Trump impotente su Ucraina e Gaza

Il presidente Usa affronta crisi internazionali senza strategie chiare, mentre Russia e Israele agiscono senza freni, mettendo in discussione la leadership americana.

Trump impotente su Ucraina e Gaza
White House

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, si trova in una posizione di crescente difficoltà di fronte a due crisi internazionali cruciali: la guerra in Ucraina e il conflitto a Gaza. In entrambi i casi, le sue promesse di soluzioni rapide si scontrano con una realtà complessa, in cui sembra essere un semplice spettatore, incapace di influenzare gli eventi.

Negli ultimi due giorni, Trump è stato spiazzato da sviluppi in entrambi i teatri di crisi. In Ucraina, l’ingresso di un gruppo di droni russi nello spazio aereo polacco, avvenuto il 9 settembre, ha messo in allarme la NATO e ha rappresentato un test senza precedenti per l’alleanza transatlantica. Mentre l’Europa gestiva questa emergenza, Trump si trovava a cena in un ristorante di Washington, un evento pensato per mostrare una città tornata sicura. La sua reazione, un messaggio criptico sul suo social network Truth Social – “C’è qualcosa della Russia che viola lo spazio aereo della Polonia con i suoi droni?” – non ha chiarito quale sia la sua strategia. Negli ultimi mesi, il presidente ha lanciato ripetuti ultimatum a Vladimir Putin, senza però tradurli in azioni concrete.

Parallelamente, nel Medio Oriente, un attacco israeliano a Doha, in Qatar, contro un edificio che ospitava una riunione dei leader di Hamas, ha scosso la capitale di un alleato chiave degli Stati Uniti. La Casa Bianca ha definito l’attacco un “incidente spiacevole”, ma non ha preso una posizione netta contro la decisione del primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu. Brett McGurk, ex inviato speciale per il Medio Oriente sotto l’amministrazione Biden, ha criticato l’operazione su CNN, sottolineando che potrebbe mettere a rischio la vita degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas. Tuttavia, l’assenza di una condanna chiara da parte di Trump lascia intravedere una certa debolezza nella sua diplomazia.

La situazione in Ucraina evidenzia ulteriori difficoltà. Trump ha spesso espresso frustrazione per l’atteggiamento di Putin, che sembra ignorare ogni proposta di negoziato per un cessate il fuoco. Secondo John Bolton, ex consigliere per la sicurezza nazionale, il presidente russo agisce come se avesse “le mani libere” dopo un incontro in Alaska, intensificando le operazioni militari e ottenendo il sostegno di Cina, India e Corea del Nord. L’escalation russa, con un aumento significativo di attacchi missilistici e droni dall’insediamento di Trump il 20 gennaio 2025, mette in luce l’incapacità dell’amministrazione di contenere il conflitto.

Anche in Medio Oriente, la strategia americana appare confusa. Israele, sotto la guida di Netanyahu, continua una politica aggressiva a Gaza, senza considerare le conseguenze per gli ostaggi o per il futuro della regione. Le critiche all’interno degli Stati Uniti, anche tra i sostenitori del movimento MAGA (“Make America Great Again”), si fanno sempre più forti. Steve Bannon, ex consigliere di Trump e voce influente del populismo nazionalista, ha definito Israele un “protettorato” che danneggia gli interessi americani e la comunità ebraica globale. In un’intervista a Breitbart di fine agosto, Netanyahu ha risposto alle critiche tentando di ridefinire il trumpismo, sostenendo che essere pro-Iran o anti-Israele sia incompatibile con i principi di MAGA. Una mossa che ha ulteriormente irritato parte della destra americana.

L’approccio di Trump si basa sulla convinzione che la sua autorità personale possa piegare i leader stranieri. Tuttavia, questa fiducia sembra mal riposta. Putin non mostra interesse a porre fine alla guerra in Ucraina, puntando sull’esaurimento delle risorse ucraine e occidentali. Allo stesso modo, Netanyahu sembra determinato a proseguire il conflitto a Gaza, evitando di affrontare le sue responsabilità politiche per l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023. In entrambi i casi, Trump ha promesso soluzioni rapide, ma i risultati concreti tardano ad arrivare.

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