Trump critica privatamente Barrett e altri giudici conservatori della Corte Suprema

Il presidente degli Stati Uniti si lamenta del fatto che i giudici da lui nominati non sostengono abbastanza la sua agenda politica. Il target principale è Amy Coney Barrett, ma le sue lamentele riguardano anche Gorsuch e Kavanaugh.

Trump critica privatamente Barrett e altri giudici conservatori della Corte Suprema

Il presidente Donald Trump ha espresso in privato critiche verso alcuni giudici conservatori della Corte Suprema, inclusa Amy Coney Barrett, la sua nomina più recente, lamentando la loro insufficiente adesione alla sua agenda politica. Questi dissapori, riportati dalla CNN tramite fonti informate, si sono protratti per almeno un anno e coinvolgono anche i giudici Neil Gorsuch e Brett Kavanaugh.

Secondo un alto funzionario dell'Amministrazione citato dalla CNN, le critiche di Trump non riguardano una singola sentenza, ma molteplici decisioni considerate deludenti dal presidente. Particolarmente significativo è il suo disappunto nei confronti di Barrett, definita da alcuni alleati conservatori del presidente come "debole" e accusata di non rispecchiare durante il suo operato i punti discussi nei colloqui preliminari alla sua nomina nel 2020.

L'irritazione di Trump verso Barrett è aumentata significativamente dopo alcuni episodi specifici. Ad esempio a marzo, la giudice aveva votato contro un piano dell'Amministrazione per congelare circa 2 miliardi di dollari di aiuti esteri, suscitando indignazione negli ambienti conservatori. Un commentatore legale conservatore l’ha definita pubblicamente, durante un podcast, "una professoressa di diritto agitata". Altri sui social media l’hanno invece criticata come una nomina basata su principi di diversità, equità e inclusione (DEI).

Un altro episodio controverso ha riguardato il caso relativo ai pagamenti in nero effettuati da Trump a una pornostar a New York. Barrett, insieme al giudice capo John Roberts e ai tre giudici liberal della Corte Suprema, aveva permesso che si giungesse alla sentenza prima dell'inaugurazione presidenziale di gennaio. Trump aveva tuttavia minimizzato pubblicamente tale decisione, definendola "equa".

La frustrazione si è ulteriormente accentuata il mese scorso, quando la Corte Suprema ha raggiunto un pareggio (4-4) in un caso riguardante i finanziamenti pubblici per una scuola charter cattolica in Oklahoma. Barrett si era astenuta dal voto, citando conflitti di interesse personali con alcuni avvocati coinvolti. Questa astensione ha confermato implicitamente la decisione di incostituzionalità della scuola, scatenando le critiche di Carrie Severino, presidente della Judicial Crisis Network, che ha descritto l'astensione come eccessiva e potenzialmente dannosa sul lungo periodo.

Alcuni alleati di Trump hanno inoltre avanzato, in conversazioni private, l'ipotesi che le scelte di Barrett siano state influenzate da minacce ricevute dalla sua famiglia. A marzo, infatti, sua sorella è stata oggetto di una minaccia bomba a Charleston, in South Carolina. Trump stesso si è mostrato preoccupato, chiedendo ai suoi consiglieri se Barrett avesse bisogno di una maggiore sicurezza personale.

Nonostante le sue critiche private, Trump ha evitato di attaccare Barrett pubblicamente. A marzo, interpellato dai giornalisti, aveva dichiarato: "È una donna molto brava. È molto intelligente, e non conosco persone che la attaccano".

L’Amministrazione Trump ha comunque riaffermato pubblicamente il proprio rispetto verso la Corte Suprema attraverso una dichiarazione del vice segretario stampa principale, Harrison Fields:

"Il presidente Trump sosterrà sempre la Corte Suprema degli Stati Uniti, a differenza del Partito Democratico che, se gliene fosse data l'opportunità, riempirebbe la corte, minando la sua integrità. Il presidente può non essere d'accordo con la Corte e alcune delle sue decisioni, ma rispetterà sempre il suo ruolo fondamentale".

Nonostante queste critiche, Barrett resta un voto generalmente affidabile per i conservatori. Secondo il blog Empirical SCOTUS, la giudice ha votato con i due colleghi più conservatori della corte – Clarence Thomas e Samuel Alito – oltre l’80% delle volte nell'ultimo anno. Barrett ha appoggiato diverse politiche cruciali per Trump, come il divieto di arruolamento nelle Forze Armate per le persone transgender, la cessazione delle protezioni temporanee dall’espulsione per i venezuelani e il taglio di milioni di dollari in sovvenzioni per l’istruzione.

Tuttavia, Barrett ha mostrato anche una certa indipendenza rispetto alla linea più rigorosa dei giudici Thomas e Alito. Ad esempio, un anno fa, durante un caso riguardante l'immunità presidenziale, aveva interrogato l’avvocato di Trump sulla possibilità che azioni private di un presidente potessero essere escluse dall’immunità stessa. Nonostante questo interrogativo, Barrett ha comunque votato a luglio insieme alla maggioranza conservatrice per concedere l'immunità a Trump.

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