Trump minaccia l'Iran mentre Israele continua a condurre massicci attacchi contro le strutture nucleari iraniane
Il presidente americano torna a chiedere un accordo nucleare "prima che non rimanga più nulla" in Iran, mentre Netanyahu afferma che l'operazione per eliminare le capacità missilistiche e nucleari iraniane durerà parecchi giorni. Tensioni nella coalizione MAGA.

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha lanciato questa mattina un duro ultimatum all'Iran tramite la sua piattaforma Truth Social, invitando Teheran a raggiungere rapidamente un accordo sul programma nucleare per evitare ulteriori "azioni militari ancora più distruttive e mortali". L'avvertimento arriva dopo che Israele ha avviato una vasta operazione militare con l'obiettivo di neutralizzare le capacità nucleari e missilistiche iraniane.
Trump ha sottolineato che l'Iran deve "raggiungere un accordo, prima che non rimanga più nulla", ribadendo che, nonostante ripetuti tentativi, Teheran non è mai riuscita a concludere un'intesa. "Ho detto loro, con le parole più forti, di 'farlo e basta', ma per quanto ci abbiano provato, per quanto ci siano andati vicini, non sono riusciti a farlo”, scrive Trump su Truth Social.
“C'è già stata grande morte e distruzione, ma c'è ancora tempo per porre fine a questo massacro, con i prossimi attacchi già pianificati che saranno ancora più brutali”, afferma.
"L'Iran deve fare un accordo, prima che non rimanga nulla, e salvare quello che una volta era conosciuto come l'Impero iraniano. Basta morte, basta distruzione, BASTA FIRMARE, PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI".

Operazione israeliana e obiettivi strategici
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato che l'operazione, iniziata questa notte con raid aerei e attività segrete del Mossad sul territorio iraniano, potrebbe durare diversi giorni o persino settimane. Gli attacchi hanno preso di mira strutture nucleari, siti missilistici e i vertici militari iraniani. Nelle prime fasi, circa 25 scienziati impegnati nel progetto nucleare sono stati tra gli obiettivi, due dei quali sono già stati confermati morti. Inoltre, sono stati uccisi alti ufficiali militari iraniani, tra cui il comandante delle Guardie Rivoluzionarie e il capo di Stato Maggiore delle Forze Armate iraniane.
A supporto degli attacchi aerei, il Mossad, servizio di intelligence israeliano, ha condotto operazioni segrete sul terreno, sabotando infrastrutture missilistiche e di difesa aerea iraniane. Il Mossad ha reso noto di aver costruito una base di droni esplosivi all'interno dell'Iran, utilizzati per colpire obiettivi strategici e garantire la supremazia aerea a Israele.
A seguito delle perdite subite, la Guida suprema iraniana Ali Khamenei ha rapidamente nominato nuovi comandanti militari. Abdolrahim Mousavi è così diventato il nuovo capo di Stato Maggiore delle Forze Armate iraniane, succedendo al generale Mohammad Bagheri, mentre Mohammad Pakpour ha sostituito Hossein Salami al vertice delle Guardie Rivoluzionarie.
La decisione di lanciare un'operazione preventiva contro l'Iran è stata presa da Netanyahu dopo una serie di attacchi avvenuti nell'ottobre precedente, che avevano rivelato vulnerabilità nelle difese israeliane e la crescente minaccia nucleare e missilistica iraniana. La prevista apertura di una nuova struttura iraniana per l'arricchimento dell'uranio, resistente ai bunker-buster americani, ha reso urgente l'intervento israeliano.
Israele ora si prepara alla possibile rappresaglia iraniana con missili balistici e droni, mentre funzionari iraniani hanno già minacciato una risposta diretta verso obiettivi statunitensi nella regione, cosa che potrebbe espandere il conflitto trasformandolo in una vera e propria guerra regionale con il coinvolgimento degli Stati Uniti.
Tensioni nella coalizione MAGA
La situazione rischia però di creare divisioni all'interno della coalizione MAGA che ha sostenuto Trump alle elezioni di novembre, con importanti figure del movimento, tra cui Charlie Kirk e Mollie Hemingway, che avvertono di possibili ripercussioni negative per il presidente. Secondo queste voci, un coinvolgimento militare americano potrebbe essere visto come un tradimento della promessa di Trump di evitare interventi militari stranieri.
Nonostante inizialmente Washington abbia dichiarato di non aver avuto alcun ruolo negli attacchi, funzionari israeliani hanno indicato un coordinamento con l'amministrazione Trump. Quest'ultima avrebbe simulato opposizione pubblica, mentre in privato avrebbe dato un implicito via libera all'azione israeliana. Da parte sua il Segretario di Stato americano, Marco Rubio, ha ribadito che l'azione era unilaterale da parte di Israele, e lo stesso Trump ha confermato di essere stato informato dell'attacco senza parteciparvi direttamente.