TikTok: la Cina respinge l’offerta di Trump, resta il rischio di blocco negli Stati Uniti

Pechino ha respinto la proposta del presidente Trump di ridurre i dazi doganali in cambio della vendita delle attività americane di TikTok. L’app, controllata dalla cinese ByteDance, rischia il blocco negli USA se non verrà ceduta entro il 5 aprile.

TikTok: la Cina respinge l’offerta di Trump, resta il rischio di blocco negli Stati Uniti
Immagine creata dall'intelligenza artificiale. Fonte: ChatGPT

Il governo cinese ha respinto l’offerta avanzata dal presidente statunitense Donald Trump di ridurre i dazi doganali in cambio di un accordo sulla cessione di TikTok. La proposta mirava a facilitare la vendita delle attività statunitensi della popolare piattaforma video, di proprietà della cinese ByteDance, per scongiurarne il divieto sul territorio americano.

Mercoledì 26 marzo, Trump aveva offerto a Pechino “una piccola riduzione” dei dazi doganali, subordinandola all’approvazione da parte cinese della vendita di TikTok. Il giorno successivo, il ministero degli Esteri cinese ha respinto l’ipotesi con fermezza: “La posizione della Cina sull’opposizione all’imposizione di dazi doganali è chiara e coerente”, ha dichiarato il portavoce Guo Jiakun. Quanto alla questione TikTok, Pechino ha ribadito più volte la propria contrarietà all’intervento diretto di governi stranieri nella gestione di imprese private.

TikTok, che conta circa 170 milioni di utenti negli Stati Uniti, è da tempo oggetto di sospetti legati alla sicurezza nazionale. A gennaio, subito dopo il suo insediamento, Trump ha concesso 75 giorni a ByteDance per cedere le sue operazioni americane, secondo quanto previsto da una legge votata nel 2024. Il termine ultimo è fissato al 5 aprile: in assenza di un’intesa, l’applicazione sarà vietata nel Paese.

Trump ha comunque lasciato intendere che il termine potrebbe essere esteso: “Se l’accordo non sarà finalizzato, non è un problema. Posso prolungare il termine se voglio”, ha detto, sottolineando la popolarità della piattaforma, definita “di grande successo”.

Nel frattempo, la pressione su ByteDance aumenta anche sul fronte commerciale. Sempre nella giornata del 26 marzo, Trump ha annunciato nuovi dazi del 25% su tutte le auto non prodotte negli Stati Uniti, colpendo duramente anche i veicoli elettrici cinesi, già soggetti a una tariffa del 100% dal 2024. Il nuovo provvedimento porterebbe così le imposte al 125%, inserendosi in una più ampia strategia di negoziazione economica.

Nonostante la fermezza di Pechino, le trattative per la vendita della versione americana di TikTok sono in corso. Secondo quanto dichiarato dallo stesso Trump, ci sarebbero “quattro gruppi” attualmente interessati all’acquisto, anche se ByteDance non ha ancora manifestato pubblicamente l’intenzione di vendere.

Tra i potenziali acquirenti figura la start-up di intelligenza artificiale Perplexity, nonché il “Project Liberty” lanciato dall’imprenditore Frank McCourt, già noto per essere il proprietario dell’Olympique de Marseille. A questo progetto ha aderito anche Alexis Ohanian, cofondatore di Reddit. Altri interessati includono personaggi noti come l’influencer MrBeast e l’ex segretario al Tesoro Steven Mnuchin. Sono stati menzionati anche nomi di peso come Microsoft e Oracle.

La posizione del Congresso rimane ferma: finché TikTok sarà sotto il controllo di ByteDance, il suo utilizzo negli Stati Uniti sarà considerato un rischio per la sicurezza nazionale. Già nel 2020, durante il primo mandato, Trump aveva tentato di vietare l’app, senza riuscirci. Negli ultimi mesi, tuttavia, il presidente ha cambiato linea, lodando la piattaforma durante la sua campagna elettorale e attribuendole un ruolo importante nel coinvolgimento dei giovani elettori.

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