Trump considera un nuovo ‘travel ban’ che potrebbe colpire 43 Paesi

Una bozza in discussione prevede una lista di nazioni "rosse", "arancioni" e "gialle" con diversi livelli di restrizioni all’ingresso negli Stati Uniti per i propri cittadini.

Trump considera un nuovo ‘travel ban’ che potrebbe colpire 43 Paesi
Foto di Issy Bailey / Unsplash

L'Amministrazione Trump sta valutando l'introduzione di un nuovo ‘travel ban’ che potrebbe colpire cittadini provenienti da ben 43 Paesi, decisamente più ampio rispetto alle restrizioni precedentemente implementate durante il primo mandato di Trump, secondo quanto riferito dal New York Times.

Le tre liste di Paesi a rischio

Una bozza elaborata da funzionari diplomatici e della sicurezza nazionale propone una "lista rossa" di 11 Paesi i cui cittadini sarebbero completamente esclusi dall'ingresso negli Stati Uniti.

Si tratta di: Afghanistan, Bhutan, Cuba, Iran, Libia, Corea del Nord, Somalia, Sudan, Siria, Venezuela e Yemen.

Precedenti indiscrezioni avevano già indicato che l'Afghanistan – ora sotto il controllo dei talebani dal ritiro degli Stati Uniti nel 2021 – sarebbe probabilmente apparso in questa nuova lista di Paesi.

I funzionari hanno indicato che il Dipartimento di Stato ha sviluppato questa lista alcune settimane fa e che potrebbero verificarsi cambiamenti prima che il documento raggiunga la Casa Bianca.

Attualmente, la bozza è al vaglio di funzionari del Dipartimento di Stato, uffici regionali, specialisti della sicurezza nazionale e agenzie di intelligence, che stanno valutando l'accuratezza delle carenze identificate e considerando le implicazioni politiche o potenziali interruzioni nella cooperazione diplomatica.

È stata proposta anche una "lista arancione" di 10 ulteriori 10 Paesi dove i viaggi sarebbero fortemente limitati ma non completamente vietati.

Businessman benestanti provenienti da questi Paesi potrebbero continuare ad entrare, ma i visti per immigranti o turisti sarebbero generalmente esclusi, e sarebbero richiesti colloqui obbligatori di persona per ottenerli.

Questa seconda lista include Bielorussia, Eritrea, Haiti, Laos, Myanmar, Pakistan, Russia, Sierra Leone, Sud Sudan e Turkmenistan.

La bozza introduce anche una "lista gialla" di ulteriori 22 Paesi che avrebbero 60 giorni per affrontare le carenze identificate o rischiare il posizionamento nelle liste rossa o arancione.

I problemi in questo caso includono inadeguata condivisione di informazioni sui viaggiatori con gli Stati Uniti, debole sicurezza nel rilascio dei passaporti, o vendita della cittadinanza a cittadini di Paesi altrimenti banditi.

Questa lista include Angola, Antigua e Barbuda, Benin, Burkina Faso, Cambogia, Camerun, Capo Verde, Ciad, Repubblica del Congo, Repubblica Democratica del Congo, Dominica, Guinea Equatoriale, Gambia, Liberia, Malawi, Mali, Mauritania, St. Kitts e Nevis, St. Lucia, São Tomé e Príncipe, Vanuatu e Zimbabwe.

I prossimi step

L'ordine esecutivo di Trump del 20 gennaio ha incaricato il Dipartimento di Stato di identificare entro 60 giorni i Paesi privi di adeguate procedure di controllo e screening – un rapporto che ora è in fase di completamento.

Il Dipartimento di Giustizia, la Sicurezza Interna e l'Ufficio del Direttore dell'Intelligence Nazionale stanno fornendo assistenza.

Rimane al momento poco chiaro se i titolari di visti esistenti o di green card provenienti da questi Paesi sarebbero esentati dalle nuove restrizioni o se debbano affrontare anche loro il rischio di cancellazioni di visti.

Recentemente, l'Amministrazione Trump ha annullato la green card concessa a Mahmoud Khalil, un palestinese nato in Siria ed ex studente della Columbia University, per aver guidato proteste definite antisemite contro le azioni di Israele a Gaza, provocando contestazioni legali.

Diversi Paesi presenti in questi elenchi erano già soggetti a precedenti divieti di Trump, mentre altri sono nuovi obiettivi.

Molti condividono caratteristiche dei divieti precedenti, tra cui popolazioni a maggioranza musulmana, estrema povertà o governi considerati deboli o corrotti.

Tuttavia, alcune nuove inclusioni come il Bhutan, una piccola nazione buddista e indù situata tra Cina e India, mancano di una giustificazione immediata.

Russia e Venezuela: due casi a parte

Le restrizioni proposte per i cittadini russi presentano una difficoltà a parte, dato i tentativi in corso di Trump di instaurare relazioni più cordiali tra Stati Uniti e Russia.

Allo stesso modo, l'inclusione del Venezuela potrebbe complicare i recenti sforzi volti a migliorare i legami per facilitare l’espulsione di migranti venezuelani senza documenti.

Il precedente ‘travel ban‘

Il divieto di viaggio originale di Trump aveva affrontato iniziali blocchi legali ma fu successivamente confermato dalla Corte Suprema in forma rivista, permettendo a Trump di prendere di mira cittadini di Paesi a maggioranza musulmana.

Il presidente Biden ha revocato tutti questi divieti poco dopo la sua inaugurazione nel gennaio 2021, definendoli discriminatori e dannosi per la storia inclusiva dell'America.

La bozza del nuovo ordine esecutivo di Trump afferma, invece, di voler proteggere gli americani dal terrorismo, minacce alla sicurezza, ideologie d'odio e abusi del sistema di immigrazione regolare.

Focus America non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001.