Trump alza i toni contro il Venezuela, Maduro cerca di abbassare la tensione
Il presidente degli Stati Uniti ha minacciato di abbattere gli aerei militari venezuelani che mettessero in pericolo le forze americane nei Caraibi. Da Caracas, Nicolas Maduro ha risposto che nessuna divergenza con Washington giustifica un conflitto militare, pur ribadendo la difesa del territorio.

Venerdì 5 settembre il presidente Donald Trump, parlando dalla Casa Bianca, ha avvertito che se velivoli venezuelani dovessero mettere le forze americane «in una posizione pericolosa, sarebbero abbattuti».
L’avvertimento è arrivato dopo che il Dipartimento della difesa, ribattezzato proprio ieri dal presidente “Dipartimento della guerra”, aveva denunciato il sorvolo di un suo cacciatorpediniere da parte di aerei venezuelani nelle acque internazionali dei Caraibi. Il Pentagono ha definito l’episodio un «gesto altamente provocatorio» e ha messo in guardia da possibili escalation, sostenendo che la presenza militare americana nella regione risponde alla lotta contro il narcotraffico.
Quasi in contemporanea, Nicolas Maduro ha diffuso un messaggio radio-televisivo in cui ha cercato di stemperare la tensione. «Nessuno dei nostri contrasti con gli Stati Uniti giustifica un conflitto militare», ha dichiarato. Maduro ha aggiunto che Caracas è sempre stata disponibile al dialogo, ma ha chiesto «rispetto» e ha respinto le accuse dell’amministrazione Trump di complicità nel narcotraffico internazionale.
Il presidente venezuelano, in carica dal 2013 e rieletto nel 2024 in un voto segnato da accuse di brogli, aveva nei giorni precedenti assunto un tono ben diverso. Aveva parlato di «lotta armata per la difesa del territorio nazionale», evocando lo spettro di uno sbarco americano e di un «cambio di regime». Washington non ha mai minacciato apertamente un’invasione, ma ha intensificato il dispositivo militare nella regione, annunciando l’invio di dieci caccia F-35 a Porto Rico, territorio statunitense.
L’inasprimento del linguaggio arriva pochi giorni dopo che Trump ha reso noto l’affondamento di una barca «carica di droga» da parte dell’esercito americano, operazione nella quale sarebbero stati uccisi undici «narcoterroristi». Secondo la Casa Bianca, si trattava di membri del Tren de Aragua, un cartello venezuelano attivo in più paesi, che il presidente ha classificato come organizzazione terroristica.
Sul piano politico-diplomatico, gli Stati Uniti hanno adottato una linea dura verso Caracas. Il segretario di Stato Marco Rubio ha definito Maduro «un fuggitivo ricercato dalla giustizia» americana, ricordando che Washington ha messo una taglia sulla sua testa. Stephen Miller, consigliere di Trump, ha dichiarato che il Venezuela non sarebbe governato da uno Stato ma da «una struttura di narcotraffico», con Maduro nel ruolo di «capo di cartello».
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