Trump mantiene le truppe americane in Europa

I leader dell’Alleanza accettano di portare le spese militari al 5% del PIL entro il 2035. Trump elogia l’impegno e rinuncia al ritiro delle truppe

Trump mantiene le truppe americane in Europa
Photo by Daniel / Unsplash

Il presidente Donald Trump ha deciso di non ridurre il contingente militare statunitense in Europa dopo che i leader della NATO hanno concordato un significativo aumento delle spese per la difesa. La conferma è arrivata dal generale Christopher Donahue, comandante delle forze terrestri statunitensi in Europa e Africa, in un’intervista riportata su Stars and Stripes, organo ufficiale delle forze armate americane.

"Non penso che lo stato delle nostre forze cambierà in alcun modo", ha dichiarato Donahue, sottolineando di non aver ricevuto indicazioni in merito a una possibile riduzione del dispiegamento. Il generale ha precisato di aver incontrato "tutti i massimi dirigenti" senza che nessuno gli abbia comunicato variazioni. Attualmente, circa 80.000 soldati americani sono stanziati in Europa, e la loro presenza rappresenta un pilastro della strategia di deterrenza dell’Alleanza, soprattutto in un contesto segnato dalla guerra lanciata da Vladimir Putin in Ucraina, la più sanguinosa sul continente europeo da quasi ottant’anni, con un bilancio di vittime che si avvicina a 1,5 milioni.

La svolta del presidente Trump è maturata durante il vertice NATO conclusosi mercoledì all’Aia. Nei giorni precedenti all’incontro, il presidente aveva lanciato messaggi ambigui sulla sua volontà di rispettare gli impegni assunti dagli Stati Uniti nell’ambito dell’Alleanza. Aveva persino minacciato di non fornire aiuto militare ai paesi membri che non contribuiscono abbastanza alle spese comuni, sostenendo che molte nazioni stavano “derubando” gli Stati Uniti.

Tuttavia, al termine del summit, Trump ha cambiato tono. Ha definito l’incontro "fantastico" e ha affermato che le conversazioni con gli altri leader hanno modificato la sua opinione. "Sono arrivato qui perché era quello che dovevo fare, ma me ne vado da qui un po' diverso", ha dichiarato. "Queste persone amano davvero i loro paesi, non è una finzione. E noi siamo qui per aiutarli."

Il vertice ha portato a una decisione storica: i paesi membri della NATO si sono impegnati ad aumentare progressivamente la spesa militare fino a raggiungere il 5% del PIL entro il 2035. Si tratta di un livello di investimento militare paragonabile a quello degli anni ’80 e rappresenta un chiaro segnale in risposta alle richieste di maggiore condivisione degli oneri da parte dell’amministrazione americana.

Il ministro della Difesa Pete Hegseth ha sostenuto la necessità che le forze armate europee diventino la base principale della capacità difensiva del continente. Durante una cena con gli omologhi europei all’Aia, Hegseth ha riconosciuto le difficoltà iniziali nel dialogo con gli alleati NATO, ma ha espresso apprezzamento per il fatto che questi abbiano "portato a termine i compiti assegnati", secondo quanto riportato da Bloomberg, citando un funzionario presente all’incontro.

Nonostante l’attenzione strategica del Pentagono resti orientata anche verso la regione Asia-Pacifico, dove è in corso una revisione globale del dispiegamento delle forze armate statunitensi, la permanenza del contingente in Europa non è più in discussione. Il generale Donahue ha ribadito la fiducia nel ruolo duraturo dell’esercito americano sul continente: "Per garantire la deterrenza, ognuno deve impegnarsi di più e dare il proprio contributo."

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