Trump cita Napoleone Bonaparte: "Chi salva il proprio Paese non viola alcuna legge"

Il Presidente sta cercando sempre di più di ampliare i poteri dell'esecutivo attraverso ordini esecutivi controversi, mentre la sua Amministrazione abbraccia una visione estesa della teoria dell'esecutivo unitario.

Trump cita Napoleone Bonaparte: "Chi salva il proprio Paese non viola alcuna legge"
Immagine creata con l'intelligenza artificiale. Fonte: Grok

Gli Stati Uniti stanno attraversando una fase di profondo riallineamento dell'equilibrio dei poteri tra le varie branche del governo federale sotto la guida del Presidente Donald Trump, che ieri ha pubblicato sui social media una dichiarazione emblematica del suo approccio:

"Chi salva il proprio Paese non viola alcuna legge".

La frase, variazione di un pensiero attribuito a Napoleone Bonaparte, è stata evidenziata sia su Truth Social che su X, rimanendo fissata in cima al suo profilo personale e successivamente condivisa dall'account ufficiale della Casa Bianca.

Una nuova interpretazione dei poteri presidenziali

All'inizio del suo secondo mandato, Trump sta dimostrando un approccio più aggressivo nell'utilizzo dei poteri presidenziali, forte anche della sentenza della Corte Suprema dello scorso anno che gli ha garantito l'immunità presuntiva per eventuali reati commessi nell'esercizio dei suoi poteri ufficiali.

Le prime settimane del suo mandato sono state caratterizzate da numerosi ordini esecutivi che hanno spinto avanti i limiti generalmente riconosciuti del potere presidenziale, pur provocando il congelamento temporaneo di molte iniziative da parte dei giudici federali.

Tra le mosse più significative, Trump ha tentato di riscrivere unilateralmente la definizione di cittadinanza per nascita - diritto sancito dal 14° Emendamento della Costituzione - per escludere coloro che sono nati sul territorio americano da madri prive di documenti.

Il Presidente ha inoltre provveduto a espulsioni di massa di funzionari pubblici, ignorando le leggi sulla protezione del servizio civile, ha praticamente chiuso l'agenzia responsabile degli aiuti all'estero, rimosso i procuratori che lo hanno investigato e licenziato ispettori confermati dal Senato senza fornire al Congresso la dovuta notifica o giustificazione.

La teoria dell'esecutivo unitario

L'amministrazione Trump ha abbracciato, insomma, una versione espansiva della cosiddetta teoria dell'esecutivo unitario, un'ideologia legale secondo cui la Costituzione vieterebbe al Congresso di porre limiti al controllo presidenziale sul ramo esecutivo.

Sarah M. Harris, procuratore generale ad interim del Dipartimento di Giustizia, ha recentemente inviato una lettera al Congresso annunciando che il Dipartimento non difenderà la costituzionalità delle leggi che limitano il licenziamento dei membri delle agenzie indipendenti prima della scadenza del loro mandato.

Tali leggi non vietano di per se al presidente di licenziare queste persone, ma richiedono che ci sia una giusta causa.

Esistono altri precedenti di presidenti che hanno rivendicato il potere di ignorare i limiti legali, ma questi casi sono stati generalmente circoscritti alla sicurezza nazionale.

Abraham Lincoln, durante la Guerra Civile, sospese l'habeas corpus e prese altre misure straordinarie, che il Congresso poi ratificò retroattivamente dopo una richiesta in tal senso dello stesso Lincoln.

Richard Nixon, dopo le sue dimissioni, sostenne che i presidenti hanno il potere intrinseco di autorizzare i funzionari governativi a violare le leggi se ritenuto nell'interesse nazionale.

Anche George W. Bush e Dick Cheney, dopo l'11 settembre 2001, intrapresero azioni che violavano i limiti statutari su questioni come la tortura e la sorveglianza.

Un approccio senza precedenti

Tuttavia, le azioni di Trump si distinguono dai precedenti proprio per non essere principalmente legate alla sicurezza nazionale, ma piuttosto dirette a eliminare le sacche di indipendenza create dal Congresso all'interno del ramo esecutivo, centralizzando maggior potere nella Casa Bianca su questioni di politica interna.

Russell Vought, responsabile dell'Ufficio Budget della Casa Bianca di Trump, nonché uno degli autori del Project 2025, aveva sostenuto in un saggio pubblicato nel 2022 che gli Stati Uniti si trovano in un "momento post-costituzionale".

Secondo Vought, per contrastare i liberal è necessario, quindi, "essere radicali nel scartare o ripensare i paradigmi legali che hanno finora limitato la nostra capacità di tornare alla Costituzione originale". Sembra proprio che i primi passi della seconda Amministrazione Trump stiano andando in questa direzione.

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