Trump pronto a garantire la sicurezza dell'Ucraina come ai Paesi membri Nato

Gli Stati Uniti avrebbero accettato di fornire a Kiev garanzie di sicurezza equiparabili all'articolo 5 del Trattato Nordatlantico, pur senza obblighi automatici di intervento militare. La formula emersa dai negoziati di Berlino lascia però ampi margini interpretativi.

Trump pronto a garantire la sicurezza dell'Ucraina come ai Paesi membri Nato

Al termine dei negoziati tra delegazioni statunitensi e ucraine svoltisi a Berlino il 14 e 15 dicembre, Washington avrebbe trovato un compromesso con Kyiv su una delle questioni più delicate del processo di pace: le garanzie di sicurezza per l'Ucraina. Secondo quanto emerso, gli Stati Uniti si sarebbero impegnati a fornire garanzie definite "di platino", modellate sull'articolo 5 del Trattato Nordatlantico, pur restando fuori dal quadro formale dell'adesione alla NATO.

La questione delle garanzie di sicurezza rappresenta una priorità assoluta per il presidente Volodymyr Zelensky e la sua squadra fin dall'avvio del processo negoziale promosso dall'Amministrazione statunitense dopo il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. Per mesi Washington aveva evitato di assumere impegni vincolanti, rifiutando anche proposte che legavano le garanzie allo sfruttamento delle risorse naturali ucraine da parte di aziende americane.

Il cambio di posizione americano

La svolta sarebbe arrivata a novembre, quando l'intensificazione dei negoziati e la presentazione di una bozza di accordo di pace in 28 punti hanno spinto gli Stati Uniti a rivedere la propria posizione. Le garanzie proposte prevedono che le condizioni per la loro attivazione siano equivalenti a quelle previste per i membri effettivi dell'Alleanza Atlantica, anche se formalmente l'Ucraina dovrebbe rinunciare all'obiettivo dell'adesione alla NATO per raggiungere un compromesso con la Russia.

L'articolo 5 del Trattato Nordatlantico, sul quale si baserebbero le garanzie per Kyiv, stabilisce il principio della difesa collettiva: un attacco contro un Paese membro dell'Alleanza viene considerato un attacco contro tutti. Tuttavia, contrariamente a una percezione diffusa, questo articolo non impone l'intervento militare automatico. Il testo del Trattato prevede che ciascun Paese membro decida autonomamente quale forma di assistenza fornire alla parte aggredita, "incluso l'uso della forza armata", ma senza escludere altre modalità di supporto.

Margini di interpretazione

Il Trattato Nordatlantico stabilisce che in caso di aggressione armata contro uno o più Paesi membri, gli altri Paesi forniranno "l'assistenza che riterranno necessaria, incluso l'uso della forza armata, per ristabilire e mantenere la sicurezza della regione nordatlantica". La formulazione lascia quindi ampia discrezionalità sul tipo e l'entità dell'intervento, che potrebbe spaziare dalla fornitura di armi e intelligence al sostegno economico, fino all'eventuale partecipazione diretta alle operazioni militari.

Al momento non è chiaro come verranno formulate esattamente le garanzie per l'Ucraina. La loro portata effettiva dipenderà in larga misura dall'esito dei negoziati tra Stati Uniti e Russia. Resta da definire quale livello di potenziale minaccia da parte di Washington Mosca sia disposta ad accettare. Inoltre, l'accordo sulle garanzie di sicurezza non garantisce automaticamente progressi sulla questione più complessa e controversa: l'appartenenza territoriale del Donbass.

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