Trump blocca dichiarazione del G7 sull’attacco russo a Sumy

Washington si oppone a una condanna congiunta dell’attacco missilistico russo, sostenendo la necessità di mantenere aperti i canali diplomatici con Mosca. Il Canada, presidente di turno, rinuncia alla dichiarazione per mancanza di consenso.

Trump blocca dichiarazione del G7 sull’attacco russo a Sumy
Volodymyr Zelenskyy su X

Gli Stati Uniti hanno rifiutato di firmare una dichiarazione congiunta del G7 di condanna del’attacco missilistico russo sulla città ucraina di Sumy, in cui hanno perso la vita oltre 30 persone. La decisione dell’amministrazione del presidente Donald Trump è stata comunicata agli altri membri del gruppo attraverso canali diplomatici, secondo quanto riportato da Bloomberg sulla base di fonti informate.

La motivazione ufficiale fornita dagli Stati Uniti è la volontà di “lavorare per preservare spazio per i negoziati di pace” con la Russia, un obiettivo che richiederebbe il mantenimento di canali di comunicazione aperti con Mosca. L’approccio adottato da Washington ha impedito al G7 di procedere con la pubblicazione di una presa di posizione unitaria sull’attacco, nonostante una bozza della dichiarazione fosse già stata predisposta.

Il Canada, che detiene la presidenza del G7 per il 2025, ha informato gli altri paesi membri che, in assenza del consenso statunitense, non sarebbe stato possibile diffondere una dichiarazione congiunta. La bozza visionata da Bloomberg definiva l’attacco su Sumy come una prova della volontà russa di proseguire nel conflitto in Ucraina.

L’iniziativa americana ha suscitato reazioni contrastanti anche all’interno dell’amministrazione Trump. Lo stesso presidente ha commentato pubblicamente l’accaduto, affermando: “Mi è stato riferito che hanno commesso un errore. Ma penso che sia terribile”. Parole che, pur riconoscendo la gravità dell’evento, riflettono un tono più sfumato rispetto ad altre dichiarazioni rilasciate da esponenti dell’esecutivo.

Il Segretario di Stato Marco Rubio ha usato toni più espliciti, definendo l’attacco “orribile” e “tragico”. Una condanna netta è arrivata anche da Keith Kellogg, inviato speciale del presidente per l’Ucraina, che ha affermato che il bombardamento russo “oltrepassa ogni limite della decenza”. Nel complesso, le dichiarazioni dei vertici dell’amministrazione mettono in evidenza una mancanza di coerenza nel messaggio politico dell’esecutivo in merito al conflitto russo-ucraino.

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