della marijuana è cresciuta fino a valere 32 miliardi di dollari negli Stati Uniti. Decine di Stati e Washington D.C. hanno legalizzato programmi di marijuana medica, e 24 hanno approvato la marijuana ricreativa. Secondo un recente sondaggio Gallup, il 64% degli americani sostiene la legalizzazione, rispetto al 58% del 2015 e al 36% del 2005.

La riclassificazione porterebbe benefici economici significativi all'industria. Per decenni le aziende di marijuana hanno operato sotto il codice fiscale punitivo 280E, riservato ai trafficanti di sostanze di Schedule I e II, con un'aliquota fiscale effettiva di circa il 60% del fatturato lordo. Come sostanza di Schedule III, le aziende potrebbero applicare le stesse deduzioni fiscali delle altre imprese, liberando miliardi di dollari.

Brian Vicente, socio fondatore dello studio legale Vicente specializzato in cannabis e uno degli autori principali dell'emendamento sulla legalizzazione della marijuana in Colorado nel 2012, definisce la riclassificazione "un cambiamento epocale" che avrà "un effetto enorme e positivo su migliaia di attività di cannabis legali a livello statale nel paese".

Tuttavia, la riclassificazione lascia irrisolto quello che Paul Armentano, vicedirettore dell'organizzazione no profit NORML favorevole alla legalizzazione, chiama "l'elefante nella stanza": il fatto che la maggioranza degli Stati regola attualmente le vendite di cannabis, medica e ricreativa, in modo contrario alla legge federale. "Sfortunatamente, riclassificare la cannabis da Schedule I a Schedule III fa molto poco per affrontare questo conflitto esistente", afferma Armentano. "Francamente, lo perpetua semplicemente".

Restano anche incognite su come la Food and Drug Administration, che supervisiona i farmaci di Schedule III, potrebbe regolare l'industria. I farmaci di Schedule III possono essere usati legalmente solo con prescrizione e distribuiti in farmacia, un sistema incompatibile con l'attuale mercato della cannabis negli Stati.

Le aziende di cannabis hanno corteggiato Trump, anche finanziando la sua operazione politica. Il American Rights and Reform PAC favorevole alla cannabis ha donato un milione di dollari a un super PAC allineato con Trump, e diverse aziende del settore hanno contribuito al fondo inaugurale del presidente.

Kevin Sabet, presidente dell'organizzazione no profit Smart Approaches to Marijuana contraria alla legalizzazione, ha dichiarato che la riclassificazione "danneggerebbe" la società e "soprattutto i nostri giovani" arricchendo le aziende di cannabis. Alcuni progressisti temono che Trump cerchi un vantaggio politico allentando le restrizioni. Il Progressive Turnout Project, gruppo liberal, ha recentemente avvertito che Trump minaccia di "rubare la riforma della marijuana proprio da sotto i nostri piedi".

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