Trump minaccia di mandare cittadini americani nelle carceri salvadoregne

Il presidente statunitense ha proposto al suo omologo salvadoregno Nayib Bukele di costruire nuove strutture carcerarie per detenere anche cittadini americani, mentre prosegue la controversia sul caso di un uomo erroneamente rimpatriato in El Salvador.

Trump minaccia di mandare cittadini americani nelle carceri salvadoregne

Il presidente Donald Trump ha minacciato ieri di inviare cittadini americani nel famigerato carcere salvadoregno CECOT, chiedendo al presidente Nayib Bukele di "costruire circa cinque strutture in più". La dichiarazione è avvenuta durante un incontro alla Casa Bianca con il leader salvadoregno, ed ha sollevato immediate preoccupazioni tra gli esperti di giustizia penale.

Secondo gli attivisti per i diritti umani, l'invio di prigionieri americani in carceri straniere violerebbe l'Ottavo Emendamento della Costituzione statunitense, che vieta punizioni "crudeli e inusuali". Ma non è la prima volta che Trump minaccia di mandare cittadini statunitensi nelle prigioni salvadoregne.

"I criminali nati sul nostro territorio sono i prossimi", ha dichiarato Trump a Bukele nello Studio Ovale. "Devi costruire circa cinque strutture in più... [l'attuale prigione] non è abbastanza grande".

Il caso Abrego Garcia

Le dichiarazioni di Trump arrivano in un contesto già teso per il caso di Kilmar Armando Abrego Garcia, un cittadino salvadoregno erroneamente rimpatriato in El Salvador a causa di quello che il Dipartimento di Giustizia ha definito in documenti ufficiali un "errore amministrativo".

Abrego Garcia è attualmente detenuto nel carcere di massima sicurezza per terroristi in El Salvador. L'Amministrazione Trump lo ha accusato di essere membro della gang MS-13, nonostante non sia stato incriminato per alcun reato legato alle attività di gang e non ci sia alcuna prova che lui ne faccia parte.

Osservatori per i diritti umani hanno denunciato che il carcere salvadoregno in questione è sovraffollato e hanno documentato casi di condizioni disumane e torture. Tuttavia, Trump ha condiviso sul social network Truth Social un video che sembrava mostrare detenuti maltrattati nel CECOT, vantandosene con la didascalia:

"Non vediamo l'ora di incontrare il presidente Bukele di El Salvador domani alla Casa Bianca!".

Reazioni e difese

La scorsa settimana la Corte Suprema ha stabilito con una sentenza all'unanimità che gli Stati Uniti devono "facilitare" il rilascio di Abrego Garcia. Questo ha però una situazione di stallo tra i due Paesi. Secondo i funzionari della Casa Bianca, questo significa semplicemente che se El Salvador chiedesse di rimandarlo negli USA, gli Stati Uniti dovrebbero aiutare, non che gli Stati Uniti debbano intraprendere azioni proattive per rimediare all'errore.

"Se volessero ridarcelo, cercheremo di aiutare il suo rientro, fornendo un aereo", ha dichiarato la Procuratrice Generale Pam Bondi nello Studio Ovale. Da parte sua, però, il presidente salvadoregno ha respinto questa possibilità: "La domanda è assurda", ha affermato Bukele alla Casa Bianca.

"Come posso far entrare clandestinamente un terrorista negli Stati Uniti? Non ho il potere di rimandarlo negli Stati Uniti".

Così i due leader hanno creato una sorta di circolo vizioso, in cui nessuno sembra in grado di eseguire quanto ordinato dalla Corte Suprema. Il Dipartimento di Giustizia, nelle deposizioni legali, sostiene inoltre che i tribunali non abbiano il potere di imporre al ramo esecutivo misure specifiche. Di conseguenza, nessuno può dare avvio al processo.

In questo stallo, a pagarne il prezzo è Abrego Garcia, che continua a marcire nel terribile carcere salvadoregno.

Focus America non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001.