Trump allenta le regole di ingaggio: più autonomia ai militari per operazioni e raid aerei fuori dalle zone di guerra
Il presidente ha allentato i vincoli per le operazioni militari al di fuori dei campi di battaglia convenzionali, ampliando la gamma di potenziali obiettivi. La nuova direttiva sostituisce le misure più restrittive dell'era Obama riducendo il controllo sui comandi militari.

La nuova Amministrazione Trump ha radicalmente modificato, dietro le quinte, le regole di ingaggio per le operazioni militari americane, smantellando le restrizioni imposte dall'era Biden e dando ai comandanti militari maggiore autonomia nell'autorizzare attacchi aerei e raid delle forze speciali.
Il Segretario alla Difesa Pete Hegseth ha firmato, durante un incontro in Germania con i vertici militari del Comando Africa degli Stati Uniti (AFRICOM), una direttiva che allenta i vincoli politici e la supervisione centralizzata sulle operazioni militari.
Secondo quanto riportato da CBS News, la nuova policy amplia notevolmente la gamma di persone che possono essere prese di mira dalle operazioni americane, segnalando un ritorno all'approccio più aggressivo di contrasto al terrorismo del primo mandato Trump.
Maggiore flessibilità, minori controlli
Le politiche dell'Amministrazione Biden erano sostanzialmente una continuazione di quelle stabilite durante il secondo mandato di Barack Obama, con attacchi aerei concentrati principalmente sui leader di alto livello delle organizzazioni terroristiche.
Il nuovo approccio punta invece sulla flessibilità operativa, allentando il sistema di controllo centralizzato.
Secondo le fonti del Pentagono, questa strategia potrebbe degradare più rapidamente le capacità delle organizzazioni terroristiche, grazie alla soglia inferiore richiesta per autorizzare un attacco, ma aumenta inevitabilmente il rischio di vittime civili non intenzionali.
Durante l'incontro sono stati discussi come potenziali obiettivi Al-Shabaab in Somalia e gli Houthi nello Yemen. Hegseth ha confermato le informazioni con un semplice "Correct" pubblicato su X.
Correct. https://t.co/A9ep6cbEw9
— Pete Hegseth (@PeteHegseth) February 28, 2025
Come funziona l'ok agli attacchi aerei americani
Gli attacchi aerei militari americani si dividono in due categorie: offensivi e difensivi.
Gli attacchi offensivi seguono un processo multi-livello di regolamenti e valutazioni che, sotto l'Amministrazione Biden, passava attraverso l'autorizzazione dello Stato Maggiore Congiunto e del ramo esecutivo.
In questo contesto, il Dipartimento alla Difesa esamina l'intelligence per determinare se gli individui target sono combattenti legali secondo il diritto internazionale che regola i conflitti armati, cercando di ridurre il rischio di vittime civili.
Gli attacchi aerei difensivi vengono invece utilizzati quando forze americane o partner designati sono in pericolo imminente, e sono tipicamente autorizzati dal comando sul campo senza necessità di approvazione dal ramo esecutivo.
Il precedente sistema di autorizzazioni
Uno studio classificato trapelato nel 2013 dettagliava in che modo il governo statunitense avesse autorizzato gli attacchi con droni in Yemen e Somalia tra il 2011 e il 2012.
Prima di lanciare un attacco, i comandanti militari dovevano ottenere approvazioni da sette persone, incluso il presidente.
L'individuo preso di mira doveva essere confermato come membro di un'organizzazione terroristica utilizzando almeno due forme diverse indipendenti di intelligence, e doveva essere colpito facendo il minor numero possibile di vittime civili.
Il processo richiedeva l'approvazione della task force deputata all'attacco, del comandante della forza che doveva compiere l'attacco, del capo missione della CIA e della leadership della nazione in cui si trovava il target da colpire. Un singolo dissenso poteva significare l'interruzione dell'operazione.
Non è chiaro se queste disposizioni siano incluse nella nuova direttiva, anche se esistevano anche durante il primo mandato di Trump, con alcune eccezioni riguardanti l'approvazione da parte della nazione ospitante in Paesi come l'Afghanistan.
Tensioni al Pentagono
La nuova direttiva arriva in un momento tumultuoso all'interno del Pentagono, dopo i licenziamenti da parte dell'amministrazione Trump dei principali avvocati generali dell'Aeronautica, dell'Esercito e della Marina, posizioni tradizionalmente apolitiche che supervisionano i processi penali militari e assicurano l'aderenza delle Forze Armate americane alle leggi internazionali dei conflitti armati.
Hegseth ha difeso i licenziamenti, affermando che erano necessari per garantire che non ci fossero "ostacoli agli ordini dati da un comandante in capo" e che l'Amministrazione stava cercando "i migliori avvocati possibili" per ognuna delle branche delle Forze Armate colpite dai licenziamenti.