Trump presenta una proposta scritta di accordo nucleare all'Iran

Svolta nei colloqui: la proposta americana delinea parametri per un programma civile iraniano in cambio della revoca delle sanzioni. L’Iran valuta l’offerta, mentre cresce la pressione diplomatica internazionale

Trump presenta una proposta scritta di accordo nucleare all'Iran

L’amministrazione Trump ha consegnato all’Iran una proposta scritta per un nuovo accordo nucleare durante il quarto round di negoziati, tenutosi domenica a Muscat, in Oman. Si tratta della prima bozza formale inviata dagli Stati Uniti dall’inizio dei colloqui, avviati all’inizio di aprile, e rappresenta un passaggio significativo nel tentativo di rinegoziare i termini del programma nucleare iraniano. La notizia è stata confermata da un funzionario statunitense e da altre due fonti con conoscenza diretta delle trattative.

L’inviato della Casa Bianca Steve Witkoff ha consegnato la proposta al ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi, che l’ha successivamente portata a Teheran per sottoporla alla Guida Suprema Ali Khamenei, al presidente Masoud Pezeshkian e ad altri alti funzionari del governo. La decisione di formalizzare una proposta scritta segna un cambiamento nella strategia negoziale americana, che nelle prime fasi aveva puntato su un approccio più interlocutorio.

Durante una visita ufficiale in Arabia Saudita, il presidente Donald Trump ha definito l’iniziativa un “ramoscello d’ulivo”, chiarendo però che la finestra per un’intesa non resterà aperta a lungo: “Questa non è un'offerta che durerà per sempre. Il momento giusto per scegliere è adesso”, ha dichiarato.

L’evoluzione dei negoziati mostra una dinamica graduale. Nel primo round, Araghchi aveva consegnato un documento con proposte iraniane, che Witkoff aveva rifiutato di formalizzare a causa della mancanza di fiducia reciproca. Solo nel terzo round, tenutosi a fine aprile, Witkoff ha accettato di esaminare un documento aggiornato proveniente da Teheran. Un team di esperti statunitensi ha analizzato il testo, restituendo una serie di domande e richieste di chiarimento, cui l’Iran ha risposto, aggiungendo a sua volta alcune domande.

Questa fase di scambio ha portato alla redazione della proposta americana, che secondo le fonti del negoziato, delinea i parametri per un programma nucleare civile iraniano, insieme ai requisiti di monitoraggio e verifica. Rimane però in discussione il nodo centrale dell’arricchimento dell’uranio: Witkoff e altri funzionari statunitensi avrebbero fornito risposte contrastanti sul grado di arricchimento che verrebbe consentito all’Iran.

Un alto consigliere della Guida Suprema Khamenei ha dichiarato a NBC News che Teheran è disposta a firmare un accordo che consenta l’arricchimento solo a bassi livelli, sufficienti per usi civili, in cambio della revoca di tutte le sanzioni economiche. L’Iran si impegnerebbe a rinunciare alle scorte di uranio altamente arricchito e ad accettare un sistema di ispezione per garantire la conformità all’accordo.

Il contenuto della proposta americana è stato presentato da Witkoff anche al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, dove l’inviato ha descritto il documento come “elegante” e “molto importante”, pur ammettendo la necessità di ulteriori progressi. La riunione del Consiglio si è svolta mercoledì scorso e i verbali, condivisi con Axios, sono stati confermati da una fonte a conoscenza dei fatti.

Witkoff ha consegnato la proposta direttamente ad Araghchi domenica, in occasione del quarto round a Muscat, il giorno prima della partenza del presidente Trump per il suo viaggio in Medio Oriente. Sebbene un quinto round non sia ancora stato programmato, fonti vicine all’amministrazione americana riferiscono che Witkoff ha espresso ottimismo circa l’esito del quarto incontro.

In parallelo, il presidente Trump ha continuato a coinvolgere gli attori regionali. Durante un colloquio con l’emiro del Qatar, Sheikh Tamim al-Thani, tenutosi mercoledì, il presidente ha dichiarato: “Spero che possiate aiutarmi con la situazione iraniana. È una situazione pericolosa e vogliamo fare la cosa giusta”. Ha inoltre sottolineato l’intenzione di evitare un conflitto armato: “Cose del genere iniziano e poi sfuggono al controllo. L'ho visto più e più volte... non permetteremo che ciò accada”.

Anche l’Europa resta attivamente coinvolta nel processo. Oggi è previsto a Istanbul un incontro tra alti diplomatici iraniani e rappresentanti dei paesi E3 – Francia, Regno Unito e Germania – il primo dopo due mesi di stallo. I tre paesi hanno avvertito che, in assenza di un accordo entro agosto, saranno attivate le sanzioni “snapback” previste dall’intesa del 2015. Secondo fonti diplomatiche europee, questa decisione rappresenta un ultimo tentativo di esercitare pressione su Teheran per accelerare la firma di un nuovo accordo.

Il Dipartimento di Stato ha rifiutato di commentare pubblicamente sul contenuto della proposta o sulle prospettive future dei colloqui. Al momento, l’attenzione si concentra sulla risposta che l’Iran fornirà dopo le consultazioni interne avviate a Teheran.

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