Trump annuncia il ritiro degli Stati Uniti dall’Unesco

Washington abbandonerà di nuovo l’organizzazione culturale dell’Onu, accusata di promuovere un’agenda “globalista” in contrasto con la politica America First. Il ritiro sarà effettivo a fine 2026.

Trump annuncia il ritiro degli Stati Uniti dall’Unesco
White House

Gli Stati Uniti si ritireranno nuovamente dall’Unesco. Lo ha annunciato il Dipartimento di Stato, spiegando che la decisione, che diventerà effettiva alla fine del prossimo anno, riflette la sfiducia del presidente Trump verso le istituzioni multilaterali e quelle collegate alle Nazioni Unite.

Tammy Bruce, portavoce del Dipartimento di Stato, ha dichiarato che “la partecipazione continua all’Unesco non è nell’interesse nazionale degli Stati Uniti”. Bruce ha accusato l’organizzazione di promuovere “cause sociali e culturali divisive” e di mantenere un’“attenzione eccessiva sugli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, un’agenda globalista e ideologica per lo sviluppo internazionale in contrasto con la nostra politica estera America First”.

Il ritiro arriva dopo anni di rapporti tesi tra Washington e l’agenzia dell’Onu con sede a Parigi. Gli Stati Uniti si erano già ritirati durante il primo mandato di Trump per poi rientrare sotto l’amministrazione Biden. A febbraio, il presidente aveva firmato un ordine esecutivo che prevedeva una revisione generale dei finanziamenti e della partecipazione americana alle organizzazioni delle Nazioni Unite, inclusa l’Unesco. In quell’occasione, Will Scharf, segretario dello staff della Casa Bianca, aveva accusato l’agenzia di “pregiudizi antiamericani”.

L’Unesco è conosciuta soprattutto per la designazione dei siti patrimonio dell’umanità — oltre 1.200 dal 1972 — tra cui le rovine di Palmira in Siria, il Minareto di Jam in Afghanistan, il Tesoro di Petra in Giordania e diversi parchi nazionali statunitensi. L’organizzazione compila anche la lista del “patrimonio culturale immateriale” che include creazioni di particolare valore, come la baguette francese o il canto lirico in Italia. Oltre a ciò, porta avanti programmi educativi e progetti legati all’alfabetizzazione, all’accesso all’acqua potabile, alla parità di genere e all’educazione sessuale. Contribuisce inoltre a stabilire standard su vari temi, dalla protezione degli oceani all’etica dell’intelligenza artificiale.

I rapporti tra gli Stati Uniti e l’Unesco sono stati complessi negli ultimi decenni. Nel 2011 Washington aveva interrotto i finanziamenti dopo l’ammissione della Palestina come membro a pieno titolo. Una legge americana prevede infatti il taglio dei fondi a qualunque agenzia Onu che accetti la Palestina in queste condizioni. Il blocco dei fondi privò l’Unesco di quasi un quinto del proprio bilancio, costringendola a ridurre i programmi.

Nel 2017, l’amministrazione Trump fece un ulteriore passo annunciando il ritiro totale, motivato da un presunto pregiudizio contro Israele. Da allora gli Stati Uniti rimasero solo osservatori. Nel 2023, l’amministrazione Biden decise di rientrare, sostenendo che lasciare un vuoto all’interno dell’organizzazione stesse favorendo potenze concorrenti, in particolare la Cina.

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