Trump firma una raffica di Ordini Esecutivi: il secondo mandato inizia tra promesse mantenute e controversie legali in arrivo

Donald Trump ha inaugurato il suo secondo mandato come 47° presidente degli Stati Uniti con una serie di ordini esecutivi che riflettono la sua volontà di rimodellare radicalmente ed immediatamente il governo federale.
Nel corso di una giornata orchestrata proprio per catturare l’attenzione pubblica, Trump ha firmato decine di ordini esecutivi su temi chiave come immigrazione, cambiamento climatico, politiche di diversità e giustizia, consolidando il legame con la sua base elettorale ma preparando allo stesso tempo il terreno per battaglie legali su larga scala.
Una pioggia di ordini esecutivi
Tra gli ordini più controversi firmati, spiccano:
• La fine della cittadinanza per nascita per i figli di immigrati privi di status legale nati negli Stati Uniti;
• Il ritiro dall’Accordo di Parigi e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS);
• La grazia generalizzata per i rivoltosi del 6 gennaio, inclusi leader di gruppi estremisti condannati per cospirazione sediziosa come Enrique Tarrio dei Proud Boys;
• La fine delle iniziative di diversità, equità e inclusione (DEI) all’interno del governo federale;
• Un giro di vite sull’immigrazione, con il ripristino della politica “Remain in Mexico” e la dichiarazione di emergenza nazionale al confine con il Messico;
• Un ritardo di 75 giorni dell’entrata in vigore del divieto di TikTok sul territorio americano, in attesa di trovare una soluzione che obblighi ByteDance a vendere in tutto o in parte TikTok, considerato come una minaccia alla sicurezza nazionale americana;
• La designazione di uomo e donna come unici due generi riconosciuti dal governo federale, un ordine esecutivo che cancella quelli precedenti dell’Amministrazione Biden che riconoscevano transgender e generi non binari.
Queste misure, in gran parte già promesse durante la campagna elettorale, rappresentano l’inizio di una audace agenda politica di destra che mira a smantellare pezzo dopo pezzo le politiche progressiste dell’Amministrazione Biden e a riportare in auge le priorità del primo mandato di Trump.
Battaglie legali all’orizzonte
Molti degli ordini esecutivi firmati da Trump sono destinati però ad incontrare ostacoli significativi dinanzi alle corti federali, essendo soggetti ad impugnazioni per possibili violazioni costituzionali, conflitti con leggi federali e mancato rispetto di accordi internazionali.
1. Cittadinanza per nascita
L’ordine che abolisce la cittadinanza per nascita per i figli di immigrati senza status legale è forse il più controverso di tutti. Questa misura si basa su una reinterpretazione del 14° Emendamento, che garantisce la cittadinanza a chiunque nasca negli Stati Uniti.
La giurisprudenza storica, come il caso United States v. Wong Kim Ark (1898), ha stabilito che questo diritto è inalienabile.
Stati come California e New York, insieme a gruppi per i diritti civili, hanno già annunciato ricorsi, sostenendo che la modifica del 14° Emendamento richiede un processo legislativo o costituzionale, e non è possibile con un ordine esecutivo.
Se portata avanti, la misura potrebbe destabilizzare lo status di milioni di persone e dare origine a un prolungato conflitto giuridico.
2. Grazia per i rivoltosi del 6 gennaio
Trump ha concesso un’amnistia generalizzata a oltre 1.500 persone coinvolte nell’assalto al Campidoglio, inclusi leader di gruppi estremisti come i Proud Boys e gli Oath Keepers.
Sebbene il presidente abbia ampi poteri di grazia, questa decisione solleva dubbi sulla sua conformità ai principi di giustizia e ordine pubblico.
Sebbene la grazia presidenziale non sia direttamente contestabile, cause civili potrebbero emergere da parte delle vittime del 6 gennaio, complicando la posizione dei beneficiari.
Giudici federali e membri delle forze dell’ordine hanno espresso preoccupazioni sulla pericolosità di tale precedente, che potrebbe incoraggiare future azioni violente.
3. Politiche sull’identità di genere
L’abolizione del riconoscimento federale per le persone transgender rischia di violare il Titolo VII del Civil Rights Act del 1964, che protegge dalla discriminazione basata sull’identità di genere.
Inoltre, la reintroduzione della “terapia di conversione” come opzione legale è stata condannata dalle principali associazioni mediche come dannosa e priva di basi scientifiche.
Organizzazioni LGBTQ+ e Stati a maggioranza democratica hanno già promesso battaglie in tribunale per fermare l’attuazione di queste politiche.
4. Ritiro dall’Accordo di Parigi e dall’OMS
Il ritiro dagli accordi internazionali sul clima e sulla salute pubblica rischia di isolare ulteriormente gli Stati Uniti sulla scena globale.
La mossa potrebbe portare a sanzioni economiche o pressioni diplomatiche da parte di alleati chiave e lasciare la guida della battaglia contro il combattimento climatico a livello globale nelle mani di Paesi rivali degli Stati Uniti, come la Cina.
Inoltre, Stati come la California, che hanno investito pesantemente in politiche climatiche, potrebbero contestare il ritiro dall’Accordo di Parigi come contrario agli interessi economici e ambientali nazionali.
5. Politiche migratorie
La dichiarazione di emergenza nazionale al confine con il Messico, il ripristino della politica “Remain in Mexico” e altre restrizioni sull’immigrazione affrontano accuse di violazione del diritto internazionale e delle leggi statunitensi sull’asilo.
Organizzazioni per i diritti umani come l’ACLU e diverse ONG stanno già preparando ricorsi per fermare queste politiche, accusandole di mettere in pericolo i richiedenti asilo e violare gli obblighi internazionali che sono tenuti a rispettare gli Stati Uniti.
Un’agenda di radicale trasformazione, ma a che prezzo?
L’Amministrazione Trump si trova, dunque, di fronte a un cammino irto di ostacoli legali. Molte delle sue decisioni di ieri rischiano di essere contestate a livello federale e potrebbero finire davanti alla Corte Suprema, il cui orientamento conservatore sarà probabilmente cruciale per l’esito di almeno alcune di queste controversie.
Tuttavia prima di arrivare a questo, il lungo processo legale potrebbe finire per ritardare o bloccare l’attuazione di gran parte dell’agenda presidenziale sottintesa a questa ondata di ordini esecutivi per parecchi mesi o addirittura anni.
Se da un lato queste mosse rafforzano il sostegno della base elettorale di Trump e permettono a lui di dire di aver rispettato molte delle sue promesse elettorali, dall’altro rischiano di acuire ancora di più le già profonde divisioni sociali e politiche del Paese.
“Ogni singola misura sarà portata avanti,” ha dichiarato Trump in un’intervista, “e dimostreremo al Paese che le forze dell’establishment non possono fermare il cambiamento”, lasciando intendere che anche lui è pronto a dare battaglia.
Insomma, già dalle sue prime ore, il secondo mandato di Trump rischia di essere ricordato come uno dei più controversi della storia moderna americana.