Trump annuncia un sistema antimissile da $175 miliardi

Il presidente ha rivelato che il progetto, ispirato al sistema israeliano “Iron Dome”, sarà operativo entro il 2029 e avrà un costo stimato di 175 miliardi di dollari. Coinvolto anche il Canada

Trump annuncia un sistema antimissile da $175 miliardi
White House

Donald Trump ha annunciato martedì 20 maggio la costruzione di un nuovo sistema di difesa antimissile per gli Stati Uniti, battezzato Golden Dome, ispirato all'Iron Dome israeliano. Durante un intervento nello Studio Ovale della Casa Bianca, il presidente ha dichiarato che il progetto sarà completato entro la fine del suo mandato, prevista per l’inizio del 2029, e comporterà una spesa complessiva di circa 175 miliardi di dollari (155 miliardi di euro). Il Canada parteciperà all’iniziativa.

Secondo le parole del presidente, il sistema sarà in grado di “intercettare missili anche se lanciati dall’altro lato della Terra o dallo spazio”. Trump ha definito il progetto come “molto importante per il successo e persino per la sopravvivenza del nostro Paese”.

Il nuovo annuncio segue un decreto firmato a fine gennaio per avviare lo sviluppo di quello che la Casa Bianca ha definito “un Dome di ferro americano”, una protezione totale del territorio nazionale contro attacchi missilistici. L’iniziativa aveva già suscitato reazioni critiche da parte della Russia e della Cina. Mosca aveva paragonato il piano alla “guerra delle stelle” lanciata da Ronald Reagan durante la Guerra fredda.

Il sistema israeliano Iron Dome è operativo dal 2011 ed è progettato per proteggere contro attacchi con missili, razzi e droni. Sviluppato inizialmente da Israele dopo la guerra del Libano del 2006, ha successivamente ricevuto il supporto tecnico e finanziario degli Stati Uniti. Secondo l’azienda militare israeliana Rafael, che ha contribuito alla progettazione, il sistema ha un tasso di intercettazione del 90% e ha neutralizzato migliaia di razzi.

Gli esperti, tuttavia, ricordano che i sistemi antimissile come l’Iron Dome sono pensati principalmente per intercettare minacce a corto e medio raggio, e non sono progettati per contrastare missili balistici intercontinentali, che rappresentano le principali minacce per il territorio statunitense.

Secondo un’agenzia del Congresso statunitense priva di affiliazioni politiche, il costo stimato per un sistema di intercettazione basato nello spazio e volto a contrastare un numero limitato di missili balistici intercontinentali si colloca tra i 161 e i 542 miliardi di dollari su un periodo di vent’anni.

L’iniziativa del Golden Dome si inserisce in un contesto di preoccupazione crescente per l’evoluzione delle capacità missilistiche di potenze rivali. L’ultima Missile Defense Review dell’esercito statunitense, pubblicata nel 2022, evidenziava le minacce in aumento provenienti da Russia e Cina. Il documento segnalava che Pechino stava rapidamente colmando il divario con Washington in materia di missili balistici e ipersonici, mentre Mosca continuava a modernizzare i propri sistemi a lunga gittata e perfezionare le tecnologie per missili di precisione.

Il rapporto citava inoltre la crescente minaccia rappresentata dai droni, sempre più centrali nei conflitti contemporanei, come dimostrato dalla guerra in Ucraina. Venivano inoltre menzionati i rischi legati ai missili balistici sviluppati dalla Corea del Nord e dall’Iran, così come quelli provenienti da attori non statali, attraverso razzi e missili.

Negli ultimi anni, gli Stati Uniti hanno acquisito esperienza diretta nella difesa da missili e droni. In Ucraina, i sistemi forniti da Washington sono stati impiegati contro i missili russi. In Medio Oriente, le forze statunitensi hanno aiutato Israele a difendersi da attacchi iraniani, mentre navi e aerei militari americani hanno più volte intercettato missili e droni lanciati contro imbarcazioni nel Mar Rosso da parte dei ribelli houthi, appoggiati dall’Iran.

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