Trump minimizza la crisi economica e l'idea del terzo mandato

In un'intervista a “Meet the Press”, il presidente difende i dazi, rifiuta le critiche su inflazione e recessione e non esclude l’uso della forza per obiettivi geopolitici

Trump minimizza la crisi economica e l'idea del terzo mandato

In un’intervista di oltre un’ora con Kristen Welker per Meet the Press di NBC News, il presidente Donald Trump ha respinto le preoccupazioni economiche e costituzionali che stanno accompagnando i primi cento giorni del secondo mandato. L’intervista, avvenuta nella residenza di Mar-a-Lago a Palm Beach, ha toccato i principali dossier della presidenza: dalla politica economica e commerciale alla gestione dell’immigrazione, fino alle tensioni internazionali e alla possibilità di un terzo mandato.

Trump ha rivendicato la propria agenda protezionistica, in particolare il massiccio ricorso ai dazi, come strumento per rilanciare l’economia statunitense e ridurre la dipendenza dalle importazioni. Nonostante l'economia abbia registrato una contrazione dello 0,3% nel primo trimestre del 2025 — la prima dal 2022 — il presidente ha definito questo rallentamento un “periodo di transizione”, assicurando che gli Stati Uniti sono “sulla strada giusta” verso “il più grande boom economico della storia”.

Interrogato sugli effetti dei dazi su beni di largo consumo, Trump ha minimizzato l’impatto, suggerendo che i cittadini americani possano tranquillamente rinunciare a beni superflui. “Non serve avere 30 bambole. Tre bastano. Non servono 250 matite. Cinque sono sufficienti”, ha dichiarato. Ha inoltre ridimensionato le preoccupazioni legate all’aumento dei prezzi di beni come passeggini o pneumatici, sostenendo che “la benzina è migliaia di volte più importante”.

Sul fronte delle piccole imprese, Trump ha affermato che “molte sono state aiutate” dai dazi e che non avranno bisogno di aiuti pubblici. Secondo il presidente, i dazi garantiranno entrate per il governo e incoraggeranno la produzione interna: “Non dobbiamo sprecare denaro per un deficit commerciale con la Cina per cose che non ci servono”.

Nel corso dell’intervista, Trump ha anche affrontato il tema dei limiti costituzionali. Sollecitato sul fatto che deve rispettare il giuramento presidenziale di “preservare, proteggere e difendere la Costituzione”, ha risposto: “Non lo so”, sottolineando di affidarsi ai suoi “brillanti avvocati” per seguire quanto stabilito dalla Corte Suprema.

Non sono mancate le dichiarazioni sulle aspirazioni per un terzo mandato. Sebbene il presidente abbia affermato che “non è qualcosa che intendo fare”, ha aggiunto: “Molte persone vogliono che lo faccia”. La vendita di cappellini con la scritta “Trump 2028” sul sito ufficiale della sua campagna alimenta però dubbi sulla reale intenzione di rispettare il limite sancito dal 22° emendamento della Costituzione.

In ambito di politica estera, Trump ha ribadito la centralità della sua visione America First, parlando di una possibile annessione della Groenlandia per ragioni di sicurezza internazionale e, pur escludendo l’uso della forza contro il Canada, ha rinfocolato la retorica secondo cui Ottawa non contribuirebbe equamente alla difesa comune. “Loro hanno bisogno di noi. Noi non abbiamo bisogno di loro”, ha affermato.

Sul conflitto in Ucraina, il presidente ha ammesso che un accordo di pace potrebbe “non essere possibile”, ma ha comunque dichiarato di ritenere che “ci sia una buona possibilità” di successo, citando l’odio radicato tra i contendenti come ostacolo principale.

Trump ha poi difeso l’emergenza nazionale dichiarata in materia di immigrazione, proclamata il primo giorno del suo secondo mandato. Pur ammettendo che il numero di ingressi illegali è calato, ha sostenuto che “l’emergenza ora è nel sistema giudiziario” a causa dell’impossibilità di processare milioni di casi.

Nel discutere il rispetto del diritto al due process garantito dal quinto emendamento, Trump ha replicato: “Forse lo dice, ma se parliamo di questo, dovremmo avere uno o due milioni di processi. Abbiamo migliaia di persone che sono assassini, spacciatori, alcuni dei peggiori al mondo”.

Rispetto al futuro del suo movimento politico, Trump ha elogiato il vicepresidente JD Vance e il segretario di Stato Marco Rubio come potenziali successori. “Se il vicepresidente è eccezionale, immagino che avrebbe un vantaggio”, ha detto. Tuttavia, ha evitato di indicare un erede preciso, limitandosi a dire che “ci sono molte persone valide nel partito”.

Infine, Trump ha confermato la volontà di estendere ulteriormente la scadenza per la vendita di TikTok, in attesa che l’azienda madre cinese ByteDance trovi un acquirente statunitense. “Forse non dovrei dirlo, ma ho un debole per TikTok. Sarà protetta, molto protetta”, ha dichiarato, aprendo alla possibilità di ulteriori rinvii.

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