Trump avvia la dissoluzione dell’USAID nonostante lo stop giudiziario

Il governo ha comunicato al Congresso il trasferimento delle funzioni dell’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale al Dipartimento di Stato, ignorando una sentenza che ne vietava la chiusura unilaterale. Alcuni programmi saranno interrotti entro luglio.

Trump avvia la dissoluzione dell’USAID nonostante lo stop giudiziario
Immagine creata dall'intelligenza artificiale. Fonte: ChatGPT

L’amministrazione Trump ha formalmente avviato il processo di smantellamento dell’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale (USAID), una delle più rilevanti istituzioni federali impegnate nell’assistenza umanitaria globale. La decisione, resa pubblica venerdì, arriva nonostante una sentenza di un giudice federale che aveva dichiarato incostituzionale una chiusura unilaterale dell’agenzia, sottolineando la competenza esclusiva del Congresso in materia.

Il governo ha informato il Congresso che le principali funzioni dell’USAID verranno trasferite al Dipartimento di Stato, mentre i programmi che non si allineano con le politiche dell’amministrazione saranno terminati. Alcune di queste deleghe diventeranno operative entro il 1° luglio. Il Segretario di Stato Marco Rubio ha cercato di rassicurare l’opinione pubblica e i partner internazionali: “Stiamo continuando i programmi essenziali di salvataggio e facendo investimenti strategici che rafforzano i nostri partner e il nostro paese”.

L’annuncio conferma un orientamento già evidente nei mesi scorsi, durante i quali il Dipartimento di Gestione (DOGE) aveva portato avanti una decisa riduzione delle risorse destinate all’agenzia. Il ridimensionamento dell’USAID si inserisce in una più ampia strategia di revisione della politica estera americana sotto la guida di Trump, orientata a una selezione più ristretta degli ambiti d’intervento e a una maggiore centralizzazione nelle mani del Dipartimento di Stato.

La chiusura dell’USAID è tuttavia un precedente controverso. Un giudice federale, all’inizio di marzo, aveva stabilito che un’azione unilaterale dell’esecutivo per sciogliere un’agenzia creata per legge dal Congresso violava la separazione dei poteri prevista dalla Costituzione. Il provvedimento della magistratura puntava a garantire il ruolo del potere legislativo nel determinare la sorte di organismi federali nati per volontà parlamentare. Nonostante ciò, l’amministrazione ha scelto di procedere, aprendo di fatto un nuovo fronte di scontro tra rami dello Stato.

Le implicazioni sono diverse. L’USAID gestiva una rete capillare di interventi in campo sanitario, alimentare, educativo e infrastrutturale in decine di paesi. La sua chiusura porta a dubbi sulla continuità di questi programmi, spesso vitali in contesti di emergenza o in paesi colpiti da conflitti o disastri naturali. La concentrazione delle competenze nel Dipartimento di Stato potrebbe inoltre ridurre l’efficacia e la neutralità delle missioni umanitarie.

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