Trump annuncia la ripresa degli aiuti militari all’Ucraina

Il presidente sblocca le nuove forniture di armi dopo il fallimento dei colloqui con Putin. Zelensky ringrazia per il sostegno.

Trump annuncia la ripresa degli aiuti militari all’Ucraina

Il presidente Trump ha annunciato ieri che gli Stati Uniti riprenderanno a fornire armi all’Ucraina, nel tentativo di rafforzare la capacità di difesa di Kyiv contro gli attacchi russi. La decisione segna l’ennesima svolta nella posizione di Washington dopo mesi di sforzi diplomatici senza successo per negoziare una pace con Mosca.

Durante un incontro con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, Trump ha dichiarato ai giornalisti:

“Dobbiamo farlo, devono essere in grado di difendersi. Stanno subendo attacchi molto duri. Dovremo inviare più armi”.

Le parole del presidente confermano dunque un cambio di linea rispetto alla precedente cautela mostrata verso nuovi invii di armi a Kyiv, in particolare dopo la sospensione temporanea di una spedizione di armi decisa dal Pentagon.

In una dichiarazione ufficiale diffusa nel pomeriggio, il portavoce del Pentagon, Sean Parnell, ha confermato che, su direttiva di Trump, il Dipartimento della Difesa invierà ulteriori armi difensive all’Ucraina. L’obiettivo dichiarato è quello di permettere agli ucraini di difendersi mentre si continua a lavorare per una “pace duratura” e per fermare le violenze.

La sospensione delle spedizioni

La ripresa delle consegne arriva dopo una fase di incertezza iniziata con la sospensione temporanea delle spedizioni di armi annunciata martedì scorso. In una successiva telefonata con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky avvenuta venerdì, Trump aveva assicurato di non essere responsabile del blocco e aveva spiegato che la decisione era legata a una revisione delle scorte di munizioni del Pentagon, ordinata in seguito ai bombardamenti statunitensi sui siti nucleari iraniani del mese scorso. Trump ha precisato a Zelensky di non aver ordinato personalmente la sospensione delle consegne.

Questa chiamata è avvenuta il giorno dopo un altro colloquio, tenutosi giovedì, tra Trump e il presidente russo Vladimir Putin. Durante quell’incontro telefonico, Trump aveva espresso la sua delusione per l’assenza di progressi verso un accordo di pace. “Sono deluso, francamente, che il presidente Putin non si sia fermato”, ha dichiarato Trump ieri ai giornalisti.

Secondo fonti informate, Trump ha quindi garantito a Zelensky che gli Stati Uniti invieranno tutto il supporto militare possibile, compatibilmente con le risorse disponibili.

Le conseguenze dei bombardamenti russi

La mancata intesa con Mosca ha avuto conseguenze immediate sul campo. Dopo la telefonata tra Trump e Putin, la Russia ha condotto il bombardamento più duro dall’inizio della guerra, colpendo Kyiv e altre città ucraine con droni e missili. Le forze aeree ucraine hanno confermato che si è trattato dell’attacco più ampio dall’inizio della guerra fino a oggi.

Trump, che in passato aveva attribuito la responsabilità della prosecuzione del conflitto anche a Zelensky, ha riconosciuto di recente che Putin si sta dimostrando il partner “più difficile” per raggiungere un accordo di pace. Questa valutazione era emersa già durante il vertice della North Atlantic Treaty Organization tenutosi all’Aia il mese scorso.

Zelensky, dopo la telefonata con Trump, ha espresso un cauto ottimismo. Nel suo discorso serale pronunciato il 5 luglio, il presidente ucraino ha definito la conversazione come “probabilmente la migliore” dall’inizio della guerra e “fortemente produttiva”. Zelensky ha anche ringraziato gli Stati Uniti per la disponibilità ad aiutare l’Ucraina a difendersi dall’aggressione russa.

Le spedizioni di armi bloccate

Le spedizioni di armi bloccate dal Pentagono includevano diversi sistemi chiave richiesti da Kyiv: missili antiaerei AIM-120, munizioni da obice, missili AGM-114 Hellfire, missili GMLRS per i lanciatori Himars, Stinger e lanciagranate. Particolarmente importanti sono gli intercettori Patriot, ritenuti fondamentali dall’Ucraina per difendersi dagli attacchi dei missili balistici russi e gli unici che si sono dimostrati in grado anche di abbattere missili ipersonici russi Kinzhal.

Il mese scorso, Trump aveva confermato la difficoltà di fornire i sistemi Patriot, sottolineando la forte domanda interna:

“Sono molto difficili da ottenere, ne abbiamo bisogno anche noi”.

Per questo motivo oggi, il Consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca dovrebbe riunirsi per discutere nel dettaglio le nuove forniture militari all’Ucraina.

I numeri dell’assistenza militare

Dal 2022, anno dell’invasione russa, in poi gli Stati Uniti hanno fornito all’Ucraina un totale di 66,9 miliardi di dollari in aiuti militari, secondo un documento informativo del Dipartimento di Stato aggiornato a marzo 2025.

L’ultimo grande pacchetto di armi approvato risale al 30 dicembre scorso, durante l’Amministrazione Biden. In quell’occasione furono forniti Stinger, munizioni per sistemi di difesa aerea e altre armi, per un valore complessivo di 1,22 miliardi di dollari.

Sotto la presidenza Trump, le spedizioni già autorizzate sono proseguite anche se con alcune interruzioni temporanee. Secondo David Shimer, ex responsabile del dossier ucraino presso il Consiglio di Sicurezza Nazionale dell’Amministrazione Biden, per procedere con nuovi invii di armi la Casa Bianca dovrebbe ora ottenere l’approvazione del Congresso per eventuali nuovi trasferimenti di equipaggiamento militare in eccesso o consentire agli alleati europei di acquistare direttamente armi dagli Stati Uniti.

Focus America non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001.