Trump aveva inviato una lettera osé a Epstein, ma lui nega

Il Wall Street Journal rivela un album di lettere per il 50° compleanno di Epstein con un messaggio attribuito a Trump. Il presidente nega e parla di “falso”, mentre la gestione dei file Epstein accende lo scontro politico a Washington.

Trump aveva inviato una lettera osé a Epstein, ma lui nega
White House

Un album per il cinquantesimo compleanno di Jeffrey Epstein, contenente lettere di amici e collaboratori, tra cui una attribuita al presidente Donald Trump, è al centro di nuove polemiche. Il Wall Street Journal ha rivelato che Ghislaine Maxwell, allora stretta collaboratrice di Epstein, raccolse nel 2003 messaggi da numerose personalità per comporre un volume rilegato in pelle, oggi in possesso del Dipartimento di Giustizia.

Secondo il giornale, una delle lettere, firmata “Donald”, conteneva frasi di tono ambiguo e un disegno stilizzato di una donna nuda, con la firma del futuro presidente posizionata all’altezza dei genitali. Il testo si concludeva con la frase: “Buon compleanno – e che ogni giorno sia un altro meraviglioso segreto”. Trump ha negato ogni coinvolgimento, definendo il documento “un falso” e minacciando di citare in giudizio il Wall Street Journal. “Non è il mio linguaggio, non sono le mie parole”, ha dichiarato al giornale.

L’esistenza dell’album, mai riportata in precedenza, è confermata da documenti e testimonianze raccolti dal quotidiano. Tra i firmatari ci sono anche il miliardario Leslie Wexner e l’avvocato Alan Dershowitz. Wexner, allora cliente e amico di Epstein, ha inviato un breve messaggio corredato da un disegno di seni femminili. Dershowitz, che in seguito avrebbe difeso Epstein durante i processi, incluse invece una finta copertina di rivista dal titolo “Vanity Unfair” con riferimenti ironici a Epstein e a Bill Clinton.

La vicenda riporta in primo piano il passato rapporto tra Trump ed Epstein. Negli anni ’90 e nei primi anni 2000 i due furono spesso fotografati insieme, anche con Ghislaine Maxwell e Melania Trump, allora compagna dell’imprenditore. In un’intervista a New York Magazine del 2002, Trump aveva definito Epstein “un tipo formidabile” e sottolineato il loro comune interesse per le donne “anche molto giovani”. Tuttavia, già nel 2019 il presidente aveva sostenuto di non avere contatti con Epstein da oltre 15 anni e di averlo bandito dal club Mar-a-Lago.

Il caso dell’album esplode in un momento delicato per l’amministrazione. I cosiddetti “Epstein files”, i documenti federali legati alle indagini sul traffico sessuale di minorenni, sono al centro di aspre controversie politiche. L’attorney general Pam Bondi ha reso pubblica a febbraio una prima parte di questi file, che conteneva principalmente registri di volo e materiale già noto, ma ha trattenuto altri documenti sensibili. Il Dipartimento di Giustizia ha dichiarato di non aver trovato alcuna “lista di clienti incriminante” o prove di ricatti a persone influenti.

L’annuncio ha alimentato il sospetto tra sostenitori di Trump e oppositori, portando figure come Elon Musk ad accusare l’FBI di insabbiamenti. Musk, in un post poi cancellato su X, aveva affermato che l’agenzia nascondeva documenti perché il presidente stesso compariva nei file. La tensione è cresciuta ulteriormente dopo che il 7 luglio il Dipartimento di Giustizia ha deciso di non pubblicare altri documenti, citando un’“esaustiva revisione” che non avrebbe rivelato nuovi elementi incriminanti.

Al Congresso, i deputati democratici della commissione Giustizia chiedono ora audizioni pubbliche sulla gestione dei documenti da parte del governo. Si invocano citazioni per Bondi, il direttore dell’FBI Kash Patel e il suo vice Dan Bongino, entrambi accusati di aver alimentato teorie di copertura quando erano all’opposizione.

Parallelamente, il New York Times ha tracciato una cronologia dei rapporti tra Trump ed Epstein. Secondo i registri di volo, il nome di Trump compare sette volte sui jet privati di Epstein tra il 1993 e il 1997, principalmente per tratte tra Palm Beach e New York. Mar-a-Lago, il resort di proprietà di Trump, emerge inoltre come luogo chiave nella testimonianza di Virginia Giuffre, una delle vittime di Epstein, che raccontò di essere stata avvicinata lì da Ghislaine Maxwell quando era sedicenne.

Il rapporto tra i due uomini si sarebbe incrinato nel 2004, quando si trovarono rivali nell’acquisto di una villa a Palm Beach. Dopo quella disputa, secondo Trump, i contatti cessarono del tutto. Quando Epstein fu arrestato per la seconda volta nel 2019 con accuse di traffico sessuale, il presidente dichiarò di non averlo più frequentato da anni.

Maxwell, condannata nel 2021 a 20 anni di carcere per aver collaborato con Epstein nella gestione del giro di sfruttamento, non ha commentato l’articolo del Wall Street Journal. Il suo avvocato Arthur Aidala ha fatto sapere che la donna è concentrata sul suo ricorso davanti alla Corte Suprema.

La gestione dei “file Epstein” da parte dell’amministrazione continua a suscitare polemiche. Nel 2024, durante la campagna elettorale, Trump aveva dichiarato che avrebbe reso pubblici i documenti, salvo poi precisare di voler evitare che “informazioni false” potessero danneggiare persone innocenti. Ora, dopo la pubblicazione delle rivelazioni del Wall Street Journal, il presidente definisce le accuse “una truffa dei democratici” e attacca anche i suoi stessi sostenitori, accusati di “debolezza” per insistere sul caso.

Il 17 luglio, rispondendo alle domande dei giornalisti alla Casa Bianca, Trump si è mostrato infastidito: “La gente continua a parlare di questo tipo, di questo individuo disgustoso? Non riesco a capire perché ci sia ancora tutto questo interesse.” Le sue parole non hanno placato le critiche, mentre i documenti legati al compleanno di Epstein e la misteriosa lettera con la firma “Donald” restano al centro dell’attenzione pubblica.

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