Trump minaccia il taglio degli aiuti a Giordania ed Egitto se non accettano i palestinesi di Gaza

Il presidente alza la pressione sui due Paesi per accettare il suo piano di ricollocazione della popolazione palestinese di Gaza, escludendo al contempo il loro diritto al ritorno nel territorio.

Trump minaccia il taglio degli aiuti a Giordania ed Egitto se non accettano i palestinesi di Gaza

Il presidente Donald Trump ha dichiarato poco fa ai giornalisti dallo Studio Ovale che potrebbe decidere di tagliare gli aiuti statunitensi a Giordania ed Egitto se continuassero rifiutare la sua richiesta di accogliere permanentemente la maggior parte dei palestinesi di Gaza.

Questa nuova dichiarazione aumenta significativamente la pressione su due Paesi alleati chiave nella regione affinché sostengano la sua audace proposta di ricollocare l'intera popolazione del territorio palestinese per permetterne la riqualificazione.

"Se non accettano, potrei probabilmente trattenere gli aiuti", ha dichiarato Trump ai giornalisti nello Studio Ovale, alla vigilia dell’incontro con Re Abdullah II di Giordania.

Un piano controverso

La proposta di Trump, che prevede lo spostamento forzato di circa due milioni di palestinesi, è stata già definita dai critici come un potenziale crimine di guerra e pulizia etnica.

In un'intervista a Fox News trasmessa lunedì, il presidente ha chiarito che essa non prevede il ritorno dei palestinesi a Gaza dopo l'attuazione del suo piano di riqualificazione.

"Costruiremo comunità sicure un po' lontane da dove si trovano attualmente, dove c'è tutto questo pericolo", ha spiegato Trump.

"Nel frattempo, ne diventeremo proprietari. Pensatelo come uno sviluppo immobiliare per il futuro. Diventerebbe un bellissimo pezzo di terra."

La disponibilità del presidente a esercitare pressioni di questo tipo su alleati chiave nella regione indica in maniera chiara che Trump non ha alcuna intenzione di fare marcia indietro rispetto alle sue idee sulla futuro della Striscia di Gaza devastata dalla guerra e sullo spostamento forzato dei palestinesi.

Tensioni regionali

La proposta ha ovviamente generato dure critiche in tutto il Medio Oriente e dominerà certamente l'incontro con il leader giordano che avviene in un momento particolarmente volatile per la regione.

Re Abdullah dovrebbe incontrare anche Steven Witkoff, inviato di Trump per il Medio Oriente, che il mese scorso ha compiuto una rara visita a Gaza, diventando il funzionario statunitense di più alto rango a farlo negli ultimi anni.

Sia la Giordania che l'Egitto hanno sinora categoricamente respinto qualsiasi suggerimento di ricollocazione dei palestinesi nei loro territori.

La situazione è particolarmente delicata per la Giordania, dove più della metà della popolazione è già di origine palestinese.

"Trump ha messo in gioco il futuro del Regno di Giordania", ha commentato Khalil Jahshan, direttore esecutivo dell'Arab Center Washington D.C.

"Il movimento politico più forte in Giordania non accetterà mai l'idea che la Giordania diventi la Palestina."

Ultimatum su Hamas

Durante lo stesso incontro alla Casa Bianca, Trump ha anche affrontato la questione del cessate il fuoco in corso, dichiarando che se Hamas non rilascerà tutti gli ostaggi israeliani rimasti entro mezzogiorno di sabato, l'accordo dovrebbe essere annullato.

"Scoppierà l'inferno", ha avvertito il presidente, pur riconoscendo che la decisione finale spetta a Israele.

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