Trump accusa Harvard di antisemitismo e attacca le università americane
Il presidente Trump definisce Harvard "istituzione antisemita" e accusa l'università di minacciare la democrazia, mentre intensifica la pressione sul sistema educativo statunitense.

Donald Trump ha nuovamente attaccato l'università di Harvard, accusandola di essere una "istituzione antisemita d’estrema sinistra" e definendola "una minaccia per la democrazia". Le dichiarazioni sono arrivate tramite un messaggio pubblicato sulla piattaforma Truth Social, dove il presidente ha descritto l’ateneo come un "fottuto disastro progressista" che "accoglie studenti da tutto il mondo intenzionati a distruggere il nostro Paese".
Il messaggio di Trump è arrivato dopo la firma di una serie di decreti volti ad aumentare ulteriormente la pressione sulle università statunitensi e, più in generale, sull’istruzione pubblica. La sua amministrazione ha giustificato le recenti misure con accuse di antisemitismo.

In risposta alle accuse presidenziali, cinque senatori democratici di religione ebraica hanno indirizzato una lettera aperta a Trump, criticando duramente l'uso politico del tema dell'antisemitismo. Tra i firmatari c'è anche Chuck Schumer, capo della minoranza democratica al Senato. Nella missiva, i senatori affermano: "Respingiamo le politiche della vostra amministrazione che mirano a tagliare i finanziamenti alle università e a punirle senza motivo, poiché questo rappresenta una distorsione e un indebolimento della lotta contro l’antisemitismo".
Oltre agli attacchi a Harvard, Trump ha annunciato l'intenzione di licenziare William Burck, avvocato che rappresentava sia la Trump Organization sia l’università di Harvard. Nel suo messaggio su Truth Social, il presidente ha descritto Burck come "non molto bravo" e ha espresso la speranza che la "grande e magnifica" Trump Organization, ora guidata dai suoi figli, se ne sbarazzasse al più presto. Poco dopo, Eric Trump ha confermato a CNN che Burck non lavorava più per l’azienda di famiglia. Burck era stato ingaggiato da Harvard per difendere l’università nel contenzioso contro l’amministrazione Trump, in particolare dopo la decisione della Casa Bianca di congelare 2,2 miliardi di dollari di aiuti federali.
Harvard aveva infatti contestato in tribunale il blocco dei fondi, motivato dal rifiuto dell’ateneo di adeguarsi a una serie di richieste avanzate dalla Casa Bianca, tra cui un maggior controllo sulle procedure di ammissione degli studenti, sulle assunzioni dei docenti e sui programmi didattici. Il presidente Trump, che considera le università come focolai di contestazione progressista, intende ampliare l’intervento politico all’interno delle istituzioni accademiche.
La posizione di Harvard ha trovato il sostegno di altri importanti atenei, tra cui Yale e Princeton, che insieme hanno diffuso un comunicato respingendo "l’interferenza politica" nei loro processi decisionali. Questo fronte comune di resistenza accademica rappresenta una sfida significativa all’agenda educativa della Casa Bianca.
Il caso di Harvard, uno dei più simbolici e mediatici, potrebbe avere implicazioni di vasta portata per il sistema educativo statunitense, mettendo alla prova i limiti dell’intervento federale nelle istituzioni scolastiche.