Trump attacca l’Unione Europea: “Più ostile della Cina”

Il presidente Donald Trump ha definito l’Unione Europea “più ostile della Cina”, annunciando un ordine esecutivo per ridurre i costi dei farmaci negli Stati Uniti. Le tensioni commerciali tra USA e UE si inaspriscono, con l’Europa pronta a rispondere a nuovi dazi americani.

Trump attacca l’Unione Europea: “Più ostile della Cina”

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha affermato che "l'Unione Europea è, per molti aspetti, più ostile della Cina", parlando lunedì alla stampa in occasione dell’annuncio di un ordine esecutivo volto a ridurre i prezzi dei farmaci da prescrizione e dei prodotti farmaceutici nel mercato statunitense. Le dichiarazioni si inseriscono in un contesto di crescenti tensioni commerciali tra Stati Uniti e Unione Europea, aggravate dalle misure protezionistiche adottate dall’amministrazione Trump negli ultimi anni.

L’interscambio tra Stati Uniti e Unione Europea ha raggiunto quasi mille miliardi di dollari lo scorso anno, con le esportazioni statunitensi verso l’UE che superano più del doppio di quelle destinate alla Cina. In tale quadro, ogni inasprimento dei dazi potrebbe avere conseguenze rilevanti per entrambe le economie.

Nel suo intervento, il presidente ha sostenuto che gli europei dovrebbero “pagare di più” per l’assistenza sanitaria, invitando l’UE ad assumersi maggiori oneri finanziari. “Gli Stati Uniti hanno tutte le carte in mano negli accordi commerciali con l'UE”, ha dichiarato Trump, aggiungendo che le aziende sanitarie “dovrebbero guadagnare più o meno lo stesso” e che la sua politica rappresenta una semplice “redistribuzione della ricchezza”. Secondo il presidente, fino ad oggi gli Stati Uniti avrebbero “sovvenzionato” i costi sanitari sostenuti dall’Europa.

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Trump ha inoltre annunciato che, con le nuove misure, “l’America pagherà molto meno” per i farmaci, mentre “l’Europa dovrà pagare un po’ di più. Il resto del mondo dovrà pagare un po’ di più”. Il riferimento alle politiche farmaceutiche europee si inserisce in una più ampia strategia commerciale dell’amministrazione, che punta a riequilibrare i termini degli scambi internazionali a favore degli Stati Uniti.

Durante la stessa conferenza stampa, il presidente ha affrontato anche il tema delle esportazioni automobilistiche, sostenendo che l’Europa vende ogni anno agli Stati Uniti 13 milioni di automobili, mentre “gli USA non ne venderebbero nessuna in cambio”. Tuttavia, i dati dell’Associazione Europea dei Costruttori di Automobili contraddicono questa ricostruzione. Secondo l’associazione, l’anno scorso l’UE ha esportato negli Stati Uniti circa 750.000 automobili, mentre gli Stati Uniti hanno esportato circa 170.000 veicoli in Europa. I numeri indicano uno squilibrio commerciale, ma su una scala inferiore rispetto a quella evocata dal presidente.

Le dichiarazioni di Trump potrebbero avere conseguenze più significative rispetto alle tensioni con la Cina. Pechino ha reagito in modo immediato alle misure statunitensi, adottando propri dazi di ritorsione. L’Unione Europea, al contrario, ha avviato una procedura più graduale: una consultazione pubblica su un elenco preliminare di potenziali dazi del valore complessivo di 100 miliardi di dollari. Il processo durerà un mese e sarà seguito da ulteriori negoziati politici, prima che si possa arrivare all’implementazione effettiva, prevista eventualmente per la metà dell’estate.

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Il contesto politico non gioca a favore di una risoluzione rapida. L’amministrazione Trump si è più volte mostrata scettica nei confronti delle relazioni transatlantiche, preferendo impostare le trattative commerciali in chiave bilaterale piuttosto che attraverso istituzioni multilaterali. Questo approccio ha alimentato l’incertezza sulle prospettive future dei rapporti economici tra Stati Uniti e Unione Europea.

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