Trump accelera le espulsioni di massa: oltre 100.000 migranti arrestati

A sei mesi dall’insediamento, l’amministrazione Trump vanta il record di arresti. I centri di detenzione sono sovraffollati, le condizioni denunciate da ONG e parlamentari. Ma il sostegno popolare alla stretta sull’immigrazione è in calo.

Trump accelera le espulsioni di massa: oltre 100.000 migranti arrestati

La campagna di espulsioni promossa dal presidente Donald Trump ha raggiunto un ritmo sostenuto nei primi sei mesi del suo secondo mandato. Secondo i dati forniti dalla stessa amministrazione al 21 luglio, l’Immigration and Customs Enforcement (ICE) ha arrestato oltre 100.000 persone in situazione irregolare. Di queste, più del 70% non aveva precedenti penali. Il dato, in crescita del 40% rispetto a giugno 2024, ha portato il numero totale dei detenuti nei centri di accoglienza a 56.000, un record storico.

Il rafforzamento della politica migratoria ha avuto un impatto immediato sulle condizioni di detenzione. Secondo Human Rights Watch, 85 dei 181 centri utilizzati dal Department of Homeland Security sono attualmente sovraffollati. La ONG denuncia gravi violazioni dei diritti fondamentali: mancanza di letti, cibo insufficiente, igiene precaria e accesso limitato a cure mediche.

In Florida, la situazione è particolarmente critica. Due decessi potrebbero essere legati alla mancata assistenza sanitaria. Nel centro di Krome, nella contea di Miami-Dade, 1.800 detenuti si dividono 611 letti. A inizio luglio, alcuni hanno formato la scritta “SOS” nella corte del centro, visibile da un elicottero, per denunciare le condizioni in cui sono costretti a vivere.

Sempre in Florida, è stato aperto il 2 luglio un nuovo campo denominato “Alligator Alcatraz”, in una pista d’atterraggio dismessa nelle Everglades. Attualmente ospita un migliaio di migranti in condizioni ambientali estremamente difficili. Il 22 luglio, alcune ONG ne hanno chiesto la chiusura dopo aver documentato gabbie allagate da escrementi e sei ricoveri ospedalieri per infezioni. «Sottoporre esseri umani a simili condizioni, in un clima soffocante, favorisce la diffusione di malattie», ha dichiarato Tessa Petit della Florida Immigration Coalition.

Un gruppo di parlamentari ha visitato il centro il 12 luglio. Mentre i repubblicani non hanno riscontrato anomalie, i democratici hanno denunciato gabbie sovraffollate con 32 persone ciascuna e solo tre servizi igienici. Il deputato Maxwell Frost ha riferito che alcuni detenuti gridavano di essere cittadini americani o chiedevano libertà.

Il responsabile della politica di espulsioni, Tom Homan, ha annunciato l’obiettivo di portare la capacità di detenzione a 100.000 posti entro la fine del 2025. Per raggiungere questo obiettivo, il Congresso ha approvato uno stanziamento di 45 miliardi di dollari, cui si aggiungono 608 milioni per finanziare centri temporanei negli Stati disposti ad accoglierli. Il piano favorisce gli operatori privati che gestiscono il 90% delle strutture detentive.

In parallelo, il governo ha identificato nuove sedi per i centri di detenzione, tra cui due basi militari in Indiana e New Jersey. La procuratrice generale Pam Bondi ha visitato l’ex carcere di Alcatraz, a San Francisco, proponendone la riconversione. L’operazione, fortemente simbolica, è stata criticata dalle autorità locali. L’installazione di acqua, elettricità e la ristrutturazione richiederebbero oltre 250 milioni di dollari. Nancy Pelosi ha definito il progetto “il culmine del ridicolo”, mentre il governatore Gavin Newsom ha ironizzato: «Pam Bondi riaprirà Alcatraz il giorno in cui Trump le permetterà di pubblicare i dossier Epstein».

Le operazioni dell’ICE si sono estese oltre i migranti con ordine di espulsione. Da fine maggio sono colpiti anche individui residenti da decenni nel paese. La politica colpisce anche beneficiari del Temporary Protected Status (TPS), che saranno espulsi in massa a partire da settembre. La protezione verrà revocata per 72.000 honduregni, 4.000 nicaraguensi, 348.000 venezuelani e 521.000 haitiani, tutti a rischio illegalità se non lasceranno volontariamente gli Stati Uniti.

La Casa Bianca rivendica il successo dell’operazione, parlando di “oltre 2.700 membri del gang Tren de Aragua” tra gli arrestati, pur senza fornire dati disaggregati. In parallelo, promuove la strategia dell’“auto-espulsione”, che prevede incentivi per lasciare il paese volontariamente, con la promessa vaga di un futuro ritorno legale.

La comunicazione ufficiale sottolinea i profili criminali di alcuni arrestati: spacciatori, stupratori e aggressori. Ma accanto a questi casi, la stampa ha riportato storie di migranti senza precedenti penali. Tra loro George Retes, cittadino statunitense e veterano della guerra in Iraq, arrestato durante una retata in una piantagione in California. O ancora Jaime Alanis, 57 anni, morto cadendo da un tetto mentre cercava di sfuggire a un’irruzione della polizia. Maurilio Ambrocio, pastore evangelico residente in Florida da oltre vent’anni e padre di cinque figli, è stato rimpatriato il 10 luglio in Guatemala.

Secondo un sondaggio CBS News-YouGov del 20 luglio, il sostegno alle espulsioni di massa è sceso di dieci punti percentuali, dal 59% all’inizio del mandato al 49% attuale. Un’altra rilevazione CNN-SSRS indica che il 59% degli americani si oppone all’espulsione dei migranti privi di condanne, contro il 23% favorevole. La quota di cittadini che ritiene necessario ridurre l’immigrazione è calata dal 55% del 2024 al 30% secondo Gallup.

Nonostante il calo nel consenso, la ministra della sicurezza interna Kristi Noem ha confermato l’intenzione di intensificare la campagna: «Colpiremo più duramente e più velocemente, neutralizzando questi criminali con maggiore forza. Donald Trump ha ricevuto mandato dal popolo per ripulire le nostre strade». La prossima grande operazione è prevista a New York.

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