Trump e Netanyahu verso una soluzione a due Stati per la pace in Medio Oriente?

Il piano in discussione prevede fine della guerra a Gaza in due settimane e l'ampliamento degli Accordi di Abramo ad Arabia Saudita e Siria.

Trump e Netanyahu verso una soluzione a due Stati per la pace in Medio Oriente?

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu avrebbero raggiunto un accordo per un ambizioso piano di pace per il Medio Oriente che comprende la conclusione delle ostilità nella Striscia di Gaza entro 2 settimane e l’estensione degli Accordi di Abramo a Siria, Arabia Saudita e altre nazioni arabe. Lo riporta il quotidiano israeliano Israel Hayom, citando fonti vicine alle discussioni tra i due leader.

Secondo quanto emerso, Trump e Netanyahu avrebbero definito i principi chiave di una soluzione a due Stati, includendo però una sovranità limitata di Israele sui territori della West Bank, subordinata ad una riforma radicale dell’Autorità Palestinese. Gli Stati Uniti, da parte loro, si impegneranno a riconoscere questa sovranità israeliana limitata, delineando così una evoluzione rispetto alle precedenti posizioni diplomatiche.

La strategia è stata definita durante una conversazione telefonica a cui hanno partecipato, oltre a Trump e Netanyahu, il Segretario di Stato americano Marco Rubio e il Ministro israeliano degli Affari Strategici Ron Dermer. La chiamata è avvenuta poco dopo l’attacco militare statunitense contro le strutture nucleari iraniane, evento che ha suscitato grande soddisfazione tra i partecipanti, descritta da una fonte come "euforia".

I dettagli del piano per Gaza

La proposta Trump-Netanyahu prevede anche una rapida cessazione delle ostilità nella Striscia di Gaza, fissando un termine massimo di due settimane. Il controllo amministrativo della Striscia, attualmente gestita da Hamas, passerebbe sotto la responsabilità di un gruppo di quattro nazioni arabe, incluse Egitto ed Emirati Arabi Uniti. Hamas verrebbe completamente estromessa dalla zona, con la leadership residua esiliata all’estero. Gli ostaggi detenuti da Hamas saranno invece liberati e numerosi abitanti di Gaza potrebbero avere la possibilità di trasferirsi in altre nazioni disposte ad accoglierli.

Parallelamente, l’espansione degli Accordi di Abramo mira a coinvolgere ulteriori Paesi arabi e musulmani, fra cui Arabia Saudita e Siria, nella normalizzazione dei rapporti diplomatici con Israele, con riconoscimenti ufficiali e apertura di relazioni bilaterali.

Tensioni operative tra Stati Uniti e Israele

Nonostante la sintonia apparente, sono state però rilevate divergenze operative tra Washington e Tel Aviv. Fonti diplomatiche riportate da Israel Hayom indicano che il presidente Trump avrebbe esercitato pressioni significative su Netanyahu affinché concludesse rapidamente le operazioni militari nella Striscia di Gaza. Queste pressioni erano iniziate già prima dell’operazione militare israeliana Rising Lion e si sono intensificate al termine della stessa.

In particolare, una tensione evidente è emersa dopo l’annuncio americano di un cessate il fuoco con l’Iran, con Trump che avrebbe manifestato irritazione per gli ulteriori attacchi israeliani condotti successivamente. In una conversazione diretta, Trump avrebbe infatti espresso frustrazione nei confronti di Netanyahu, giudicando i raid israeliani contro postazioni missilistiche iraniane minori come una minaccia al delicato equilibrio strategico raggiunto.

L’appoggio di Trump ai procedimenti legali di Netanyahu

L’impegno congiunto verso l’ambizioso progetto di pace ha portato anche Trump ad esprimere pubblicamente un sostegno senza precedenti a Netanyahu, intervenendo sui social media riguardo ai procedimenti legali che coinvolgono il premier israeliano. Secondo quanto riferito, Trump avrebbe parlato direttamente con Netanyahu delle questioni legali in corso, spingendo per un rinvio della testimonianza del primo ministro in tribunale, prevista per la prossima settimana, al fine di consentire a Netanyahu una completa focalizzazione sul piano diplomatico. Questo rinvio sarebbe effettivamente stato disposto successivamente.

Una svolta strategica nel contesto regionale

Il piano congiunto Trump-Netanyahu, se implementato, rappresenterebbe un tentativo significativo di ridisegnare l’equilibrio geopolitico del Medio Oriente. L’accordo intende sfruttare il momento di indebolimento di Hamas e l’isolamento diplomatico e militare dell’Iran dopo l’attacco americano alle sue strutture nucleari. Tuttavia, la tempistica stretta e la complessità operativa di un cessate il fuoco entro due settimane costituiscono una sfida considerevole per entrambi i governi.

L’obiettivo dell’Amministrazione Trump è ora di consolidare una coalizione regionale anti-iraniana utilizzando gli Accordi di Abramo come piattaforma diplomatica di base. Allo stesso tempo, la disponibilità israeliana a considerare una soluzione a due Stati, benché sotto precise condizioni, segna una significativa apertura diplomatica da parte del governo Netanyahu, storicamente meno incline ad adottare posizioni di compromesso in merito alla questione palestinese.

Focus America non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001.