Trump minaccia un’azione legale contro Powell
Il presidente degli Stati Uniti accusa il numero uno della banca centrale di incompetenza e chiede un taglio immediato dei tassi, contestando la spesa di miliardi per il cantiere del quartier generale.

Il presidente statunitense Donald Trump ha annunciato di voler autorizzare «un’azione in giustizia importante» contro Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, accusandolo di una gestione «orribile e manifestamente incompetente» dei lavori di ristrutturazione della sede della banca centrale a Washington. La dichiarazione, diffusa il 12 agosto sulla piattaforma Truth Social, è l’ultimo episodio di una serie di attacchi che da settimane vedono Trump in aperto contrasto con la Fed.
Secondo il presidente, la ristrutturazione, che a suo dire avrebbe dovuto costare 50 milioni di dollari, ha raggiunto una spesa di «tre miliardi». L’istituzione monetaria fornisce però una cifra inferiore, stimando il costo a 2,5 miliardi di dollari. Lo scontro sui numeri è stato al centro di un episodio ripreso dai media alla fine di luglio, quando Trump si è recato a sorpresa in visita al cantiere. Nelle immagini, il presidente legge un documento che parla di 3,1 miliardi di dollari, mentre Powell scuote il capo e lo corregge.
Trump non si limita a contestare le spese. Da settimane definisce Powell un «idiota», lo invita pubblicamente a dimettersi e incita gli altri membri del consiglio della Fed a sostituirlo. Lo aveva nominato lui stesso durante il suo primo mandato, ma ora punta a collocare alla guida un esponente più vicino alle proprie posizioni. Powell, che presiede il comitato sui tassi di interesse — composto da dodici membri —, resterà formalmente in carica fino a maggio 2026 e potrà rimanere come governatore fino a gennaio 2028.
Il presidente chiede inoltre a Powell di «abbassare ORA i tassi d’interesse», segnalando una crescente impazienza verso la politica monetaria restrittiva della banca centrale. La mossa rientra in una strategia più ampia per imprimere una svolta accomodante alla Fed, in un contesto economico segnato da tensioni sui mercati e da nuovi dazi commerciali. Trump è già vicino a inserire uno dei suoi principali consiglieri economici, Stephen Miran, all’interno del board della Fed, approfittando delle dimissioni di una governatrice.
L’offensiva contro Powell rappresenta un passaggio inedito nella relazione tra Casa Bianca e banca centrale. Pur avendo il presidente un ruolo limitato sull’operato della Fed, il pressing diretto — che include insulti, richieste di dimissioni e minacce di azioni legali — segna un’escalation nei rapporti tra politica e autorità monetaria. Resta da vedere se l’annunciata «azione di giustizia importante» si concretizzerà o se resterà uno strumento di pressione per accelerare il cambio di rotta desiderato da Trump.