Trump annuncia la fine degli attacchi Houthi nel Mar Rosso, ma il gruppo yemenita smentisce

Gli Houthi negano di aver capitolato, mentre fonti omanite confermano una tregua mediata da Washington. Restano incerte le prospettive sulla sicurezza del traffico marittimo nella regione

Trump annuncia la fine degli attacchi Houthi nel Mar Rosso, ma il gruppo yemenita smentisce

Il presidente Donald Trump ha dichiarato martedì che i ribelli Houthi dello Yemen avrebbero comunicato agli Stati Uniti l’intenzione di cessare gli attacchi contro le navi commerciali nel Mar Rosso. Secondo Trump, il gruppo avrebbe “capitolato” e gli Stati Uniti, in risposta, avrebbero deciso di sospendere le operazioni militari nella regione. Una versione immediatamente contestata dai rappresentanti Houthi, che hanno definito le dichiarazioni del presidente una “menzogna”.

“Smetteremo con i bombardamenti. Hanno capitolato... accetteremo la loro parola che non faranno più esplodere navi, e questo era lo scopo di ciò che stavamo facendo”, ha affermato Trump. A rafforzare la posizione della Casa Bianca è intervenuto anche il Segretario di Stato Marco Rubio, che ha sottolineato l’obiettivo delle operazioni statunitensi: “Questa è sempre stata una questione di libertà di navigazione. C'era un gruppo di individui con armamenti avanzati che minacciavano il trasporto marittimo globale, e l'obiettivo era far cessare tutto ciò. Se si fermeranno, allora possiamo fermarci anche noi”.

Tuttavia, la risposta degli Houthi non si è fatta attendere. Intervistato dall’emittente Al-Mayadeen, Deifullah al-Shami, membro dell’ufficio politico del gruppo, ha accusato Trump di voler “salvare la faccia” dopo il presunto fallimento dell’azione militare statunitense in Yemen. “Trump sta mentendo”, ha dichiarato al-Shami, aggiungendo che la loro strategia non cambierà finché non saranno soddisfatte precise condizioni: “Non consentiremo a nessuna nave, nessuna nave israeliana, di raggiungere il suo porto finché l’aggressione a Gaza non sarà fermata e l’assedio non sarà revocato”.

Nonostante la smentita pubblica del gruppo yemenita, fonti diplomatiche indicano che una tregua sarebbe stata effettivamente negoziata nei giorni precedenti da Steve Witkoff, inviato della Casa Bianca, attraverso mediatori omaniti. Un portavoce del Ministero degli Esteri dell’Oman ha confermato che “questi sforzi hanno portato a un accordo di cessate il fuoco tra le due parti”, specificando che “in futuro, nessuna delle due parti prenderà di mira l’altra, incluse le navi statunitensi, nel Mar Rosso e nello Stretto di Bab al-Mandab, garantendo la libertà di navigazione e il regolare flusso della navigazione commerciale internazionale”.

L’accordo arriva dopo mesi di tensione nella regione. Gli attacchi Houthi avevano costretto numerose navi mercantili a evitare il Mar Rosso, deviando su rotte più lunghe attorno all’Africa per evitare i punti strategici minacciati dai ribelli. Non è ancora chiaro se l’annuncio della tregua, accompagnato dalla contestazione degli Houthi, sarà sufficiente a ripristinare la fiducia delle compagnie di navigazione nel transito attraverso il Mar Rosso.

Nel frattempo, il conflitto si è intensificato su un altro fronte. Negli ultimi giorni, gli Houthi hanno aumentato i lanci di missili contro Israele. Domenica, un missile ha colpito l’aeroporto internazionale di Tel Aviv dopo essere sfuggito ai sistemi di difesa israeliani e statunitensi. L’attacco ha spinto le compagnie aeree americane a sospendere temporaneamente i voli verso la capitale israeliana.

In risposta, Israele ha lanciato due raid aerei contro obiettivi in Yemen. Lunedì è stato colpito il porto di Hodeidah, mentre martedì i bombardamenti hanno preso di mira l’aeroporto internazionale di Sana’a, che secondo fonti israeliane non sarebbe più operativo. Entrambi gli attacchi sono stati condotti in coordinamento con il Comando Centrale degli Stati Uniti.

Nonostante la collaborazione militare tra Stati Uniti e Israele, l’annuncio della tregua con gli Houthi sembra essere stato comunicato senza previo avviso a Tel Aviv. Secondo quanto riferito da Axios, un alto funzionario israeliano ha dichiarato che “Trump ci ha sorpreso”, confermando che non vi era stata alcuna informazione preliminare da parte della Casa Bianca.

L’intensificazione del conflitto e le dichiarazioni contrastanti tra le parti coinvolte mettono in dubbio la stabilità dell’accordo raggiunto. Le operazioni militari statunitensi in Yemen sono state numerose: nei soli mesi di marzo e aprile, Washington ha effettuato oltre 680 attacchi contro obiettivi Houthi. Durante le operazioni, i ribelli sono riusciti anche ad abbattere diversi droni americani.

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