Trump approva la vendita di US Steel al Giappone

Il presidente ribalta la decisione dell’amministrazione Biden e autorizza la fusione con la giapponese Nippon Steel, assicurando 70.000 nuovi impieghi e il mantenimento del quartier generale a Pittsburgh. I sindacati però restano contrari.

Trump approva la vendita di US Steel al Giappone
Photo by yasin hemmati / Unsplash

Il presidente Donald Trump ha annunciato l’approvazione ufficiale della fusione da 14,9 miliardi di dollari tra United States Steel e la giapponese Nippon Steel, ribaltando la precedente opposizione dell’amministrazione Biden. La decisione, secondo la Casa Bianca, creerà almeno 70.000 posti di lavoro e porterà 14 miliardi di dollari all’economia nazionale.

In un messaggio pubblicato su TruthSocial, Trump ha parlato dell’accordo come un ritorno alla grandezza industriale americana: “Per molti anni, il nome ‘United States Steel’ è stato sinonimo di grandezza, e ora lo sarà di nuovo”, ha scritto. Il presidente ha definito l’operazione una “partnership pianificata” che coinvolgerà investimenti significativi nei prossimi 14 mesi, tra cui 2,4 miliardi destinati alla Pennsylvania. Ha inoltre annunciato una visita a Pittsburgh prevista per il 30 maggio, affermando che “l’acciaio sarà di nuovo, per sempre, MADE IN AMERICA”.

La fusione con Nippon Steel, avanzata per la prima volta nel dicembre 2023, era stata inizialmente contrastata da Trump stesso, così come dall’amministrazione precedente, che l’aveva bloccata per timori legati alla sicurezza nazionale, alle pressioni dei sindacati e alle offerte concorrenti da parte di aziende statunitensi. La svolta è arrivata in seguito a sollecitazioni da parte dei leader statali preoccupati per le ricadute economiche e simboliche dell’eventuale perdita della sede centrale di U.S. Steel a Pittsburgh.

Durante un incontro tenutosi a febbraio con il primo ministro giapponese Shigeru Ishiba, Trump aveva già lasciato intendere un’apertura al progetto. Ora, con la decisione formalizzata, diversi rappresentanti politici della Pennsylvania hanno espresso soddisfazione per l’accordo.

La senatrice Kim Ward, capogruppo repubblicana del Senato statale, ha definito l’approvazione “una giornata grandiosa” per la regione, evidenziando come il piano sosterrà fino a 25.500 posti di lavoro. “Il presidente Trump ha sempre lottato per l’America,” ha dichiarato, “e non avevo dubbi che, riesaminando l’accordo, avrebbe sostenuto gli operai siderurgici e le loro famiglie qui in Pennsylvania e in tutto il Paese.”

Ward ha ricordato nel dettaglio come il declino dell’industria siderurgica negli anni ’70 e ’80 avesse colpito duramente la sua comunità, riportando l’esperienza personale del padre, operaio specializzato nel settore dell’acciaio speciale, che perse sia il lavoro che la pensione. “Non si è mai ripreso finanziariamente — e neppure molti altri,” ha scritto in un intervento pubblicato dal Pittsburgh Post-Gazette.

Anche il senatore repubblicano Dave McCormick ha accolto con favore la notizia. “Le mie priorità sono sempre state la salvaguardia e l’espansione dell’occupazione e degli investimenti nella Mon Valley,” ha dichiarato. “Questa partnership le realizza.”

Tuttavia, non tutti hanno accolto positivamente la decisione. Il giorno precedente all’annuncio, il sindacato United Steelworkers aveva esortato Trump a bloccare la fusione, definendo Nippon Steel un “recidivo imbroglione commerciale”. Il presidente internazionale del sindacato, David McCall, ha dichiarato che l’azienda giapponese “da decenni inonda i nostri mercati con prodotti sottocosto, facendoci perdere migliaia di posti di lavoro ben retribuiti e minando la nostra capacità siderurgica”.

Nonostante Nippon Steel abbia promesso ingenti investimenti per ammodernare gli impianti in Pennsylvania sud-occidentale e nell’Indiana settentrionale, il sindacato dubita delle reali intenzioni dell’azienda, temendo un progressivo trasferimento delle attività verso il Sud degli Stati Uniti per evitare il confronto con la contrattazione collettiva. La United Steelworkers rappresenta circa 850.000 lavoratori su scala nazionale, di cui 4.000 sono impiegati in impianti legati a Nippon Steel in Pennsylvania, Alabama, Virginia e West Virginia.

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