Trump elogiato da leader africani: merita il Nobel per la pace

Durante un vertice alla Casa Bianca, alcuni capi di Stato africani hanno suggerito che il presidente Trump dovrebbe ricevere il prestigioso riconoscimento

Trump elogiato da leader africani: merita il Nobel per la pace
White House

Durante un vertice tenutosi mercoledì alla Casa Bianca, alcuni leader africani hanno espresso l’idea che il presidente Donald Trump meriterebbe il premio Nobel per la pace. L’osservazione è emersa nel corso di un incontro pubblico in cui un giornalista ha chiesto agli ospiti africani un parere sull’eventuale candidatura del presidente al riconoscimento norvegese.

La domanda ha suscitato l’entusiasmo dello stesso Trump, che ha reagito con ironia e compiacimento: “Non sapevo che sarei stato trattato così bene, potremmo andare avanti così tutto il giorno”, ha dichiarato. Il presidente ha mostrato particolare interesse per l’argomento, che come spiega il Wall Street Journal, tocca uno dei suoi temi ricorrenti: il riconoscimento da parte delle élite internazionali.

Trump attribuisce infatti molta attenzione ai premi e agli onori ufficiali, in particolare quelli che provengono da istituzioni percepite come simboli dell’establishment globale. Il Nobel per la pace è stato in passato oggetto di suo esplicito interesse e, talvolta, di polemica. In più occasioni, infatti, il presidente ha fatto riferimento al fatto di non aver ricevuto tale premio, nonostante secondo lui ne avesse avuto titolo.

Non è la prima volta che figure vicine a Trump o leader stranieri sollevano la questione del Nobel. Già durante il primo mandato, il presidente aveva più volte evocato le sue azioni diplomatiche — in particolare con la Corea del Nord — come meritevoli del premio. La settimana scorsa è stato il premier israeliano Benjamin Netanyahu a dire di volferlo candidar al Nobel.

L’uscita dei leader africani non rappresenta una proposta ufficiale né comporta conseguenze istituzionali. Tuttavia, potrebbe inserirsi in una strategia più ampia volta a rafforzare la legittimità internazionale del presidente, che da gennaio 2025 ha ripreso le redini della politica estera americana. La scena evidenzia anche l’utilizzo simbolico di eventi diplomatici per fini comunicativi, in un contesto in cui Trump continua a puntare sulla costruzione di un’immagine presidenziale riconosciuta e celebrata a livello globale.

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