Trump dice che gli piacerebbe candidarsi ancora nel 2028

Il presidente dichiara che "probabilmente" non cercherà di restare alla Casa Bianca oltre il limite costituzionale, pur lasciando aperta la porta sul piano politico

Trump dice che gli piacerebbe candidarsi ancora nel 2028
White House

Durante un'intervista rilasciata il 5 agosto a CNBC, il presidente Donald Trump ha dichiarato di non avere intenzione di candidarsi per un terzo mandato nel 2028, pur affermando che gli "piacerebbe correre" di nuovo. Si tratta della dichiarazione più chiara finora rilasciata dal presidente sull'eventualità di superare il limite dei due mandati previsto dalla Costituzione.

Alla domanda se avesse intenzione di candidarsi ancora, Trump ha risposto: “No. Probabilmente no.” Ha poi ripetuto la stessa frase, “Probabilmente no”, accompagnandola con una risata. La risposta sembra allontanare l’ipotesi di un tentativo formale di modificare il 22º emendamento della Costituzione, che vieta ai presidenti di ricoprire più di due mandati.

Trump è attualmente al suo secondo mandato non consecutivo, avendo già guidato il Paese dal 2017 al 2021. Tornato in carica nel gennaio 2025, avrebbe bisogno di un processo costituzionale complesso per candidarsi nuovamente: due terzi dei membri della Camera e del Senato dovrebbero approvare un emendamento, oppure sarebbe necessaria una convenzione costituzionale convocata da due terzi delle legislature statali. In entrambi i casi, tre quarti degli Stati dovrebbero ratificare la modifica.

Nonostante queste difficoltà, alcuni sostenitori del presidente, come l’ex consigliere politico e podcaster di estrema destra Steve Bannon, hanno pubblicamente auspicato che Trump provi a ottenere un terzo mandato. Il presidente stesso ha più volte alimentato la speculazione, accennando alla possibilità in diverse occasioni dopo il suo ritorno alla Casa Bianca.

Nell’intervista a CNBC, Trump ha ribadito che sarebbe interessato a candidarsi nuovamente, citando la popolarità delle sue politiche economiche come possibile leva elettorale: “Mi piacerebbe correre, ho i migliori numeri nei sondaggi che abbia mai avuto. Sapete perché? Perché la gente ama i dazi”, ha affermato.

Trump non ha ancora indicato un potenziale successore e non ha espresso sostegno formale alla candidatura del vicepresidente JD Vance, con cui è stato eletto nel 2024. Già nel febbraio scorso aveva evitato di esprimere un endorsement esplicito. Dal canto suo, Vance ha eluso le domande su una sua eventuale corsa presidenziale nel 2028, dichiarando che il proprio futuro politico dipenderà dalle decisioni dello stesso Trump.

Nel frattempo, il segretario di Stato Marco Rubio ha recentemente aperto la strada a una possibile candidatura di Vance. In un’intervista a Fox News il mese scorso, Rubio ha dichiarato che sosterrebbe Vance nel 2028 e lo ha incoraggiato a scendere in campo.

Con questa dichiarazione, Trump sembra quindi voler placare i timori di una deriva autoritaria o di uno scontro diretto con i limiti costituzionali, pur continuando a mantenere un ruolo centrale nella politica repubblicana e a influenzare il dibattito sulla successione. La scelta di non sostenere pubblicamente un successore lascia infatti intendere che il presidente intende restare la figura dominante nel partito anche oltre la fine del suo attuale mandato.

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