Trump e i miliardar ridisegnano i media americani

Il presidente celebra la sospensione di Jimmy Kimmel, mentre gli alleati consolidano il controllo su reti storiche e piattaforme digitali. Dalle acquisizioni miliardarie alle pressioni politiche, il panorama mediatico statunitense si orienta sempre più verso posizioni conservatrici.

Trump e i miliardar ridisegnano i media americani
White House

Il mondo dei media americani sta vivendo una trasformazione senza precedenti. I miliardari vicini al presidente Donald Trump stanno acquisendo o influenzando alcune delle principali reti televisive e piattaforme digitali, spostando il baricentro del panorama informativo verso posizioni conservatrici. Un sistema che fino a pochi anni fa era dominato da voci critiche nei confronti del presidente oggi appare profondamente cambiato.

Questa settimana ABC ha sospeso “indefinitamente” Jimmy Kimmel dopo i suoi commenti sull’assassinio del leader conservatore Charlie Kirk. La decisione è arrivata dopo l’avvertimento del presidente della Federal Communications Commission, Brendan Carr, che ha richiamato l’emittente al rispetto dell’“interesse pubblico”, minacciando multe o la revoca della licenza. Trump ha celebrato la rimozione del conduttore, così come aveva fatto in precedenza per la cancellazione del programma di Stephen Colbert su CBS, e ha chiesto a NBC di intervenire contro Seth Meyers e Jimmy Fallon.

La nuova stagione mediatica si fonda su due dinamiche parallele: le acquisizioni di alto profilo da parte di alleati di Trump e i cambiamenti editoriali meno visibili ma significativi. L’acquisto di Twitter da parte di Elon Musk nel 2022 ha trasformato la piattaforma, ribattezzata X, in uno spazio centrale per le voci legate al movimento MAGA. Ma un accordo ancora più rilevante potrebbe essere all’orizzonte: Oracle, guidata da Larry Ellison, sta negoziando il controllo delle operazioni americane di TikTok insieme a Silver Lake e Andreessen Horowitz. Se approvata da Pechino, la mossa darebbe a un alleato di Trump un’influenza diretta su una delle piattaforme più usate dai giovani.

Nell’estate scorsa Skydance ha acquisito Paramount, consegnando a David Ellison il controllo di CBS News. Qui è stato nominato un ombudsman conservatore incaricato di supervisionare le lamentele sulla copertura giornalistica. Paramount-Skydance è in trattativa per acquisire The Free Press di Bari Weiss, con l’obiettivo di inserirla in un ruolo editoriale di rilievo alla CBS. Parallelamente, la famiglia Ellison lavora a un’offerta per Warner Bros. Discovery, proprietaria della CNN: se riuscisse, due dei marchi televisivi più storici degli Stati Uniti finirebbero sotto il controllo di imprenditori vicini alla Casa Bianca.

Anche i grandi nomi della tecnologia hanno adottato un atteggiamento più conciliante. Mark Zuckerberg ha nominato dirigenti vicini a Trump e ha eliminato il programma di fact-checking su Meta. Jeff Bezos ha annunciato che la pagina opinioni del Washington Post sosterrà “libertà personali e liberi mercati” e ha bloccato l’endorsement alla candidata democratica Kamala Harris. Patrick Soon-Shiong ha cancellato l’endorsement del Los Angeles Times per Harris, promettendo su Fox News un riequilibrio conservatore della linea editoriale.

Il cambiamento coinvolge anche Univision, il principale broadcaster in lingua spagnola, ora più vicino alla Casa Bianca sotto la guida di Televisa, e il Baltimore Sun, spostatosi a destra dopo l’acquisto da parte di David Smith, dirigente del gruppo Sinclair. Intanto le piattaforme allineate a Trump, come Newsmax e Truth Social, hanno visto crescere il proprio valore grazie all’ondata di investimenti legati ai “meme stock”.

I media che restano critici verso l’amministrazione subiscono forti pressioni. Questa settimana Trump ha avviato una causa da 15 miliardi di dollari contro il New York Times, accusandolo di essere “il portavoce del Partito Democratico”. Il presidente ha attaccato anche ABC e NBC, dichiarandosi “favorevole” a misure punitive nei loro confronti.

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