Trump ottiene via libera per bloccare aiuti esteri da 4 miliardi

La Corte Suprema autorizza il congelamento temporaneo dei fondi destinati all'assistenza internazionale. I tre giudici progressisti si oppongono alla decisione definendola contraria alla separazione dei poteri.

Trump ottiene via libera per bloccare aiuti esteri da 4 miliardi
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La Corte Suprema degli Stati Uniti ha autorizzato venerdì l'amministrazione Trump a congelare temporaneamente oltre 4 miliardi di dollari di aiuti internazionali già approvati dal Congresso. La decisione rappresenta una vittoria significativa per il presidente nella sua battaglia per esercitare un controllo più stretto sulla spesa federale.

I nove giudici della più alta corte americana hanno stabilito che l'autorità presidenziale in materia di affari esteri prevale sul "potenziale danno" che potrebbero subire le popolazioni normalmente destinatarie di questi fondi. La maggioranza conservatrice ha però precisato che si tratta di una misura temporanea, non di una decisione definitiva, mentre il caso prosegue nei tribunali di grado inferiore.

Il smantellamento dell'agenzia per lo sviluppo

Dal suo ritorno alla Casa Bianca a gennaio, Trump ha bloccato miliardi di dollari destinati agli aiuti internazionali e ha formalmente smantellato l'United States Agency for International Development (Usaid). L'agenzia, che era la più importante organizzazione umanitaria a livello mondiale, operava in programmi sanitari e di assistenza d'emergenza in circa 120 paesi ed è ora dipendente dal Dipartimento di Stato.

La decisione di venerdì ha scatenato il dissenso dei tre giudici progressisti della Corte Suprema. La giudice Elena Kagan ha denunciato una scelta "in contraddizione con la separazione dei poteri", sottolineando come l'intervento della corte vada oltre le sue competenze costituzionali.

Una battaglia legale di mesi

La controversia sugli aiuti esteri rappresenta l'ultimo capitolo di una disputa legale che si protrae da mesi tra gruppi umanitari internazionali e l'amministrazione Trump. A febbraio, diverse organizzazioni per la salute globale e altri enti di assistenza internazionale avevano fatto causa sostenendo che i tagli erano illegali e avrebbero provocato crisi umanitarie in aree già colpite da carestie, malattie e conflitti.

Il giudice distrettuale Amir H. Ali aveva recentemente ordinato all'amministrazione di allocare 10,5 miliardi di dollari in aiuti entro la fine dell'anno fiscale, fissata per martedì 30 settembre. I funzionari di Trump avevano dichiarato di essere disposti a spendere 6,5 miliardi, ma avevano tentato di recuperare oltre 4 miliardi attraverso una controversa tattica di bilancio nota come "pocket recission", successivamente dichiarata illegale.

L'appello alla Corte Suprema

Quando una corte d'appello federale ha rifiutato di bloccare l'ordine di Ali il 6 settembre, l'amministrazione Trump si è rivolta alla Corte Suprema l'8 settembre per sospenderlo. Il giorno seguente, il presidente della Corte John G. Roberts Jr. ha emesso una breve sospensiva sulla porzione dell'ordine relativa ai 4 miliardi di dollari, permettendo alla corte di valutare l'appello.

Il procuratore generale D. John Sauer aveva scritto nel ricorso che rispettare la scadenza del 30 settembre sarebbe stato "insostenibile" perché l'amministrazione avrebbe dovuto immediatamente avviare negoziazioni diplomatiche con altre nazioni sull'uso di fondi che si opponeva a spendere. "Il presidente può difficilmente parlare con una sola voce negli affari esteri quando il tribunale distrettuale sta costringendo il ramo esecutivo a sostenere posizioni contrarie ai propri obiettivi", aveva argomentato Sauer.

Precedenti decisioni controverse

La Corte Suprema aveva già permesso all'amministrazione Trump di procedere con alcuni tagli in casi precedenti. Ad aprile, una corte divisa aveva stabilito che il giudice Ali poteva ordinare il rimborso di circa 2 miliardi di dollari per lavori di aiuto estero già completati dai contraenti. In altre due decisioni quest'anno, la corte ha autorizzato i funzionari a cancellare quasi 800 milioni di dollari in sovvenzioni dei National Institutes of Health e fino a 65 milioni di dollari in sovvenzioni per la formazione degli insegnanti.

I democratici del Congresso stimano che attualmente siano sospesi 430 miliardi di dollari di spesa federale, che spaziano dalle ricerche sanitarie ai progetti di trasporto fino ai finanziamenti alle "città santuario". Trump sostiene di stare cercando di ridimensionare una burocrazia federale gonfia e allineare la spesa agli obiettivi della sua amministrazione, mentre i critici affermano che ha oltrepassato la sua autorità rivendicando ampi poteri per bloccare unilateralmente i finanziamenti approvati dal Congresso.

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