Trump minaccia di porre il veto sulla proposta di legge che limita i suoi poteri sui dazi

L'amministrazione si oppone a una proposta dei senatori Cantwell e Grassley che mira a contenere il potere del Presidente nell’imporre dazi senza approvazione del Congresso. Cresce il dissenso anche tra i repubblicani.

Trump minaccia di porre il veto sulla proposta di legge che limita i suoi poteri sui dazi

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato che porrà il veto a una proposta di disegno di legge bipartisan volto a limitare l’autorità presidenziale nell’imposizione unilaterale dei dazi. La posizione dell’amministrazione è stata espressa in una dichiarazione ufficiale trasmessa agli uffici del Congresso e visionata dal sito Axios, nella quale si afferma che la proposta "ostacolerebbe pericolosamente l'autorità e il dovere del Presidente di determinare la nostra politica estera e proteggere la sicurezza nazionale".

Il disegno di legge, identificato come S. 1272, è stato presentato dalla senatrice democratica Maria Cantwell, dello Stato di Washington, e dal senatore repubblicano Chuck Grassley, dell’Iowa. La proposta è un tentativo di riaffermare il ruolo del Congresso sulle decisioni in materia di politica commerciale, in particolare sull’imposizione di dazi, prerogativa che negli ultimi anni è stata sempre più accentrata nell’esecutivo.

L’annuncio della minaccia di veto presidenziale arriva in un momento di tensione crescente tra Casa Bianca e Congresso, con alcuni repubblicani che iniziano a manifestare apertamente disagio nei confronti dell’approccio aggressivo adottato da Trump in ambito commerciale. Sette senatori repubblicani hanno già sottoscritto la proposta Cantwell-Grassley, segnale di un’insoddisfazione che si va diffondendo anche all’interno del partito del presidente.

"Non è comune che una proposta di legge al suo primo esame raccolga così tanti sostenitori, ma credo che questo dimostri l'ansia che le persone stanno provando", ha commentato la senatrice Cantwell in un’intervista alla CBS, riferendosi al crescente nervosismo in merito alle strategie tariffarie dell’amministrazione. I dazi imposti da Trump negli ultimi mesi, giustificati spesso con motivazioni legate alla sicurezza nazionale, hanno suscitato preoccupazioni circa l’impatto su settori chiave dell’economia americana, oltre che sui rapporti con partner commerciali strategici.

Secondo una fonte vicina alla presidenza, Trump avrebbe accolto con irritazione l’iniziativa legislativa, interpretandola come un tentativo diretto di ridurre il suo margine di manovra in un momento cruciale per le trattative commerciali internazionali. La Casa Bianca considera la possibilità di imporre dazi senza il preventivo assenso del Congresso uno strumento essenziale per esercitare pressione negoziale in ambito globale.

Parallelamente al dibattito sul disegno di legge Cantwell-Grassley, alla Camera i democratici stanno lavorando per forzare una votazione finalizzata a revocare lo stato di emergenza nazionale, base legale sulla quale l’amministrazione ha giustificato l’adozione di nuovi dazi. Questo duplice fronte legislativo riflette le tensioni istituzionali in corso sul bilanciamento dei poteri tra Presidenza e Congresso.

Il tema dei dazi è divenuto uno dei principali punti di frizione nell’arena politica statunitense, rivelando divergenze non solo tra democratici e repubblicani, ma anche all’interno dello stesso Partito Repubblicano. Per alcuni senatori conservatori, l’uso disinvolto delle misure protezionistiche da parte del presidente rischia di danneggiare le imprese americane, soprattutto quelle che dipendono dalle catene di approvvigionamento globali o che subiscono misure ritorsive da parte di altri Stati.

Il confronto sulla proposta di legge S. 1272 potrebbe diventare quindi un test significativo non soltanto per misurare la tenuta del fronte repubblicano, ma anche per ridefinire i confini del potere presidenziale in materia di politica commerciale. Sullo sfondo, resta l’incertezza sugli effetti economici a medio termine delle attuali politiche tariffarie, in un contesto internazionale segnato da crescenti tensioni e dalla possibilità concreta di nuove escalation commerciali.

Focus America non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001.