Trump fa crescere i consensi dei leader mondiali che si scontrano con lui

Da Mark Carney a Emmanuel Macron, i capi di governo di diversi Paesi hanno registrato un aumento nei sondaggi mostrando fermezza verso Donald Trump. In un contesto geopolitico instabile, il confronto con l’ex presidente americano sembra rivelarsi una risorsa politica per leader in difficoltà.

Trump fa crescere i consensi dei leader mondiali che si scontrano con lui
Immagine creata dall'intelligenza artificiale. Fonte: ChatGPT

Nel panorama politico internazionale, l’ascesa o il ritorno di Donald Trump sulla scena globale si sta trasformando in un inaspettato strumento di consolidamento per diversi leader stranieri. In un contesto segnato da tensioni commerciali, minacce militari e pressioni diplomatiche, il confronto con l’ex presidente statunitense sta rafforzando il consenso popolare di alcuni capi di governo, anche laddove questi sembravano avviati verso una fase di declino politico.

È il caso del Canada, dove il Partito Liberale, dopo anni di difficoltà, ha visto risalire la propria popolarità proprio in coincidenza con l’intensificarsi delle provocazioni da parte di Trump. Il nuovo leader Mark Carney, ex governatore della Banca d’Inghilterra e della Banca del Canada, ha adottato una linea decisa nei confronti delle minacce statunitensi. L’annuncio di elezioni anticipate per il 28 aprile è stato accompagnato da una dichiarazione inequivocabile: Trump "vuole spezzarci così che l'America possa possederci. Non permetteremo che ciò accada". Una retorica che ha fatto presa sull’elettorato canadese, permettendo ai liberali di tornare favoriti per un quarto mandato consecutivo, nonostante il vantaggio accumulato dai conservatori all'inizio dell'anno.

La strategia di Carney si inserisce in un trend più ampio che riguarda altri Paesi. In Messico, la presidente Claudia Sheinbaum ha scelto un approccio più misurato ma altrettanto efficace. Ha posticipato eventuali ritorsioni e intensificato i controlli contro il traffico di fentanyl e la migrazione irregolare, guadagnandosi persino il plauso dello stesso Trump. Il suo indice di gradimento ha raggiunto l’85%, secondo il quotidiano El Financiero, consolidando la sua posizione a livello nazionale.

Anche in Europa, diversi leader hanno beneficiato del confronto con Trump. In Ucraina, il presidente Volodymyr Zelenskyy ha visto aumentare il proprio indice di popolarità dopo uno scontro verbale con l’ex presidente statunitense nello Studio Ovale. L’episodio ha rafforzato la percezione di Zelenskyy come figura di resistenza nazionale, con un tasso di approvazione salito al 67%, il più alto dall’inizio del 2024.

In Francia, Emmanuel Macron ha ricevuto riconoscimenti in patria e all’estero dopo una visita a Washington in cui ha saputo equilibrare lusinghe diplomatiche e fermezza sostanziale. Pur avendo successivamente affrontato tensioni con Zelenskiy, Macron ha saputo difendere la posizione europea sul sostegno all’Ucraina, contestando le affermazioni di Trump secondo cui l’Europa si limiterebbe a offrire prestiti. Questo gli ha fruttato un inaspettato incremento nei sondaggi, pur in un contesto politico interno complesso.

Nel Regno Unito, il primo ministro Keir Starmer ha saputo invertire la tendenza negativa nei sondaggi grazie a un incontro a Washington che ha unito diplomazia e determinazione. Offrendo a Trump una seconda visita di Stato a nome del re Carlo, Starmer ha trasmesso un’immagine di disponibilità al dialogo ma anche di indipendenza, migliorando la propria posizione politica dopo mesi di calo nei consensi.

Secondo Nathalie Tocci, direttrice dell’Istituto per gli Affari Internazionali di Roma, questa dinamica può essere letta come una reazione alla figura divisiva di Trump: "C'è questo bullo che sta distruggendo il sistema. Invece di inchinarsi, questi leader si alzano in piedi e dicono educatamente 'no', e i loro elettori apprezzano il fatto che non si lascino colonizzare".

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