Trump minaccia nuovi dazi sul petrolio russo se i negoziati di pace per l'Ucraina dovessero fallire
Il presidente americano dichiara di essere "furioso" con Putin per le critiche a Zelensky e annuncia possibili sanzioni se Mosca non collaborerà al cessate il fuoco.

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha drasticamente inasprito i toni nei confronti della Russia, minacciando di imporre dazi secondari sul petrolio russo se non si raggiungerà un accordo per porre fine alla guerra in Ucraina.
In un'intervista telefonica rilasciata a NBC News, Trump ha dichiarato senza mezzi termini di essere "arrabbiato, furioso" con il presidente russo Vladimir Putin, segnando una svolta significativa rispetto all'approccio più conciliante che la Casa Bianca aveva mantenuto finora nei confronti di Mosca.
"Se la Russia e io non saremo in grado di raggiungere un accordo per fermare il bagno di sangue in Ucraina, e se penserò che sia colpa della Russia - cosa che potrebbe non essere - ma se penserò che sia colpa della Russia, imporrò dazi secondari su tutto il petrolio proveniente dalla Russia", ha affermato Trump durante l'intervista con la giornalista Kristen Welker.
La rabbia del presidente americano sarebbe scaturita in particolare dalle dichiarazioni di Putin che "ha iniziato a mettere in discussione la credibilità del presidente ucraino Volodymyr Zelensky" e "ha iniziato a parlare di una nuova leadership" in Ucraina.
Trump ha inoltre annunciato l'intenzione di avere un colloquio telefonico con il presidente russo nel corso di questa settimana.
Relazioni complesse tra Washington, Mosca e Kyiv
Il cambio di rotta nella retorica di Trump appare ancora più significativo alla luce delle sue precedenti dichiarazioni nei confronti di Zelensky, che aveva definito "un dittatore senza elezioni", portando le relazioni tra Stati Uniti e Ucraina ai minimi storici.
Questo complesso intreccio diplomatico evidenzia le difficoltà che l'amministrazione Trump sta affrontando nel tentativo di mediare tra le parti in conflitto.
In una precedente intervista a Newsmax trasmessa martedì, Trump ha suggerito che la Russia potrebbe star "temporeggiando", pur manifestando il desiderio di vedere una conclusione del conflitto.
Lo stesso giorno, la Casa Bianca ha annunciato di aver raggiunto accordi con Russia e Ucraina per garantire la "navigazione sicura" nel Mar Nero e per sviluppare "misure per l'attuazione" di un divieto di attacchi contro le infrastrutture energetiche nei due Paesi.
Tuttavia, il Cremlino ha immediatamente precisato in un comunicato che la sua adesione al cessate il fuoco è vincolata all'alleggerimento delle sanzioni, introducendo così un ulteriore elemento di complessità nei negoziati.
La crescente frustrazione di Trump e le possibili sanzioni
Secondo quanto riportato da un alto funzionario della Casa Bianca ad Axios, "la rabbia di Trump si è intensificata" in risposta al comportamento della Russia e alla sua escalation di attacchi contro l'Ucraina, proprio mentre il presidente americano spinge per un cessate il fuoco.
La crescente frustrazione del presidente Trump era già emersa in un post pubblicato il 7 marzo sulla sua piattaforma Truth Social, dove aveva scritto:
"Sulla base del fatto che la Russia sta assolutamente 'massacrando' l'Ucraina sul campo di battaglia in questo momento, sto fortemente considerando sanzioni bancarie su larga scala, sanzioni e dazi sulla Russia" fino a quando non sarà raggiunto un accordo di cessate il fuoco.
Gli Stati Uniti hanno già in vigore un ampio regime sanzionatorio contro la Russia, ma secondo alcune fonti l'Amministrazione Trump avrebbe considerato l'allentamento di alcune di queste misure come parte di un percorso verso il miglioramento delle relazioni con Mosca.
Lo scenario geopolitico in evoluzione
La minaccia di imporre ulteriori dazi secondari sul petrolio russo rappresenta una mossa significativa che potrebbe avere ripercussioni sul mercato energetico globale.
I dazi secondari, a differenza di quelli primari, colpirebbero non solo le importazioni dirette dagli Stati Uniti (praticamente inesistenti nel caso del petrolio russo), ma anche le transazioni che coinvolgono Paesi terzi che commerciano con la Russia.
Sul fronte economico, gli analisti osservano che l'imposizione di dazi sul petrolio russo potrebbe avere effetti significativi sul mercato energetico globale, con potenziali aumenti dei prezzi e ripercussioni sulle economie di numerosi Paesi.
Nel 2023, la Russia ha esportato petrolio per un valore stimato di oltre 200 mila miliardi di dollari, principalmente verso Cina, India e altri Paesi asiatici, che potrebbero essere colpiti dalle sanzioni secondarie minacciate da Trump.
Il quadro geopolitico complessivo
Questa strategia di pressione economica si inserisce in un quadro geopolitico in cui l'Amministrazione Trump sta cercando di riaffermare la propria influenza nei negoziati per la pace in Ucraina, dopo che i recenti sviluppi sul campo di battaglia hanno visto un'intensificazione delle operazioni militari russe.
L'apparente contraddizione tra la ricerca di un accordo di pace e la minaccia di nuove sanzioni riflette la complessità della situazione e le difficoltà nel bilanciare interessi geopolitici divergenti.
Da un lato, Trump sembra determinato a porre fine al conflitto, dall'altro non appare disposto a farlo a qualsiasi costo, soprattutto se questo significasse cedere alle pressioni russe per un cambio di leadership in Ucraina.
I prossimi colloqui tra Trump e Putin potrebbero quindi rivelarsi decisivi per comprendere se ci siano reali possibilità di raggiungere un cessate il fuoco o se, al contrario, le posizioni delle parti rimangano troppo distanti per consentire un accordo.
Nel frattempo, la situazione sul campo continua a essere caratterizzata da intensi combattimenti, con conseguenze devastanti per la popolazione civile ucraina.