Trump intende accelerare i trasferimenti di migranti irregolari a Guantánamo, inclusi cittadini di Paesi alleati
La Casa Bianca si prepara a inviare migliaia di stranieri presenti irregolarmente negli Stati Uniti nella famigerata struttura di detenzione, tra cui coloro che provengono da Paesi alleati come Gran Bretagna, Francia, Italia ed Ucraina (tra gli altri), senza prima informare i loro governi.

L’Amministrazione Trump avvierà già questa settimana il trasferimento di migliaia di stranieri residenti irregolarmente negli Stati Uniti nel centro di detenzione della base militare di Guantánamo Bay, Cuba. Secondo funzionari statunitensi che hanno condiviso i piani con il Washington Post a condizione di anonimato, il piano è finalizzato a liberare spazio nelle strutture di detenzione interne, ormai al collasso a seguito dell’impegno presidenziale per la più vasta espulsione di migranti nella storia americana.
I migranti individuati per il trasferimento a Guantánamo provengono da decine di nazioni, compresi Paesi alleati degli Stati Uniti come Gran Bretagna, Italia, Francia, Germania, Irlanda, Belgio, Paesi Bassi, Lituania, Polonia, Turchia e Ucraina, nonché da altre aree del mondo come Haiti. I governi di questi Paesi non verranno però preventivamente informati dei trasferimenti, una scelta che potrebbe suscitare forti obiezioni diplomatici da parte dei partner tradizionali degli Stati Uniti.
Per valutare l’idoneità dei migranti al viaggio verso la famigerata struttura carceraria, sono stati pianificati controlli medici su circa 9.000 migranti. La base di Guantánamo, nota fin dal 2002 per ospitare sospetti terroristi e detenuti catturati durante la Guerra al Terrorismo post-11 settembre, non è però attualmente attrezzata per accogliere un afflusso di tale portata. Non è chiaro, perciò, se le infrastrutture esistenti, incluse le tende e le celle provvisorie, possano sopportare un incremento simile di popolazione detenuta.
Subito dopo il suo giuramento a gennaio il presidente aveva già anticipato la volontà di inviare fino a 30.000 migranti irregolari a Guantánamo, ma finora i trasferimenti effettivi si erano limitati a poche centinaia. Tuttavia, a marzo alcuni detenuti erano stati riportati in strutture in Louisiana, man mano che la capienza della base risultava insufficiente a sopportare numeri elevati.
Il piano rientra, ad ogni modo, in una strategia più ampia di espulsioni e arresti massicci. Stephen Miller, alto consigliere di Trump in materia di immigrazione, ha reso noto di voler fissare un obiettivo di almeno 3.000 arresti giornalieri di migranti per l’ICE, mentre Tom Homan, coordinatore per la sicurezza dei confini, ha sottolineato la necessità di intensificare le rimozioni. In parallelo il DHS ha chiesto di ampliare una struttura di sicurezza media alla base, portando la capienza da 140 a 300 posti, e a inizio anno le Forze Armate avevano predisposto progetti per una “tendopoli” per oltre 3.000 persone, mai giunta a pieno utilizzo e successivamente smantellata.
Il Department of Homeland Security ha evitato commenti ufficiali sul nuovo piano rivelato dal Washington Post, mentre la Casa Bianca si è limitata a definire eventuali operazioni future come “speculative”. Un funzionario del Pentagono ha dichiarato che “le missioni in corso alla Naval Station di Guantánamo rimangono invariate, e non commentiamo interventi futuri”.