Trump fa causa alla California per la partecipazione di atlete transgender nelle gare femminili

Il Dipartimento di giustizia contesta alla California la legittimità di consentire ad atlete transgender di competere nei campionati scolastici femminili. È la seconda causa del genere intentata dall’amministrazione Trump nel 2025, dopo quella contro il Maine.

Trump fa causa alla California per la partecipazione di atlete transgender nelle gare femminili
Photo by Thiago Rocha / Unsplash

Il Dipartimento di giustizia degli Stati Uniti ha annunciato un’azione legale contro lo Stato della California per via della normativa che consente ad atlete transgender di partecipare a competizioni sportive femminili.

La procuratrice generale, Pam Bondi, ha giustificato la mossa affermando che permettere alle donne transgender di gareggiare contro atlete cisgender rappresenta non solo un’ingiustizia, ma anche una violazione del diritto federale. In un comunicato diffuso il 9 luglio, Bondi ha dichiarato: «Il governatore della California ha precedentemente riconosciuto che è “profondamente ingiusto” obbligare donne e ragazze ad affrontare uomini e ragazzi in competizioni sportive. Ma non è solo “profondamente ingiusto”, è anche illegale secondo la legge federale».

Il presidente Trump aveva già promesso ritorsioni contro la California a inizio giugno, dopo che una studentessa transgender aveva vinto un campionato locale di atletica. In risposta, il presidente repubblicano aveva minacciato «multe di grande entità» contro lo Stato. La questione si inserisce in un contesto più ampio di scontro tra l’amministrazione federale e il governatore democratico Gavin Newsom, già protagonista di un’altra battaglia legale con la Casa Bianca relativa al dispiegamento della Guardia nazionale a Los Angeles, ordinato per contrastare le proteste contro i fermi effettuati dalla polizia federale dell’immigrazione (ICE).

Pam Bondi aveva preannunciato già ad aprile che altri Stati sarebbero potuti finire nel mirino del Dipartimento, tra cui il Minnesota e la stessa California. Le azioni legali sono parte integrante di una strategia più ampia del presidente Trump, che ha fatto dei diritti delle persone transgender uno dei bersagli centrali della propria agenda politica e della campagna elettorale del 2024. In quell’occasione, il presidente aveva promesso di porre fine al cosiddetto «delirio transgender».

Da quando è tornato alla Casa Bianca il 20 gennaio 2025, Trump ha iniziato a smantellare molte delle misure adottate in passato a tutela delle persone transgender. Tra queste, un decreto firmato a febbraio che autorizza le agenzie federali a sospendere i finanziamenti alle scuole che consentono la partecipazione di atleti transgender a competizioni sportive femminili.

Il governatore Newsom, in una presa di posizione pubblica risalente a marzo, si era espresso contro la presenza di donne transgender nei tornei scolastici femminili. Intervistato in un podcast da un influencer conservatore e interrogato sull'opportunità di impedire agli “uomini di partecipare agli sport femminili”, Newsom aveva risposto: «Sono d’accordo con lei sul fatto che si tratti di una questione di equità. È profondamente ingiusto». Una dichiarazione che aveva fatto discutere, considerando che il governatore è tradizionalmente considerato un sostenitore dei diritti LGBT+ e uno dei possibili candidati alla nomination democratica per le presidenziali del 2028.

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